Morto l'architetto Giorgio Picotti, progettò piazza Vittoria e il Verdi di Gorizia

Morto l'architetto Giorgio Picotti, progettò piazza Vittoria e il Verdi di Gorizia

il lutto

Morto l'architetto Giorgio Picotti, progettò piazza Vittoria e il Verdi di Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 05 Feb 2024
Copertina per Morto l'architetto Giorgio Picotti, progettò piazza Vittoria e il Verdi di Gorizia

Era tra i progettisti più noti della città, aveva ideato il Palazzo della Regione e l'Auditorium in via Roma. Il ricordo dell'Ordine degli architetti.

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Gorizia perde uno dei suoi architetti più celebri, la cui firma si intravede in molti suoi luoghi simbolo: si è spento a 86 anni Giorgio Picotti, dopo aver lottato contro la malattia. Laureatosi al Politecnico di Torino, è stato il ‘padre’ di numerosi edifici e luoghi della città, a partire dal Palazzo della Regione e relativo Auditorium della cultura friulana fresco di conseguimento del titolo. Una sala, quest’ultima, finalmente riaperta in questi mesi alle attività in vista della Capitale europea della cultura 2025.

Dopo aver studiato con Carlo Mollino all’ombra della Mole, aprì il proprio studio professionale a Gorizia insieme alla moglie Mariateresa Grusovin. Suo anche il progetto della Casa dello studente di Gorizia, all’epoca in via XXIV maggio. Come lo ricorda il portale Siussa, «la sua ricerca formale è orientata a tutto campo e si cimenta in rielaborazioni degli stilemi rurali», come quello della Cassa rurale e artigiana di Lucinico tra il 1980 e l’84, ma anche in soluzioni plastiche più astratte, come nella chiesa di San Crisogono di Grado.

Con la collaborazione dell'ingegner Giorgio Ciani realizzò il condominio "Italia" e l'edificio in corso Italia 119 nel 1988, al posto della casa di Bolaffio. A balzare all’occhio è la «sempre più accurata rinuncia alle decorazioni plastiche e strutturali esterne». Il suo nome, comunque, è legato in particolare alla riqualificazione di piazza della Vittoria nel 2001 e la ristrutturazione del Teatro Verdi, tra il 1990 e ‘93 con Giorgio Ciani. «Era un grande amico - lo ricorda il collega Lino Visentin - ho fatto gavetta nel suo studio da neolaureato».

Originario della Carnia, arrivando in riva all’Isonzo da Socchieve insieme ai fratelli, era figlio di un impresario. L’amore per l’architettura si era così sviluppato dapprima a stretto contatto con la realtà goriziana, maturata quindi a Torino dove studiò insieme alla moglie. «Era molto giovane nelle sue idee - rimarca Visentin - il miglior architetto che Gorizia abbia avuto negli ultimi anni». Oltre al lavoro, era impegnato anche nella categoria, essendo tra i co-fondatori dell’Ordine di Gorizia: prima era legato a quello del Friuli.

Lo stesso Ordine l’aveva celebrato lo scorso novembre, consegnandogli un riconoscimento insieme ad altri professionisti per i suoi 50 anni di carriera. Guardando al Verdi, con il suo lavoro «ha creato una struttura moderna in un palazzo ottocentesco». Su piazza Vittoria, invece, «aveva cercato di ricucire quella che era l’immagine originaria, riportando la statua di Sant’Ignazio dov’era in origine e valorizzando la statua del Nettuno». Nel suo palmares, si conta anche la Sala Incontro della parrocchia di San Rocco, nell’omonimo borgo goriziano.

Proprio in quella chiesa si terranno i funerali, mercoledì 7 febbraio alle 11, con partenza dall'ospedale civile. «L'Ordine porge un sentito ringraziamento al collega, esempio per le nuove generazioni di iscritti,  per la  capacità di tradurre idee in progetti di pianificazione e architettura, mettendo a disposizione della società il meglio della sua  professionalità e apportando un importante contributo alla figura dell’architetto. A noi architetti e alla società rimarranno le sue opere» commenta la presidente dell’Ordine, Michela Maricchio.

Foto Renzo Crobe

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