La musica dei violoncelli incanta Gorizia, Verdi gremito per la Berliner

La musica dei violoncelli incanta Gorizia, Verdi gremito per la Berliner

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La musica dei violoncelli incanta Gorizia, Verdi gremito per la Berliner

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 02 Ott 2023
Copertina per La musica dei violoncelli incanta Gorizia, Verdi gremito per la Berliner

Ieri la serata di gala in onore dei dodici violoncellisti della Berliner Philarmoniker orchestra, teatro sold out grazie alle agevolazioni.

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Non solo jazz. Non solo bossa nova, o colonne sonore che hanno segnato la storia del cinema. È stato uno spettacolo straordinario di grande successo, la serata di gala in onore dei dodici violoncellisti della Berliner Philarmoniker orchestra. Prima delle due uniche tappe italiane, quella al Teatro Verdi di Gorizia ha registrato il tutto esaurito anche grazie al prezzo agevolato dei biglietti, con particolare attenzione ai giovani.

Realizzato con la collaborazione della Fondazione Carigo e della Camera di commercio – nonché con la partnership del Comune di Gorizia, del Gect Go, Go!2025, Orchestra Fvg, associazione Paneuropa Italia e Sparkasse Cassa di Risparmio di Bolzano – il concerto ha portato sul palco violoncellisti di fama mondiale che rappresentano un ensemble indipendente. «Una straordinaria opportunità per la città di Gorizia – ha commentato il sindaco Ziberna. Una serata eccezionale che si inserisce perfettamente nel solco del grandissimo evento che vedrà Gorizia e Nova Gorica capitali della cultura».

Lo stesso entusiasmo è stato manifestato dal presidente della Fondazione Alberto Bergamin, che ha voluto spiegare «perché si è deciso di fare questo concerto». Precisando come l'ente «sostiene e supporta la crescita sociale, mentre la Camera di commercio sostiene e supporta la crescita economica». Uno spettacolo che si è posto l’intento di «contrastare le vecchie e nuove diseguaglianze, in un territorio che vive una sfida storica, capace di segnare il futuro delle nuove generazioni».

Un momento importante che segna l’avvento di un cambiamento in primis culturale, un superamento delle tragedie del passato, così da guardare con speranza a un territorio unico senza confini. «Siamo all’anno decisivo in cui si gioca tutto – rimarca Bergamin. Nessuno può tirarsi fuori. Abbiamo deciso di essere promotori del cambiamento». Unendo le fila e lavorando insieme per il territorio, la Fondazione e la Camera di commercio si propongono come «promotori di servizi sociali, agenti di sviluppo in cui diviene centrale il capitale umano».

Perché Gorizia e Nova Gorica hanno come comune denominatore un passato doloroso. «Siamo figli di una terra di comunità diverse», dove il plurilinguismo e la cultura rappresentano un valore aggiunto, una ricchezza. È in questa vocazione al pluralismo, che sta l’identità delle due città. Grazie alla quale è possibile «superare la tragedia delle due guerre che l’hanno segnata. È arrivato il momento di voltare pagina. Lo dobbiamo alle nuove generazioni». A prendere la parola è stato poi il presidente della Camera di commercio Pierluigi Medeot, secondo cui la musica rappresenta l’unione dei popoli.

«La musica costruisce ponti, valorizza le diversità. Questa è la pietra miliare di un percorso da portare avanti, con l’auspicio che l’emozione di un teatro pieno non si concluda. Le sfide si vincono con l’impegno e con la ferma convinzione di ottenere un risultato». Archetti alla mano, i violoncellisti hanno dato sfoggio di virtuosismo non solo nell’esecuzione dei brani, ma nella stessa capacità di passare con disinvoltura estrema da un genere musicale all’altro, pur con un medesimo strumento. Un successo che va avanti da oltre cinquant’anni.

Fu grazie a Julius Klengel - che nel 1972 scrisse l’Hymnus per i dodici – che i membri decisero di fondare un’orchestra “monostrumentale” propria. Con repertori che spaziano dalla musica classica al jazz a brani d’avanguardia, come “Let it be” dei Beatles. Concerti che negli anni i membri dell’orchestra da camera hanno portato in tutto il mondo - persino al Palazzo imperiale di Tokyo, accompagnati al pianoforte dall’ex imperatrice del Giappone Michiko. Una valenza duplice, quella dell’ensemble -artistica e diplomatica – tale da far sì che la musica si faccia portavoce di pace e unione fra i popoli.

Un programma estremamente ricco, quello presentato al Verdi. Dove oltre alla colonna sonora del film “Catch me if you can” di Steven Spielberg – dello statunitense pluripremiato John Williams, autore anche delle colonne di “Star wars”, “Schindler’s List”, “Indiana Jones”, “Lo squalo”, “Superman” - sono stati proposti Nino Rota, Jean Francaix, George Shearing e tanti altri brani noti. A conclusione, ben tre fuori programma, fra cui uno in omaggio a Ennio Morricone, e un altro – non meno sorprendente - dedicato a Henri Mancini, con una magistrale “Pantera rosa”, durante la quale i violoncellisti hanno fatto sorridere il pubblico, anche fischiettando.

Una plasticità di repertorio in cui i musicisti hanno pizzicato con maestria il violoncello, picchiettando persino la cassa con la mano. Un sofisticato spettacolo di ingegneria musicale, in cui gli archetti hanno lasciato sprigionare la magia della musica ipnotizzando la platea. A conclusione, è stato consegnato un omaggio floreale alle due donne violoncelliste - Rachel Helleur-Simcock e Solène Kermarrec, mentre Villa Russiz omaggerà i musicisti con vini locali. Dopo la tappa di Gorizia, il due ottobre gli artisti saranno ospiti a Verona, per poi raggiungere Praga a fine novembre, ultima tappa del 2023.

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