Morsolin attacca il progetto della nuova piazza di Monfalcone, «meno piazze più scuole».

Morsolin attacca il progetto della nuova piazza di Monfalcone, «meno piazze più scuole».

La nota

Morsolin attacca il progetto della nuova piazza di Monfalcone, «meno piazze più scuole».

Di Redazione • Pubblicato il 29 Apr 2021
Copertina per Morsolin attacca il progetto della nuova piazza di Monfalcone, «meno piazze più scuole».

«Servono classi meno numerose e quindi più strutture, non una piazza con un pilo identitario». Cristiana Morsolin prende le distanze dal progetto per la nuova Piazza della Repubblica di Monfalcone.

Condividi
Tempo di lettura

“Abbiamo letto che l'amministrazione comunale ha intenzione di spendere 5 milioni 400mila euro per rifare la piazza del centro cittadino. Una piazza che risvegli lo spirito "identitario" della città. Noi ci chiediamo: ne abbiamo veramente bisogno?”.

La domanda arriva da Cristiana Morsolin de La Sinistra per Monfalcone. “Il 2020 è stato un anno di grandi stravolgimenti, una pandemia ha colpito tutte le nazioni, ci ha costretti a cambiare i nostri modi, i nostri tempi di vita e di lavoro, ha costretto i nostri figli e le nostre figlie e rimanere a casa, ha costretto i genitori ad arrabattarsi con la famigerata DAD (didattica a distanza) con connessioni intermittenti e con supporti non sempre disponibili, pensiamo a chi ha più di un figlio e magari deve anche lavorare da remoto”, prosegue Morsolin.

“Pensiamo ai giovani che hanno dovuto rinunciare a quella parte di relazioni che da adulti compongono il mosaico dei nostri ricordi scolastici. Monfalcone non è stata risparmiata da questa esperienza. Il problema principale, ci è stato detto, sono gli assembramenti, basti pensare ad i numeri di studenti nelle classi, aumentati ad ogni riforma scolastica, e subito capiamo che l'assembramento non è evitabile. Quindi tutti a casa!”.

Il problema del Covid non è un problema che purtroppo risolveremo domani e allora perché non pensare ad un piano straordinario per le scuole? Più scuole, più spazi, classi meno numerose e più insegnanti”, prosegue la consigliere. “In questo modo non solo potremmo continuare a mandare i nostri ragazzi a scuola, ma ne gioverebbe anche la didattica e la tanto sbandierata inclusione. Allora la domanda sorge spontanea: perché invece di spendere tanti soldi pubblici per rifare una piazza (senza alberi e senza panchine) non si è pensato di fare più scuole pubbliche? Forse – conclude - è di questo che avremmo più bisogno oggi invece che di un pilo identitario”.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×