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I tre sconfitti nella corsa in Fvg: Moretuzzo, Maran e Tripoli
Le reazioni dei candidati presidenti sconfitti: Tripoli chiede il riconteggio, presa d'atto di Moretuzzo e Maran.
Terminato il conteggio delle liste in Friuli Venezia Giulia, c'è chi non si arrende. Giorgia Tripoli, candidata di Insieme Liberi, ha infatti promesso di voler chiedere il riconteggio, facendo sapere di avere "notizie di schede che sono state annullate dai presidenti di seggio perché le persone hanno messo la X sul nostro simbolo, scrivendo il cognome di un candidato non presente in quella circoscrizione o addirittura il mio nome. Questo - ha spiegato - non andrebbe fatto. Andrebbe annullata la preferenza e dato il voto alla lista".
L'indipendente ha così puntato il dito verso il voto disgiunto, mentre si è detta onorata per i voti raccolti, 22696. "Ovviamente non avrò la possibilità di fare qualcosa entrando fisicamente in Consiglio - ha spiegato - ma sicuramente il progetto di Insieme Liberi andrà avanti e mi vedrà fortemente coinvolta. Probabilmente hanno pagato sia il lavoro che ho fatto in questi anni come avvocato che il fatto che io sia riuscita, con la mia persona, a mettere insieme tante realtà, alcune più estreme e altre più moderate".
Nel centrosinistra, Massimo Moretuzzo fa i conti da primo dei candidati presidente non eletti. "Sapevamo dall'inizio - ha ammesso - che sarebbe stata una partita complicata, che comunque ci ha visto raccogliere un interesse crescente, però resta che non siamo stati abbastanza bravi per riuscire a fare un risultato migliore. Il percorso che abbiamo fatto in campagna elettorale è stato molto interessante perché non ha visto solo le forze politiche che hanno sostenuto la mia campagna elettorale, ma tante persone che si sono avvicinate a noi e questo è il dato più positivo".
Cresce la sua lista diretta, Patto per l'Autonomia-Civica che ha raggiunto il 6,23%. C'è però la considerazione sull'affluenza: "Ho sentito dire dal presidente Fedriga che, tutto sommato, da noi le cose non sono andate male come in altre realtà, io invece credo che questo dato percentuale debba faci riflettere. Mi sono accorto che i comuni ai margini del territorio regionale, soprattutto della montagna e della fascia orientale, sono comuni dove i cittadini hanno votato pochissimo", plaudendo così all'idea della sua campagna elettorale di partire proprio da quei centri.
A chiudere il cerchio è Alessandro Maran. Il leader del Terzo polo ha ricordato che "l'obiettivo, che aveva costituito anche la nostra scommessa iniziale, era quello di porre un primo mattone per costruire la casa dei riformisti. Ora ci attendono molte altre battaglie, dopo aver archiviato una campagna elettorale dall'esito scontato per la presidenza, perché mettere radici richiede sempre del tempo". Se la posta in gioco non era contendibile fin dall'inizio, "il nostro obiettivo era quello di costruire una realtà alternativa all'attuale bipolarismo".
L'ex senatore ha quindi rimarcato come "per noi lo sforzo per costruire l'orizzonte unitario Italia-Europa continuerà. La prossima scadenza è quella delle elezioni europee e tutte le nostre formazioni convolte fanno riferimento a Renew Europe: sarà un'altra occasione per riproporre un progetto a livello continentale". Per quanto concerne la dicitura Calenda all'interno del logo "credo che ci saranno dei cambiamenti perché, se si va verso la costruzione di un partito nuovo e unitario, bisogna anche trovare simboli diversi e un nome adatto al conflitto politico e sociale di oggi, non a quello del secolo scorso".
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