Monfalcone, risposta diretta alle patologie critiche: avviato il reparto multidisciplinare

Monfalcone, risposta diretta alle patologie critiche: avviato il reparto multidisciplinare

ALL’OSPEDALE SAN POLO

Monfalcone, risposta diretta alle patologie critiche: avviato il reparto multidisciplinare

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 11 Dic 2024
Copertina per Monfalcone, risposta diretta alle patologie critiche: avviato il reparto multidisciplinare

Inaugurata stamane la specializzazione cardio pneumo diabetologica del dipartimento specialistico al secondo piano della piastra A del nosocomio.

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È stato inaugurato stamattina, mercoledì 11 dicembre, il nuovo reparto cardio-pneumo-diabetologico del Dipartimento Specialistico Territoriale all’Ospedale San Polo di Monfalcone. Dal 2026, questa realtà diventerà pienamente operativa nella nuova Casa di Comunità.  Il reparto ambulatoriale nasce nell’area fino ad oggi occupata dalla Pneumologia territoriale ed è il primo nucleo di integrazione pluridisciplinare delle società complesse Patologie Cardiovascolari, Patologie Respiratorie Patologie Diabetiche e in collaborazione anche con la Nefrologia e Dialisi Isontina. Come riferito alla cerimonia di inaugurazione dal direttore generale di Asugi, Antonio Poggiana si tratta di un dipartimento «che riporta la clinica sul territorio per seguire le patologie di maggior criticità».

«Da ogni crisi bisogna uscire reagendo e questo è un buon modo per farlo – sono le parole di Andrea Di Lenarda, direttore del Dipartimento Specialistico Territoriale – affrontando la situazione di difficoltà del Sistema Sanitario e senza lasciare isolati gli specialisti». La presa in carico dei pazienti sarà quindi multiprofessionale e multidisciplinare. Ad integrarsi saranno le forze sanitarie aziendali giuliane ed isontine. Asugi risponde quindi con un’organizzazione innovativa della presa in carico delle patologie croniche, in stretta collaborazione nelle Case di Comunità con i medici di medicina generale e con le strutture socio-assistenziali. Di rilievo, quanto realizzato nella piastra A del secondo piano del nosocomio monfalconese. È il risultato di quanto coordinato dall’Ufficio Tecnico sanitario sotto la guida dell’architetto Mauro Baracetti.

Sulle pareti del reparto sono state riprodotte delle fotografie storiche a cura del Consorzio Culturale del Monfalconese. Questo è prova del fatto che- come sottolineato dal presidente Davide Iannis - «La rete fra enti è fondamentale e le immagini scelte aiutano il benessere di chi frequenta il reparto». Quali risposte si daranno? Al paziente cronico complesso ambulatoriale non si risponderà con prestazioni e liste di attesa ma con la presa in carico ad ampio raggio che si tradurrà in percorsi dedicati e personalizzati sui bisogni del paziente, in una visione globale dei problemi e non suddivisa per singole malattie. Di Lenarda ha pure spiegato che quello monfalconese è un primo passo dopo quelli fatti a Gradisca e Cormons. La stessa cosa sarà fatta per Gorizia e Trieste.

Il progetto
Il reparto si sviluppa su una superficie complessiva di circa 550 metri quadri completi di tutte le apparecchiature di indagine quali ECG, ECO, Ecocardio, test da sforzo, ecc., ambulatori che verranno ad essere integrati con una palestra per riabilitazione pneumologica, locali per segreteria, sala riunioni, deposito barelle, cucinino e depositi per materiale corrente. Nei nuovi spazi è stato collocato il Consultorio Familiare. Realizzate anche un’adeguata area di accoglienza e di segreteria. Tutta l’area di intervento è stata completamente ripavimentata con materiale vinilico. Il nuovo controsoffitto è in pannelli di fibra minerale o in pannelli metallici.

L’ambiente si presenta molto luminoso. I principali interventi impiantistici hanno riguardato la realizzazione di nuovi impianti di ventilazione meccanica controllata, ad "aria primaria". L’impianto elettrico è stato rifatto e adeguato anche in base alle nuove destinazioni d’uso. L’impianto di illuminazione è stato completamente rivisto e dotato di nuove lampade panel-led che migliorano la qualità della luce e abbassano notevolmente il consumo energetico.

Alcuni numeri
L’intervento è stato realizzato grazie ad un contributo regionale di euro 625mila euro. I lavori sono stati divisi in tre lotti per consentire la normale attività dei servizi e quindi la continuità della risposta sanitaria. I lavori, guidati dal responsabile Baracetti, sono iniziati il 24 gennaio scorso e sono stati ultimati il 4 novembre. Il progetto è stato redatto dallo studio associato ETA Progetti di Udine. A dirigere i lavori è stato il geometra Sandro Cussigh di Asugi.. L’impresa esecutrice dell’opera è stata la padovana T.S.B. di Legnaro.

Gli interventi
In occasione dell’avvio del reparto, il direttore della Pneumologia Marco Confalonieri ha riferito di «una progettazione con una specifica identità» e di «approcci specifici integrati» mentre di «cambio di modelli organizzativi e nuove risposte» ha parlato direttore delle Patologie Diabetiche, Riccardo Candido. Di una sanità «non ancora perfetta» si è dimostrata conscia l’europarlamentare e assessore alle priorità strategiche per lo sviluppo urbano Anna Maria Cisint.

«Un obiettivo che si realizza e di cui siamo particolarmente orgogliosi - commenta - un progetto nel quale abbiamo creduto sin dall’inizio, che ha come valore aggiunto la prerogativa di rispettare i fabbisogni delle persone, che vengono prese in carico in maniera complessiva, in spazi accoglienti che, attraverso la fotografia, ricordano il territorio e le sue sofferenze. Un reparto che mette assieme diverse specialità di cui la popolazione, proveniente da un territorio ampio che va oltre i confini cittadini, ha bisogno. Una platea enorme di possibili fruitori, dalla Bassa Friulana, dal litorale e dalle aree Carsiche, che potrà avere la possibilità di ricevere risposte in un unico luogo, in cui i pazienti vengono trattati come persone e non come pacchi postali»

«La sfida organizzativa è stata raccolta: mettere assieme delle specialità significa operare in maniera multidisciplinare, allungare la catena che non si ferma all'ospedale ma continua al territorio e dare quindi risposte ad un bisogno di salute per la cronicità che è aumentato nel tempo ed è oggi il punto centrale» lo ha affermato l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi il quale ha ricordato che i bisogni di salute si sono radicalmente modificati seguendo la curva demografica e ha
rilevato come la situazione attuale sia il risultato di anni di non decisioni. «Non si è capito che nel tempo quella 'non decisione' sarebbe diventata 'una vera e propria decisione': qui oggi troviamo l'allungamento al territorio, l'abbattimento dei silos e un modello che permette di evitare l'inappropriatezza» ha spiegato.

L'assessore ha anche evidenziato come modelli organizzativi adeguati permettono di affrontare il tema della carenza di personale e quello, altrettanto centrale, della casistica e del raggiungimento degli standard di sicurezza. «La Regione ha una visione estremamente lucida dell'obiettivo – conclude non prendere decisioni ora significa non garantire in futuro la risposta a bisogni di salute crescenti».

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