Morì in un incidente stradale a Savogna d'Isonzo, dopo oltre quattro anni si andrà a processo

Morì in un incidente stradale a Savogna d'Isonzo, dopo oltre quattro anni si andrà a processo

la vicenda

Morì in un incidente stradale a Savogna d'Isonzo, dopo oltre quattro anni si andrà a processo

Di Redazione • Pubblicato il 02 Feb 2021
Copertina per Morì in un incidente stradale a Savogna d'Isonzo, dopo oltre quattro anni si andrà a processo

Un 34enne di Monfalcone morì schiantandosi contro un albero, tre persone sono state rinviate a giudizio.

Condividi
Tempo di lettura

Ci sono voluti quattro lunghi anni e mezzo, ma alla fine la magistratura ha dato ragione ai familiari di Francesco Maria Tomasso (nella foto) e a Studio3A, che li assiste, chiamando in causa direttamente l’Anas. Il possente tiglio contro il quale il 34enne di Monfalcone, dopo aver perso il controllo della sua Fiat 600, si è schiantato, perdendo la vita, e che oggi infatti, al solito troppo tardi, è stato tagliato, non ci doveva stare in quell’aiuola spartitraffico all’incrocio tra la strada statale 55, che la vittima stava percorrendo quel maledetto 25 luglio 2016, e la strada provinciale 13, a Savogna d’Isonzo. O, quanto meno, andava protetto.

A conclusione di una lunghissima fase di indagini preliminari, il pubblico ministero della procura di Gorizia, Paolo Ancora, ha chiesto il rinvio a giudizio per un alto dirigente dell’Anas, ente proprietario della strada, L. N. N., 61 anni di Roma; per una funzionaria del compartimento per il Friuli Venezia Giulia di Trieste, S. L. 64 anni, residente a Ronchi dei Legionari; e per una ingegnere di Trieste, C. T., 38 anni. In relazione alla richiesta del sostituto procuratore, firmata il 14 dicembre 2020, il Gup Flavia Mangiante ha fissato per il 20 aprile 2021, alle 10.30 in tribunale a Gorizia, l’udienza preliminare.

All’indomani della tragedia, i congiunti della vittima erano subito stati tormentati da tanti interrogativi. "Perché è vero che si è trattato di una fuoriuscita autonoma per una perdita di controllo dell’auto - scrivono i legali in una nota -, di cui non si conosceranno mai le ragioni, ma è anche vero che con ogni probabilità le conseguenze sarebbero potute essere molto meno devastanti se Francesco Maria non avesse trovato sulla strada quel possente albero che troneggiava nell’aiuola spartitraffico e da cui anzi debordava, invadendo parzialmente la carreggiata, senza che vi fosse alcuna protezione e a dispetto delle norme del Codice della strada".

"Anche perché - proseguono - quello di Tomasso non era il primo veicolo ad essere finito contro quel tiglio e gli abitanti della zona avevano spesso segnalato il pericolo che rappresentava". La Procura di Gorizia aveva subito aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale, inizialmente contro ignoti, disposto l’autopsia sulla salma del giovane e, soprattutto, affidato una perizia cinematica per ricostruire la dinamica e le cause dell’incidente, incaricando a tale fine quale proprio consulente tecnico l’ingegner Marco Pozzati, il 30 agosto 2016. "Da allora, però, il silenzio per lunghi anni, nonostante le svariate richieste di accesso agli atti presentate da Studio3A per ottenere qualche risposta e avviare l’eventuale procedura di risarcimento danni".

Questa, ora, "partirà subito, e nonostante una lettera aperta della sorella della vittima, Alessandra Tomasso inviata nel 2018 al pubblico ministero per sollecitare informazioni sull’iter del procedimento. L’unica notizia che si era potuta attingere, nel marzo 2020, è che il fascicolo, dal 2019 non era più un 'modello 44', cioè contro ignoti, ma era diventato un 'modello 21', ossia c’erano degli indagati, il che aveva ridato fiato alle speranze di giustizia dei familiari, così come il recente abbattimento dell’albero. Speranze ora corroborate dalla comunicazione, giunta il primo febbraio, della richiesta di rinvio a giudizio e della fissazione dell’udienza preliminare del processo".

"L’inchiesta è stata lunga - sottolineano da Studio3A -, ma va dato atto alla Procura goriziana di aver effettuato un lavoro certosino acquisendo innumerevoli fonti di prova. Ai tre imputati si contesta il reato di omicidio stradale in concorso per aver causato la morte di Tomasso 'in cooperazione colposa tra loro, per colpa generica consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché per colpa specifica, consistita nell’aver omesso di tenere condotte doverose che avrebbero portato all’abbattimento o alla protezione con barriere di un albero collocato all’interno di un’aiuola spartitraffico posta al centro della strada statale 55 km 13 +130'".

In particolare, ci sarebbe stata la "violazione degli articoli 2 e 3 del D.M. 223 del 18 febbraio 1992, che regolamenta le barriere di sicurezza e prevede, tra le zone da proteggere nelle nuove realizzazioni stradali, “gli ostacoli fissi, laterali o centrali isolati, quali pile di ponti, fabbricati; tralicci di elettrodotti, portali della segnaletica, ovvero alberature entro una fascia di 5,00 metri dal ciglio esterno della carreggiata, nonché le successive disposizioni in materia contenute nel D. M. 2367 del 21 giugno 2004, nella Circolare n. 62032 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 21 luglio 2010, e infine l’articolo 14 del Codice della Strada, che impone una serie di obblighi generali agli enti proprietari della strade allo scopo di “garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione'".

Tutte norme non rispettate, secondo la Procura. Più nel dettaglio, S. L., anche direttore dei lavori dell’opera, e C. T., quali progettiste del progetto esecutivo relativo alla perizia n. 4603 del 4 gennaio 2012 inerente appunto tali lavori, sono accusate di aver “redatto la perizia senza elaborare alcuna progettazione ed analisi sulla sicurezza delle zona da proteggere nella tratta considerata”, mentre L. N. N., che è anche un capo dipartimento regionale dell’Anas, “quale Dirigente dell’area tecnica di esercizio e responsabile unico del procedimento dell’intervento in questione, ometteva di vigilare sulla conformità della perizia”.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione