LA VICENDA
Morso da un cane e condannato: «Io vittima di ingiustizia, è una beffa»

Il racconto del giardiniere Antonio Sciortino aggredito nel 2015 mentre lavorava. Si definisce vittima di una delusione processuale e considera tradite le sue aspettative.
Gennaio 2015: Antonio Sciortino, titolare della ditta di giardinaggio “Verde Unico.it” con sede a Pieris, viene aggredito da un cane entrato in una proprietà di via Alcide De Gasperi a Ronchi dei Legionari dove sta lavorando. Viene morso alla coscia sinistra. Dato che l’animale si dimostra insistente, l’uomo tenta di difendersi con l’aiuto di un bastone. Il cane desiste e si allontana. A quel punto Sciortino esce dal cortile dell’abitazione e si reca verso la vicina area giochi dove l’animale ritorna e incontra il proprietario del cane N.F. residente lì vicino.
Il colloquio tra i due si fa concitato e l’aggredito ricorda al proprietario dell’animale che nei parchi c’è l’obbligo di guinzaglio e museruola. Partono le offese: il giovane spinge Antonio che a sua volta ricambia lo spintone. N.F., nel rovinare a terra, si rompe l’omero. Antonio chiama i Carabinieri - davanti ai quali N.F. continua ad agitarsi e a minacciare il giardiniere - poi si reca assieme a sua moglie al Pronto Soccorso del San Polo, l’altro contatta il soccorso sanitario e viene trasportato all’ospedale in ambulanza.
Dopo l’iniezione di antitetanica, Antonio se la cava con 15 giorni di prognosi per dolori articolari. N.F. viene invece operato per la frattura scomposta all’omero. Sono circa 60 i giorni di prognosi post operatoria comprensivi di terapie e riabilitazione. Entrambi i protagonisti della vicenda ricorrono alle vie legali. Il giardiniere è difeso dall’avvocato Vincenzo Martucci, mentre il legale di N.F. è Antonio Montanari.
Nel 2017, il processo è stato celebrato nella Sezione Penale del Tribunale di Gorizia. Le varie udienze sono presiedute dalla dottoressa Maria Concetta Bonasia ed il Pubblico Ministero è Vitalba Di Taranto. Il 5 aprile del 2022, Antonio viene condannato a quattordici mesi di reclusione ma potrà scontare la sua pena con i lavori socialmente utili. «Al processo sono passato dalla parte del torto – dichiara Sciortino – il padrone del cane si è difeso dicendo che l’animale è “abituato” ad usufruire liberamente dell’area giochi senza guinzaglio e che non ha mai aggredito nessuno. Io sono stato aggredito senza motivo mentre lavoravo».
Dalla vicenda non sono emersi testimoni. «Si tratta di una condotta negligente innegabile nei miei confronti. Sono stato vittima e pure condannato. Questa è un’ingiustizia, una beffa» aggiunge Sciortino che ha presentato ricorso in Appello finendo fino in Cassazione dove sono stati confermati gli esiti dei precedenti dibattimenti. Va detto che N.F. è stato condannato per omessa custodia dell’animale. Contattato dalla nostra redazione, l’avvocato Martucci ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
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