l'anniversario
Gorizia ricorda il paracadutista Italico Chenda, morto in Africa 81 anni fa

Nato nel 1917, era figlio di profughi scappati a Bologna durante la Grande guerra. Cadde nella guerra d'Africa e oggi riposa al Sacrario di El Alamein.
Era il 30 settembre 1942 quando il sottotenente Italico Chenda cadeva a Deir El Munassib, in Africa Settentrionale. Figlio di profughi scappati da Gorizia a Bologna durante la Grande guerra, era ufficiale paracadutista della divisione "Folgore", già distintosi nelle fila del III reggimento Artiglieria da montagna della "Julia" durante la campagna di Grecia, in cui ricevette la Croce di guerra al valor militare. La sua famiglia risiedeva nel rione di San Rocco, in via Parcar, e lui venne alla luce il 18 giugno 1917.
Complice il fatto che la città dal 1916 era diventata italiana, la famiglia Chenda non venne sfollata all'interno dell'Impero asburgico, essendo anche forte il sentimento irredentista al suo interno. Nato quindi durante il primo conflitto mondiale, morirà nel secondo, ricevendo alla memoria la Medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: "Comandante di una sezione di artiglieria anticarro, durante un attacco di preponderanti forze avversarie, già in parte penetrate nelle nostre linee, accorreva di iniziativa con i suoi paracadutisti in aiuto dei compagni".
"Nella sanguinosa lotta corpo a corpo che ne seguiva - prosegue -, fu esempio di slancio, aggressività e audacia. Subito dopo con fulminea decisione, percorreva un lungo tratto di terreno scoperto, sotto una tempesta di ferro e di fuoco, per assaltare con pochi uomini un ridotto avversario che continuava a resistere infliggendo perdite ai nostri reparti. Raggiuntolo, ne sormontava di slancio il parapetto, fulminando col fucile mitragliatore molti dei difensori e mettendo in fuga i superstiti".
"Mentre il grido di vittoria premiava la sua temeraria audacia, colpito in piena fronte cadeva sulla posizione eroicamente conquistata" conclude la motivazione. La salma riposa ora nel Sacrario di El Alamein insieme agli altri caduti italiani. A suo perenne ricordo è intitolato il piazzale della caserma "Pisacane" di Livorno, già sede del 185esimo reggimento di Artiglieria paracadutista "Folgore".
A ricordarlo oggi, a nome dell'Associazione nazionale paracadutisti d'Italia di Gorizia, è il presidente Domenico Calesso: "Gorizia si onora di averti avuto tra i suoi più illustri e coraggiosi figli, quei figli d'Italia che hanno pagato, per amore della Patria, il più elevato prezzo".
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