Ieri
Monfalcone, nuova riunione il 31 marzo per il futuro dei lavoratori Mangiarotti

Attiva fino al 9 aprile la cassa integrazione poi scatteranno le altre misure. Per i sindacati «servono elementi concreti per la ripresa».
Preoccupazione e smarrimento. Questi i sentimenti espressi ieri dai lavoratori della Mangiarotti di Monfalcone che si sono riuniti in due assemblee, una per i primi due turni e una per quello serale. Assemblee indette dalle segreterie di Fiom-Fim e Uilm con me Rsu. Facendo un passo indietro, si è trattato di discutere di una situazione non facile, ovvero gli 80 esuberi dichiarati dall’azienda all’ultimo incontro in Confindustria: a essere “di troppo” sarebbero 55 operai e 25 impiegati.
Sul tavolo è stata posta la bozza di accordo che l’altra sera era stata inviata ai sindacati e per la quale gli stessi hanno annunciato di riservarsi un’analisi decisa soprattutto su orari del contratto di solidarietà, previsto per 12 mesi, e agli incentivi per quanto riguarda le uscite volontarie.
“La ripresa produttiva - ha fatto sapere Michele Orlandini - che era stata ipotizzata nel 2024 necessita di elementi concreti. Per le maestranze dobbiamo portare a casa il migliore paracadute possibile”. Gli fa eco Antonio Rodà della Uilm di Gorizia e Trieste: “Le azioni messe in campo dall'azienda sono state finalizzate ad una riduzione del personale, non possiamo ravvisare riprese di ripresa industriale”.
“C’è sconforto tra i lavoratori. Una cosa è avere prospettive di sviluppo, ovvero le potenziali 700 occupati ipotizzati lo scorso mese altro è lo stato dell'arte. C'è disorientamento, anche sul ricorso all'appalto da parte dell’azienda”, ha sottolineato Alessandro Contino della Fim.
Va detto che da luglio è attiva la cassa integrazione ordinaria che scadrà il 9 aprile. Il prossimo appuntamento è previsto il 31 marzo con un nuovo incontro tra sindacati, Rsu e azienda una volta che gli stessi sindacati avranno analizzato per bene la proposta.
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