La sperimentazione del taser per la Polizia locale a Monfalcone, il voto in Aula

La sperimentazione del taser per la Polizia locale a Monfalcone, il voto in Aula

LUNEDÌ 30 SETTEMBRE

La sperimentazione del taser per la Polizia locale a Monfalcone, il voto in Aula

Di REDAZIONE • Pubblicato il 26 Set 2024
Copertina per La sperimentazione del taser per la Polizia locale a Monfalcone, il voto in Aula

Il consiglio comunale sarà chiamata ad approvare il regolamento per l’utilizzo dello strumento antiaggressione di cui sarà dotata la Polizia locale.

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La sperimentazione per la dotazione del taser sarà «attuata mediante assegnazione di due armi ad impulsi elettrici ad altrettanti appartenenti al corpo di Polizia locale di Monfalcone - ai quali è conferita dal Prefetto la qualità di agente di pubblica sicurezza - dapprima individuati fra coloro che si saranno volontariamente resi disponibili a partecipare alla sperimentazione stessa». È quanto riportato nell’articolo 1 del Regolamento, presentato ieri in Terza Commissione consiliare, che accompagna la relativa delibera che verrà presentata nel prossimo Consiglio comunale fissato per lunedì 30 settembre, fissa in maniera chiara i termini e i limiti dell’introduzione di questo strumento antiaggressione sempre più utilizzato in funzione di prevenzione dalle forze dell’ordine e dagli agenti di Polizia Locale di molti Comuni.

La delibera prevede una serie di procedure e vincoli per una corretta gestione di questa nuova dotazione. La decisione di procedere in questo senso è stata valutata preventivamente dalla giunta su proposta del vice sindaco reggente e assessore alla Sicurezza Antonio Garritani e dell’assessore al Personale Anna Maria Cisint. C’è stato anche un confronto con il personale interessato. Lo strumento vuole rappresentare un ausilio integrativo rispetto agli investimenti del progetto “Monfalcone Città Sicura”, basati sulla rete di videosorveglianza, sul rafforzamento dell’organico e sul coordinamento con le diverse autorità pubbliche e che rappresentano aspetti qualificanti del presidio del territorio.

Le misure che accompagneranno l'introduzione del taser seguiranno la disciplina legislativa in materia e sono molto articolate. Punto di partenza è il programma di formazione per il personale coinvolto nella sperimentazione chiamato a seguire “le linee generali” adottate in sede di conferenza unificata Stato Regioni. L’eventuale utilizzo di questi strumenti «deve essere l'estremo mezzo per rendere innocui soggetti estremamente agitati e aggressivi, armati con armi da sparo, armi da taglio e similari o corpi contundenti atti a costituire grave pericolo per l'incolumità pubblica e degli agenti operanti».

Prima di ricorrervi, inoltre, gli operatori dovranno collocarsi a non meno di tre metri e cercare di convincere e far desistere il malintenzionato da comportamenti violenti. Se tuttavia ciò non avvenisse, il personale della vigilanza estrarrà il taser dalla fondina ponendo in essere tutti gli accorgimenti propri delle tecniche operative di base, quali la triangolazione in relazione alla fonte di pericolo, e il rispetto delle linee di tiro e delle distanze di sicurezza, utilizzando i puntatori laser a scopo deterrente, nonché il pulsante denominato "warning arc" per far udire il crepitio dell'arco voltaico con una adeguata comunicazione verbale.

Questa la procedura indicata in delibera. Inoltre, il reggente Garritani e l’assessore Cisint sottolineano congiuntamente il fatto che «il taser ha sia funzione deterrente che di tutela dell’incolumità dei nostri agenti». La decisione di utilizzare l'arma deve quindi «considerare il contesto dell'intervento ed i rischi associati con la caduta della persona». In particolare «dovrà essere evitato l'utilizzo dell'arma in presenza di gradini e di altri elementi architettonici e d'arredo spigolosi od acuminati e, in ogni caso, non potrà essere utilizzata nei confronti di soggetti in evidente stato di gravidanza o di disabilità motoria nonché nei confronti di soggetti che dichiarino chiaramente di essere portatori di pace maker o similari».

Una volta approvato l’atto dal Consiglio comunale, partirà un periodo di sperimentazione, preceduto da una formazione del personale coinvolto, che durerà 6 mesi. A parteciparvi saranno gli operatori individuati fra coloro che si saranno volontariamente resi disponibili.

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