LA CONTRO MANIFESTAZIONE
Musica e canto per dire no alla X Mas: «Accoglienza in Comune è vilipendio a bandiera»
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Oltre un centinaio le persone presenti al presidio antifascista contro la cerimonia che, come ogni anno, accoglie in Comune l’associazione X Mas.
Fu un lunghissimo interminabile dopoguerra, quello che divise le nostre terre durante la Guerra fredda, contrapponendo due comunità che per millenni avevano convissuto. Eppure, oggi Gorizia ha assistito a un momento di festa e canti, avvicinando sloveni e italiani in un unico coro commosso. Si è riunito nella mattinata di sabato, presso la Zona pedonale di Corso Verdi - angolo via Garibaldi - il presidio antifascista in opposizione all’accoglienza di oggi e domani dell’associazione X Mas.
Oltre un centinaio i presenti, con interventi da parte dei diversi gruppi, fra cui Anpi Gorizia, Šempeter e Podgora. «Come Anpi, insieme ad altre associazioni, abbiamo organizzato il presidio antifascista per protestare contro il fatto che la X Mas venga ricevuta dal sindaco o un suo delegato con la fascia tricolore – commenta il presidente di Anpi Gorizia Anna di Gianantonio – Portando i suoi labari all’interno della sala comunale, che è una sala di tutti. Abbiamo chiarito più volte come sia una bugia dichiarare che abbia difeso l’italianità di Gorizia, e riteniamo questa cerimonia scandalosa, anche perché tra pochi giorni s’inaugura Nova Gorica Gorizia capitale della cultura, che dovrebbe essere un momento di riconciliazione».
Sotto un cielo smaltato d’azzurro striscioni di protesta e bandiere italiane venivano innalzate con orgoglio, mentre la voce avvolgente di Zora Černic intonava “Auschwitz” di Francesco Guccini, accompagnata dalla fisarmonica di Viljem Gergolet. «Nella Costituzione è scritto che la bandiera italiana è verde, bianca e rossa – ha evidenziato Patrick Zuliani di Anpi Jamiano – una bandiera che è uno dei principali simboli antifascisti della Repubblica italiana. Oggi nel municipio c’è anche il simbolo della X Mas Rsi. Se la Costituzione venisse davvero rispettata, l’associazione verrebbe considerata reato di vilipendio alla bandiera».
Già il tredici dicembre Anpi aveva manifestato alla Giunta comunale le proprie perplessità contro la volontà di accogliere l’associazione durante l’anno della Capitale della cultura. «Il sindaco ci aveva risposto che per essere davvero rivoluzionari avremmo dovuto incontrare la X Mas e comprendere i loro dolori», prosegue di Gianantonio. «È per colpa nostra, “comunisti anaffettivi”, che oggi si svolge questa cerimonia. Lo scorso anno si è svolta la manifestazione di Casa Pound nella Piazza Transalpina, dove i camerati hanno lanciato fumogeni tricolori inneggiando a una Gorizia capitale di italianità».
«Ma come ha spiegato lo storico Luciano Patat la X Mas è una formazione creata immediatamente dopo l’otto settembre da Junio Valerio Borghese, autore tra l’altro di un tentato colpo di Stato nel 1970. Un’accozzaglia di persone al servizio diretto del Terzo Reich, usate in attività antipartigiana e antifascista, soprattutto nell’Italia settentrionale. A Gorizia combatterono nella battaglia di Ternova, perdendo; per poi abbandonarsi ad angherie e violenze verso gli sloveni, tanto che i tedeschi li mandarono via, perché dal punto di vista militare avevano perso e dal punto di vista politico creavano solo problemi in città».
Di Gianantonio ricorda come nel programma previsto fra oggi e domani la X Mas sia in procinto di portare fiori sulla tomba dell’avvocato Eno Pascoli, inquisito per aver destinato una somma di 34mila dollari al terrorista Carlo Cicuttini, coinvolto nella strage di Peteano del 1972 che portò alla morte di tre carabinieri. «Basta, con il ritorno perenne del fascismo a Gorizia, cerchiamo di andare avanti nella democrazia e nel rispetto della nostra Costituzione», rimarca con fermezza. E sdegnata annuncia il rifiuto da parte di Anpi di prendere parte alla cerimonia prevista per il Giorno della Memoria.
«Una settimana prima si ricevono i massacratori, una dopo si celebrano i deportati. Anche quest’anno ci rifiutiamo di partecipare», ribadisce con forza. Dichiarando lo sgomento di Anpi di fronte alla decisione a maggioranza che mantiene la cittadinanza onoraria a Mussolini e argomentando come «in una città per la quale addirittura gli storici hanno coniato questa dizione di “fascismo di frontiera”, quindi antislavo, il fatto che non venga tolta è scandalosa». Pur ritenendola alcuni sloveni una questione inutile e deleteria all’unità delle due comunità, di Gianantonio la considera un’occasione mancata, «il momento giusto per fare un passo in avanti e non per camminare con la testa rivolta all’indietro».
Dello stesso parere Andrea Bellavite, secondo il quale «la decisione di ricevere la X Mas in forma ufficiale, così come la decisione di mantenere la cittadinanza a Mussolini, siano essenzialmente politiche. In un momento come questo nel quale Nova Gorica e Gorizia stanno camminando insieme verso la Capitale della cultura, non si può censurare la verità storica attraverso segni che valorizzano chi ha portato l’Italia e questo territorio alla catastrofe». Ricordando come la Resistenza nelle nostre terre «non nacque l’otto settembre, ma nel dicembre del ‘41» Ennio Francavilla sottolinea come gran parte degli abitanti di Podgora – Piedimonte militasse nell’esercito partigiano. «Splendevano i meli e i peri, la nebbia scivolava lungo il fiume», canta Černic intonando la celebre “Katjuša”, mentre il coro presente inneggia alla «resistenza, ora e sempre».
Oltre a David Rajda, a prendere la parola sono anche giovani studenti, fra cui Luca e Rachele. «Questa città mantiene l’omaggio a Mussolini – riflette Rachele – Di quale cultura stiamo parlando? Della cultura della violenza, dell’odio e della sopraffazione», mentre Luca definisce la Capitale della cultura «una facciata, come quella che il governo mette in atto in altre parti d’Italia con le Zone rosse e il ddl Sicurezza». Luca Chinaglia osserva invece come l’impegno costante della giunta comunale sia volto a «non parlare di politica quest’anno. Invece è proprio questo l’anno giusto. Per questo motivo il primo febbraio ci sarà un corteo di protesta, rivolto a tutti coloro che non si sentono concittadini di Mussolini». Citando Primo Levi, Tonino Pantoso ricorda come «ogni tempo ha il suo fascismo», togliendo ai cittadini capacità d’espressione e volontà «non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione». La manifestazione si è conclusa sulle note del canto popolare “Bella ciao”, accolta da lunghi applausi e cori antifascisti.
Foto Sergio Marini e Rossana D’Ambrosio
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