Monfalcone, spunta il supertestimone bengalese su estorsione e lavoro in subappalto. Video e Cisint all’Antimafia

Monfalcone, spunta il supertestimone bengalese su estorsione e lavoro in subappalto. Video e Cisint all’Antimafia

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Monfalcone, spunta il supertestimone bengalese su estorsione e lavoro in subappalto. Video e Cisint all’Antimafia

Di SALVATORE FERRARA & FEDERICO DE GIOVANNINI • Pubblicato il 03 Nov 2025
Copertina per Monfalcone, spunta il supertestimone bengalese su estorsione e lavoro in subappalto. Video e Cisint all’Antimafia

Il materiale è stato raccolto dall’europarlamentare e allegato alla mozione proposta dalla maggioranza sul rapporto tra Azienda e territorio.

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Effetto sorpresa al Consiglio Comunale di oggi lunedì 3 novembre a Monfalcone. Tra i vari punti all’ordine del giorno presi in esame dall’Aula, dopo la presentazione della mozione del consigliere Anna Maria Cisint su “Fincantieri: la città chiede un nuovo modello”, l’europarlamentare ha reso noto un «file video documentale allegato al testo» contenente la testimonianza di un uomo originario del Bangladesh coinvolto in un caso di estorsione per ottenere un posto di lavoro in una ditta esterna che gravita nell’indotto del Cantiere navale.

Un contributo che il presidente del Consiglio Gabriele Bergantini dichiara come «arrivato nelle ultime ore» alla sua attenzione e a quella della segreteria degli Organi Collegiali. Un arrivo tardivo non gradito dal consigliere di Monfalcone Civica e Solidale, Alessandro Saullo, il quale ha riferito che il contributo video non è stato reso disponibile ai consiglieri 24 ore prima della seduta come previsto dal regolamento.

Il materiale «è stato mandato alla Commissione Parlamentare Antimafia, che presto terrà un’audizione a riguardo» commenta Cisint ed è stato divulgato in aula a beneficio dei consiglieri, ma non è stato diffuso tra i media. «Una storia realmente accaduta» rileva Bergantini, che attraverso la testimonianza raccolta da Cisint racconta di una vittima di aggressione e di ripercussioni sulla salute personale. I fatti sarebbero accaduti nell’estate scorsa; il protagonista del video si presenta a volto coperto e con la voce presumibilmente alterata da intelligenza artificiale, mediato da un interprete.

Arrivato in città, ha cominciato a cercare lavoro, senza trovare alcun impiego per sette mesi. Poi, “lavoro in cambio di soldi”: questo è stato prospettato all’uomo da chi si è “offerto di aiutarlo”. «Per lavorare devi pagare» si è sentita dire la vittima. Si parlava di cifre che si aggirano tra i 500 e i 600 euro: una somma per lui insostenibile, nella sua piena consapevolezza che la Legge italiana vieta tutto questo. Tra le ingiustizie subite, è emerso che sarebbe stato costretto a restituire la metà dello “stipendio”, ovvero mille euro. Non sono mancati i riferimenti a subappalti illegali, violenze verbali e minacce, culminati nell’aggressione di qualche mese fa a Monfalcone.

Sempre stando a quanto riferito, dei fatti sarebbero al corrente le forze di polizia. Anche se le vicende legate al «pizzo islamico» non sono, purtroppo, una novità in quanto già entrate nel dibattito politico locale nei mesi scorsi, è la prima volta che un caso del genere approda ufficialmente in Consiglio comunale; lo ha definito infatti una «testimonianza significativa» il capogruppo dell'opposizione, Diego Moretti. Ora si attende che l’onorevole Cisint venga audita in Commissione Antimafia.  

Un commento alla condivisione della testimonianza arriva alcune ore dopo il Consiglio da Sani Bhuiyan. «Si tratta di un fatto grave, che deve essere affrontato con serietà, non con propaganda - esordisce il consigliere comunale del Pd - io credo che questo episodio mostri un problema vero, ma non possiamo trasformarlo in un processo contro un’intera comunità: usare un caso singolo per lanciare accuse generiche è un modo per alimentare divisioni, non per risolvere i problemi». «Ho sentito dire in aula che i soldi delle estorsioni servirebbero a finanziare i centri culturali: questa è un’affermazione gravissima, senza prove, e profondamente ingiusta - prosegue Bhuiyan - la magistratura farà il suo lavoro e io ho piena fiducia che lo farà con serietà e imparzialità, ma la politica deve fare il suo dovere: non usare la paura per guadagnare consenso, ma stare sempre dalla parte della verità e della giustizia».

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