L'evento
Arriva la casetta del bookcrossing de La Sinistra, aperta a Monfalcone

Appuntamento mercoledì 27 settembre con la presentazione di un libro sui desaparecidos.
Lo Spazio Rosso, inaugurato più di un anno fa in piazza Cavour a Monfalcone, in breve tempo “è diventato un punto di riferimento per cittadine e cittadini che spesso si fermano a parlare, a chiedereinformazioni sulle politiche attuate, a portare dei problemi o delle richieste. Molte e diversificate sono le iniziative politiche e culturali che si sono svolte fuori e dentro quello spazio, attraversato da associazioni, singoli e gruppi più o meno informali”, sottolinea l’associazione La Sinistra per Monfalcone.
“In questo contesto abbiamo sentito la necessità di essere ancora più al servizio della città e della diffusione della Cultura libera e gratuita creando un punto per il Bookcrossing”. L’appuntamento è, dunque, per mercoledì 27 settembre alle 18: durante la serata, il sodalizio ha scelto di presentare un libro edito da una casa editrice emergente e locale, Qu Du, "Bettina sin aparecer".
Il volume parte dal 1976 quando Daniel Tarnopolsky si ritrova solo. La sua famiglia, padre, madre, sorella, fratello e cognata, viene sequestrata da una “patota” (così venivano chiamate le squadracce di paramilitari che operavano le desapariciones). Lui scampa all'appuntamento con la morte perché non è in casa.
Il libro non è solamente una narrazione delle vicende che investono Daniel nel corso della sua vita, ma un manoscritto nel quale egli, alla sua voce e a quella di sua nonna, affianca quella di Betina, sua sorella minore, in una ossessionata e commovente ricerca di colei che immagina come non morta ma in un limbo di oblio e catatonia, uccisa nell'animo ma non nelle sue spoglie, dal suo torturatore.
A queste vicende si affiancano la religiosità, lo studio dell'ebraismo, della musica e del canto che lo portano a specializzarsi in psicomotricità e musicoterapia. Oltre ad uno sviluppo pragmatico della ricerca di memoria, verità e giustizia per la sua famiglia.
La causa civile per danni morali e materiali intentata ed emblematicamente vinta (quelle penali erano sostanzialmente bloccate dalle leggi di impunità in vigore anche in democrazia) contro uno dei capi della giunta militare, l'ammiraglio Massera, e la donazione di quanto ottenuto per risarcimento alle Nonne di piazza di Maggio, organizzazione per i diritti umani con lo scopo di ritrovare i bambini strappati alle mamme dopo il parto nei centri di detenzione e dati in adozione illegale a famiglie colluse con la dittatura civico-militare, rappresenta un'emblematica eterogenesi dei fini per colui che, quei bambini, aveva ordinato di rapire e di far sparire.
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