Morto ad Auschwitz appena nato, una scuola a Ferrara dedicata al goriziano Bruno

Morto ad Auschwitz appena nato, una scuola a Ferrara dedicata al goriziano Bruno

l'intitolazione

Morto ad Auschwitz appena nato, una scuola a Ferrara dedicata al goriziano Bruno

Di Redazione • Pubblicato il 01 Feb 2024
Copertina per Morto ad Auschwitz appena nato, una scuola a Ferrara dedicata al goriziano Bruno

Ieri l'intitolazione della scuola in memoria del piccolo morto ad Auschwitz, a cui è già dedicato il giardino della Sinagoga di via Ascoli.

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C'è un filo che collega Gorizia e Ferrara nel segno della memoria. Nella mattinata di martedì 30 gennaio, alle 11, nella frazione di San Martino della città estense si è svolta la cerimonia di intitolazione della locale scuola primaria al piccolo Bruno Farber, bambino ebreo di origine goriziana deportato ad Auschwitz nel 1944 all’età di soli tre mesi, il cui nome nei primi anni Ottanta è stato posto al giardino della Sinagoga cittadina. La commissione toponomastica del Comune ferrarese ha accolto la proposta di ricordare la più giovane vittima goriziana dell’Olocausto.

Ad avanzarla, nei mesi scorsi, era stato il direttore del locale Archivio di Stato, Davide Guarnieri, curatore del volume "Usciti dall’oblio. La famiglia Fink, Arrigo Tedeschi e Oddone Pesaro nei ricordi e nelle carte d’archivio”. Il volume è stato edito in occasione della Giornata della memoria 2023 come ottavo numero della collana “Quaderni dell’Archivio di Stato”. All’interno vi si può leggere un saggio dello stesso Guarnieri, dedicato alla storia della famiglia Fink, originaria dell’impero russo ma vissuta, nei primi del Novecento, tra Gorizia e Ferrara. Ad essa apparteneva Ester, moglie del goriziano David Farber, dalla cui unione nacque Bruno il 7 novembre 1943.

Significativamente intitolato “Il rifugio tradito”, la ricostruzione di Guarnieri illustra la scelta compiuta da alcuni esponenti delle famiglie Fink e Farber di trasferirsi a Ferrara, dove dal 1928 viveva il padre di Ester, Benzion Fink, nella speranza di sfuggire alla persecuzione nazista che nella Gorizia sottoposta all’amministrazione militare tedesca del gauleiter Rainer divenne una concreta realtà. Fu lì che Bruno venne al mondo: forse l’unica vera gioia che allietò le incertezze di una tragedia incombente.

Infatti, la previsione di raggiungere la sicurezza declinò dinanzi alla solerzia attuata dalle autorità della Repubblica di Salò nell’eseguire la caccia ai cittadini di origine ebraica: nei primi giorni di febbraio 1944 una retata condotta da miliziani italiani prelevò, nella località di Cassana presso una famiglia del posto, le sole donne della famiglia Fink e, con esse, il piccolo Bruno Farber. Poco più tardi avvenne la partenza alla volta del campo di sterminio. Alla realizzazione della ricerca condotta da Davie Guarnieri hanno collaborato, oltre all’Archivio Centrale dello Stato di Roma, anche due istituzioni goriziane: l’Archivio di Stato di Gorizia e l’Istituto scolastico comprensivo Gorizia 1.

Entrambi hanno fornito la documentazione storica relativa alle famiglie Fink, Farber e Rothstein. Ad un anno esatto dalla pubblicazione della ricerca, nel quadro delle iniziative promosse dal “Comitato 27 gennaio” presieduto dal prefetto di Ferrara (ed ex di Gorizia), Massimo Marchesiello, la cerimonia dell’intitolazione della scuola primaria “Bruno Farber” ha visto la partecipazione dello stesso commissario di governo, del vicesindaco Nicola Lodi, della locale dirigenza scolastica. La delegazione goriziana era composta dal sindaco Rodolfo Ziberna e dal direttore dell’Archivio di Stato di Gorizia, Marco Plesnicar.

A rendere particolarmente significativo l’evento, la presenza dei discendenti delle famiglie Fink e Farber, oltre al rabbino capo di Ferrara, Luciano Meir Caro, il quale conserva ancora un bel ricordo di Gorizia, dove operò in qualità di rabbino capo della comunità goriziana e triestina negli anni Settanta.

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