Musei senza confini: un futuro condiviso prende forma tra Gorizia e Nova Gorica

Musei senza confini: un futuro condiviso prende forma tra Gorizia e Nova Gorica

CULTURA TRANSFRONTALIERA

Musei senza confini: un futuro condiviso prende forma tra Gorizia e Nova Gorica

Di REDAZIONE • Pubblicato il 23 Mag 2025
Copertina per Musei senza confini: un futuro condiviso prende forma tra Gorizia e Nova Gorica


Oltre 130 i professionisti provenienti da tutta Europa, Egitto e Australia. La conferenza ‘Borderless Museums’ verteva sul dialogo interculturale e le nuove sfide per la museologia contemporanea.

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Si è conclusa con successo la conferenza internazionale "Borderless Museums" che ha avuto luogo tra Gorizia e Nova Gorica dal 18 al 21 maggio, organizzata da Gect Go, Zavod GO! 2025, Icom Italia, Icom Slovenia, Icom South East Europe e Icom Europe. Si è trattato di un importante momento di confronto tra professionisti museali e operatori culturali di tutta Europa, Egitto e Australia: oltre 130 partecipanti hanno condiviso esperienze, progetti e idee su come i musei possono rappresentare il luogo nei quali le comunità si incontrano, dialogano e sperimentano soluzioni per superare i confini, abbattere barriere visibili e invisibili durante circa 15 appuntamenti tematici tra interventi, panel di confronto e laboratori. Tra i partecipanti c’erano anche i rappresentanti di alcuni degli enti museali dell’area transfrontaliera: i musei provinciali di Gorizia, il Goriški muzej, la Fondazione Poti miru, il Kobariški muzej, il Pomnik miru di Cerje.

La sfida che emerge da questi tre giorni di lavoro è che i musei devono e possono svolgere un ruolo da protagonisti nel mettere in discussione le narrazioni consolidate e considerare il punto di vista dell'altro. Sono e possono essere, ancora di più, laboratori per il coinvolgimento delle comunità, nei confronti delle quali va fatta un'attenta riflessione: bisogna capire quali sono queste comunità, come coinvolgerle e perché è importante farlo.

Sono emersi inoltre numerosi spunti preziosi: dal museo Torne Valley tra Tornio e Haparanda gestito congiuntamente da due comuni transfrontalieri di Svezia e Finlandia, alla figura del discomfort curator – curatore museale del disagio, proposta dall'Università di Glasgow per riflettere su come superare le disuguaglianze e i punti di vista inattuali ancora presenti in società in rapido cambiamento.
Per Marco Marinuzzi, project manager del Gect Go e co-organizzatore della conferenza, l'auspicio è che questo sia il primo momento di una futura collaborazione stabile tra le organizzazioni museali di Italia e Slovenia e dei paesi limitrofi, che porti allo sviluppo di mostre congiunte transfrontaliere, progetti comuni, mobilità degli operatori museali e scambi di buone pratiche.

«La conferenza ha affrontato le sfide della museologia contemporanea e il dialogo tra i musei e le loro comunità, ha riunito diverse prospettive su argomenti di grande rilevanza, ha stimolato il dialogo critico e ha rafforzato la collaborazione tra professionisti» osserva inoltre la dottoressa Kaja Širok, responsabile del progetto EPIC e co-organizzatrice della conferenza. Aggiunge: «Abbiamo sollevato una varietà di argomenti e di questioni importanti che i musei devono affrontare oggi, e il dibattito attivo è la prova che gli ospiti sono stati soddisfatti e che la conferenza è stata un successo».

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