Lo spettacolo
Musica e narrazione per Paul McCartney: ‘GO! 2025’ alle battute finali
Dall'incontro tra John e Paul nei Quarrymen fino al rapporto turbolento tra i due fino alle iconiche canzoni dei 'Beatles'. Tognazzi annuncia nuovi progetti «con lo sguardo di John Lennon».
Domenica 7 dicembre 2025 è andato in scena al Teatro Verdi di Gorizia uno degli spettacoli finali della stagione artistica di “GO! 2025”, conclusasi venerdì 5 dicembre con il passaggio di testimone da Gorizia, Nova Gorica e Chemnitz alle nuove capitali europee della cultura Trenčín e Oulu. A raccogliere l’onere e l’onore ci hanno pensato Gianmarco Tognazzi (voce narrante) e il Trio Saverio Mercadante (performance musicale), con il loro spettacolo “Paul McCartney e i Beatles, due Leggende”.
Sul palco del Verdi, il figlio d’arte Gianmarco Tognazzi narra la storia del gruppo dal punto di vista di Paul McCartney, riprendendo diversi passi dell’autobiografia “Paul McCartney: Many Years from Now” in collaborazione col giornalista underground Barry Miles. Ad accompagnarlo c’è la musica di Rocco Debernardis al clarinetto, Roberto Corlianò al pianoforte e Francesco Tizianel alla chitarra, che tra un aneddoto e l’altro riproducono alcuni dei più grandi successi dei Beatles come “And I Love Her” (1964), “Michelle” (1965) e “Ob-La-Di, Ob-La-Da” (1968).
Lo spettacolo comincia con le prime speculazioni sulla morte di Paul: «Basta non smentire, né confermare», suggerisce la voce narrante; e il resto lo fa il pubblico. Furono infatti tra le più strampalate le teorie che associavano la copertina di “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band” (1967) ad una rappresentazione del funerale del cantante e bassista dei Beatles. I riferimenti a data e orario della presunta scomparsa di Paul sono innumerevoli, messaggi subliminali contenuti in brani come “She’s Leaving Home” e “Lovely Rita” che nel corso dei decenni hanno fatto impazzire i fan più attenti della band.
I temi toccati da Gianmarco durante l’esibizione sono molteplici, a partire dall’incontro tra John e Paul nei Quarrymen. Il rapporto tra i due, come riportato da Paul nella sua autobiografia, è complesso e turbolento, soprattutto dopo l’arrivo di Yoko nella vita di Lennon. Entrambi persero la madre in giovane età, entrambi non avevano idea di come funzionassero i soldi, le società e i contratti. “Il gruppo è arrivato in cima solo con le proprie forze” afferma Paul, interpretato da Tognazzi con voce cruda in uno dei passaggi più sofferti dello spettacolo.
Si passa poi a quella che molti considerano la grande intuizione di Paul, ovvero la melodia di “Scrambled Eggs”, titolo provvisorio dell’intramontabile “Yesterday” (1965), composta a casa della fidanzata dell’epoca Jane Asher. Si tratta, stando al “Guinness Book of World Records”, della canzone col maggiore numero di cover registrate della storia, circa 1600; di un pezzo che difficilmente fallisce nell’emozionare. Il suo è un eterno motivetto che grandi maestri come Ennio Morricone hanno saputo replicare anche per il grande schermo, come nella scena con De Niro alla stazione di New York in “Once Upon a Time in America” di Sergio Leone.
A cogliere l’attenzione del pubblico goriziano, poi, è sicuramente il virtuosismo di Francesco Tizianel nella reinterpretazione a sei corde di “Here Comes the Sun” (1969), che arriva come interludio tra i racconti del debutto tedesco dei Fab Four e la sostituzione del primo batterista Pete Best in favore di Ringo Starr. A chiudere lo spettacolo è infine “Let It Be” (1970), title-track dell’album che è anche il canto del cigno della band, che da quell’anno in poi inizierà un turbolento periodo di separazione e scontri legali, narrati da Tognazzi prima della conclusione strumentale dello spettacolo.
L’annuncio finale di Tognazzi e del Trio è quello di star «lavorando ad un ulteriore spettacolo sui Beatles, che racconti le vicende, stavolta, dal punto di vista di John Lennon». Questo progetto in fieri farà seguito al tour “La favola De André”, che vedrà la partecipazione della voce solista Sabrina Marinangeli e, si spera, compreso di una data isontina.
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