Monfalcone diventi esempio in Europa della lotta al carbone, una proposta per il futuro

Monfalcone diventi esempio in Europa della lotta al carbone, una proposta per il futuro

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Monfalcone diventi esempio in Europa della lotta al carbone, una proposta per il futuro

Di Luigino Francovig • Pubblicato il 04 Apr 2021
Copertina per Monfalcone diventi esempio in Europa della lotta al carbone, una proposta per il futuro

Pubblichiamo la lettera di Luigino Francovig, ex delegato Fiom ed esponente del Pd di Monfalcone, sul futuro della centrale A2A.

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Il progetto prevede un processo di decarbonizzazione verso la transazione energetica, prima con l’utilizzo del gas e poi con l’idrogeno. Riguardo il passaggio all’idrogeno, la firma è avvenuta in Regione, tra il ministro Stefano Patuanelli, gli amministratori della A2A Renato Mazzoncini e quello della Snam, Marco Alverà, alla presenza del presidente Massimiliano Fedriga. Va in direzione del Recovery plan dell’Europa per la riconversione green dell’economia. Un investimento di 500 milioni di euro sul territorio. Sul piano è stato firmato un accordo tra sindacati e azienda, dove è prevista la salvaguardia di 100 lavoratori nel complesso del progetto.

A questi vanno aggiunti decine di posti con l’indotto. Tutta l’operazione è stata certificata dall’assessore regionale alle attività produttive, Sergio Emidio Bini, Come cittadino sottolineo l’importanza dell’investimento sul territorio, giudico positivo l’accordo sottoscritto dai sindacati, in particolare il punto che garantisce l’occupazione. Investimenti e occupazione sono il perno del benessere del nostro territorio. Partecipo al dibattito in corso ponendo al centro il tema di lavoro-salute-ambiente. Parto dagli studi presentati dall’Arpa regionale presentati a Monfalcone nel 2016 e nel 2017 specifico sulla centrale.

Propongo di applicare il “Principio di precauzione” , approvato dal Consiglio di Stato, sezione V, sentenza n. 2495 del 2015, dove dice: “Ogni qualvolta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa, l’azione dei pubblici poteri deve tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui danni siano poco conosciuti o solo potenziali". Per il futuro, propongo un “distretto di eccellenza delle tecnologie ambientali per produrre energia”, collegato ai centri di ricerca e di tecnologia, a partire con il coinvolgimento del sistema scientifico regionale.

Un’impiantistica di soluzioni più avanzate disponibili in campo energetico. Un’esperienza pilota a livello europeo della decarbonizzazione. Un’opportunità per attrarre cervelli e finanziamenti per produrre energia garantendo l’ambiente e salvaguardando la salute. Accelerare su questa strada a fronte di risultati molto incoraggianti provenienti da altre esperienze, ad esempio la centrale a gas situata a Houston, a emissioni zero. Coinvolgendo anche le aziende come la Fincantieri, Ansaldo che stanno lavorando con il gas e l’idrogeno. Non la chiamo più centrale, nome che lega il carbone all’inquinamento, il passato. Ora propongo di concentrare il confronto sul futuro.

Ritengo vada costruita una cornice che definisca una visione complessiva della tematica ambientale e le rispettive risposte fattibili. Una buona base di partenza sono gli studi dell’Arpa regionale, da tutti rivendicati. Ritengo importante che l’amministrazione comunale aderisca al “Patto dei sindaci europeo per il clima e l’energia”, diventando protagonista del processo di transizione. Uno strumento già utilizzato da 12mila comuni in Europa, con risultati eccellenti. Lo sviluppo del territorio è legato all’industria. La qualità dello sviluppo alla qualità della vita. Non è sufficiente che ogni azienda o comparto rispettino le norme ambientali previste (sono scritte dagli uomini).

In un polo industriale, le emissioni inquinatrici nell’aria si sommano e le conseguenze sono moltiplicatrici. La difesa non è il No, che per essere credibile andrebbe esteso a tutte le fonti ritenute pericolose per la salute e per l’ambiente (dalle industrie alle automobili), ma è l’attacco, cioè la ricerca, l’innovazione, gli investimenti. La sola garanzia è un patto tra il Territorio, la Regione e il Centro di ricerca. Oggi è un investimento, domani una spesa. Propongo di percorrere una strada “aggiuntiva” che aiuta, la piantagione di alberi come cuscinetti tra gli impianti industriali o infrastrutture come autostrada, aeroporto, ferrovia e altro.

Un percorso fattibile per costruire la “foresta isontina”, seguendo le azioni già in atto dell’azienda Miko di Gorizia con 5000 alberi, della cantante Elisa con 2000 alberi. Va completato il confronto politico con A2A, complementare di quello sottoscritto dal sindacato, sulla bonifica di tutta l’area, sull’utilizzo delle aree non utilizzate, valutando l’estensione dei panelli solari negli edifici pubblici e altro. Una problematica complessa e in evoluzione va affrontata con tutta una serie di interventi aggiornati. Contrattare, rivendicare, pretendere per dare soluzioni positive alle richieste del territorio. Solo con una visione e partecipando alla sfida si può vincere.

Luigino Francovig

Foto Pd Monfalcone/Facebook

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