Il grazie di Moraro a Violetta Vecchiet, «generosa e coinvolge la comunità»

Il grazie di Moraro a Violetta Vecchiet, «generosa e coinvolge la comunità»

premio san'andrea

Il grazie di Moraro a Violetta Vecchiet, «generosa e coinvolge la comunità»

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 01 Dic 2023
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Nella sua omelia, don Alberto si è soffermato sulla pagina evangelica della vocazione di Sant’Andrea. Ospite la Cappella della Cattedrale di Gorizia.

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Si è celebrata ieri sera, a Moraro, la festa patronale di Sant’Andrea Apostolo. Un importante momento di ritrovo, che negli anni è diventato anche l’occasione del conferimento di un riconoscimento. Un ringraziamento che, per consuetudine, viene tributato alternandosi di anno in anno dal Comune, a coloro che più si sono distinti nella vita paesana, e dalla Chiesa, a quanti lo hanno fatto nella vita parrocchiale.

Questa volta è toccato alla Chiesa, pertanto il premio “Sant’Andrea” è stato conferito dal giovane vicario parrocchiale di San Giorgio di Nogaro don Alberto Santi, al termine della messa concelebrata con il parroco don Maurizio Qualizza. Ad aggiudicarselo è stata Violetta Vecchiet, “per il molteplice impegno religioso e sociale – si legge sulla targa – nella comunità parrocchiale e nel paese svolto con generosità e grande capacità di coinvolgimento”.

“Grazie per il tuo modo di essere, per l’altruismo e lo spirito d’iniziativa con cui hai partecipato alle varie attività del paese”, ha affermato il sindaco Lorenzo Donda. Sempre Donda ha poi colto l’occasione per ricordare anche l’importanza del ruolo della famiglia di Vecchiet, sempre al servizio del paese, “incluso il compianto Tonino”. Un’ulteriore targa è stata poi consegnata anche al coro della Cappella musicale della Cattedrale di Gorizia, diretta dal maestro Fulvio Madotto e invitata per l’occasione ad accompagnare la messa.

Nella sua omelia, don Alberto – dalla cui ordinazione è trascorso appena un anno – si è soffermato sulla pagina evangelica della vocazione di Sant’Andrea. Il celebrante ha sottolineato come l’evangelista registra in fondo gesti ordinari, consueti della vita feriale di quegli uomini, fatta di lavoro, un lavoro che occorre per portare avanti la famiglia, per guadagnare qualcosa, per vivere dignitosamente.

“Oggi come ogni domenica – così don Alberto –, giorno del Signore, il registro cambia, i gesti sono diversi, la solennità del rito, parole non usuali. Abbiamo bisogno di una sosta - ha proseguito - della contemplazione, di ritrovare significati più profondi al nostro vivere. Così nella vocazione di Andrea tutto potrebbe sembrare feriale e usuale, ma in verità c’è quel qualcosa che cambierà quegli uomini in apostoli, li farà diventare da pescatori a pescatori di uomini”. La serata è stata infine conclusa da un momento conviviale ospitato negli spazi della canonica.

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