Mostra sulle Foibe, i Progressisti per Monfalcone: «Cisint perde occasione di riconciliazione»

Mostra sulle Foibe, i Progressisti per Monfalcone: «Cisint perde occasione di riconciliazione»

LE REAZIONI

Mostra sulle Foibe, i Progressisti per Monfalcone: «Cisint perde occasione di riconciliazione»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 13 Feb 2025
Copertina per Mostra sulle Foibe, i Progressisti per Monfalcone: «Cisint perde occasione di riconciliazione»

Secondo il movimento l’europarlamentare leghista «enfatizza solo un lato della storia omettendo le responsabilità italiane che hanno segnato il confine orientale».

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All’indomani dell’intervento dell’eurodeputata leghista Anna Cisint contro i 9 eurosocialisti sloveni e croati che hanno richiesto la rimozione della mostra sulle Foibe al Parlamento Europeo, sulla vicenda si espongono i Progressisti per Monfalcone. «Colpisce ma non sorprende – commentano - l’intervento di Cisint appare profondamente strumentale e riduttivo, ovvero più funzionale alla polarizzazione dell’elettorato che a una reale comprensione storica degli eventi. Le sue dichiarazioni non formano infatti un’analisi critica degli accadimenti, ma una narrazione distorta e unilaterale, costruita per alimentare il consenso politico attraverso la semplificazione estrema di una vicenda storica molto complessa e drammatica».

Secondo i Progressisti «le tragedie delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata meritano di essere ricordate e studiate con serietà, senza distorsioni funzionali esclusivamente ai fini di una ben precisa agenda politica». «Cisint invece, sceglie di enfatizzare solo un lato della storia, omettendo contesto, cause e responsabilità italiane nel lungo conflitto che ha segnato il confine orientale, anche con risvolti etnici e politici. Parla di "pulizia etnica" perpetrata dai partigiani jugoslavi, tacendo il fatto che per decenni il fascismo italiano aveva attuato politiche repressive e violente nei confronti delle popolazioni slave, imponendo denazionalizzazione, persecuzioni e occupazione militare.

Questo, è evidente, non giustifica alcuna successiva violenza, ma non può essere ignorato in un ragionamento serio e basato sull’analisi storica». Poi sulle accuse di negazionismo degli eurodeputati sloveni e croati: «è un termine che in questo contesto appare deliberatamente forzato e fuori luogo». «Nessuno nega l’esistenza delle foibe, né le sofferenze degli esuli – continuano i Progressisti - il punto contestato dagli storici, e ripreso dagli eurodeputati sloveni e croati, è l’uso strumentale e politicamente “sovra-caricato” di questi eventi, spesso esagerati nei numeri e volutamente decontestualizzati, per dipingere gli italiani esclusivamente come vittime e gli jugoslavi solo come carnefici. Una semplificazione che non è storia, ma propaganda».

Questo approccio non mira alla riconciliazione né alla verità storica, ma solo a rafforzare il proprio consenso politico attraverso il vittimismo nazionale. Invece di riconoscere la complessità della storia, Cisint opta per una retorica divisiva, che ostacola qualsiasi forma di dialogo tra l’Italia e i suoi vicini» così in chiusura il movimento.

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