IL CORTEO
Monfalcone, Stop alla violenza sulle donne in tutte le sue forme: più di 150 persone sfilano in centro città

Dopo i presidi degli scorsi anni, l’associazione Da Donna a Donna ha organizzato la manifestazione iniziata in via Matteotti e conclusasi in piazza della Repubblica. Presenti oltre 150 persone. Focus su dati e modelli comunicativi.
È partito in via Giacomo Matteotti alle ore 17 di ieri, lunedì 25 novembre, il corteo organizzato dall’associazione monfalconese “Da Donna a Donna” per portare nel cuore pulsante di Monfalcone i temi della violenza di genere e la difesa delle donne che ne sono vittima. Molto sentita la partecipazione degli oltre 150 presenti, uomini e donne di tutte le età, accorsi per reclamare l’importanza della questione in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Il corteo, cominciato con il ritrovo davanti al liceo “Michelangelo Buonarroti”, ha proseguito all’incrocio con viale San Marco lungo la centrale via Fratelli Rosselli per poi concludersi in piazza della Repubblica, dove si sono svolti i principali interventi a cura delle attiviste che hanno organizzato la manifestazione; tutte le strade interessate sono rimaste chiuse al traffico per il tempo necessario al passaggio dei manifestanti. Alla testa del corteo, le volontarie dell’associazione hanno avanzato spingendo su un supporto mobile l’ormai nota panchina rossa fatta installare in numerosi comuni: si tratta del simbolo del progetto culturale “PanchineRosse” nato nel 2014 a Torino per commemorare tutte le donne uccise e per diffondere consapevolezza sul tema negli spazi pubblici.
La camminata verso la piazza è stata accompagnata da cori e slogan quali “Donna, vita, libertà”, canzoni contro la violenza sul genere femminile e da brevi letture: fare rumore e farsi sentire contro il silenzio, per tutte le donne che non possono più farlo, questo è stato il messaggio di fondo. Ha emozionato in particolare i presenti la lettura della poesia “Se domani non torno” dell’attivista peruviana Cristina Torres Càceres, diventata negli anni un vero proprio inno di ribellione femminista contro l’oppressione e la violenza di genere.
Una volta giunti in piazza della Repubblica, i manifestanti si sono riuniti attorno al gazebo allestito dalle organizzatrici del corteo, che hanno introdotto la parte conclusiva della manifestazione esprimendo la loro soddisfazione: «È la prima volta che organizziamo un corteo per il 25 novembre al posto dell'usuale presidio e ci possiamo dire soddisfatte della partecipazione, ma speriamo e puntiamo a essere sempre di più il prossimo anno». I successivi interventi hanno puntualizzato come siano noti i numeri sui cosiddetti femminicidi - risultati tra i 96 e i 117 durante l’ultimo anno, secondo Istat - mentre molto meno in vista rimane la realtà alle loro spalle: oltre 26mila, ad esempio, sono le donne di tutta Italia che si sono rivolte a un centro antiviolenza nel corso del 2022.
È necessario dunque sensibilizzare e portare avanti quotidianamente la battaglia contro le profonde radici sociali e culturali della violenza di genere, fra le quali rientra anche la martellante tendenza a sessualizzare la figura femminile o a svilirla nei media e nel discorso politico. Sono tutti i fenomeni che - secondo la voce delle attiviste che hanno animato la manifestazione - le istituzioni continuano a non affrontare con la giusta attenzione.
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