LA RICHIESTA
Monfalcone, corsi d'italiano per donne straniere: Ami bussa a Cisint

Un gruppo di insegnanti chiede una sede adeguata ad ospitare i laboratori linguistici per le donne straniere con bambini al di sotto dei 3 anni.
Questa mattina, le insegnanti volontarie dell'Associazione Monfalcone interetnica (Ami) hanno depositato in Comune una lettera aperta, diretta al sindaco Anna Maria Cisint. Nella comunicazione si chiede la collaborazione dell'amministrazione comunale nel reperimento di una sede adeguata ad ospitare i laboratori linguistici per le donne straniere con bambini al di sotto dei 3 anni. A sottoscrivere il documento sono stati Paola Bendoricchio, Luciana Beninati, Anna Bersa, Bruna Mauchigna, Serena Montecaggi, Marina Morin, Lucia Pahor, Anna Troilo e Gabriella Turri Pinamonti.
"Da alcuni anni - scrive il gruppo di insegnanti - cerchiamo di dare il nostro contributo alla vita civile della città dedicando una parte del nostro tempo all'insegnamento dell'italiano alle donne straniere". Da ottobre 2022, attraverso l'AMI sono stati attivati tre tipi di laboratori. Il laboratorio Alfa dedicato alla prima alfabetizzazione con 33 iscritte; due classi dette "Pre A1" con 60 iscritte e un laboratorio per i livelli "A1-A2" che ha contato 23 studentesse. In totale, sono state assistite ed aiutate 116 donne.
"In realtà - sostengono le organizzatrici - le richieste sarebbero molte di più, ma non siamo in grado di accoglierle tutte. Le lezioni sono gratuite e aperte a tutte le donne". Nella missiva, le scriventi hanno richiamato "gli espliciti riferimenti" espressi dal sindaco Cisint sell'importanza che riveste l'apprendimento dell'italiano per i cittadini stranieri.
"La lingua - continuano le insegnanti - , ne siamo più che certe, è lo strumento principale di integrazione, strumento che consente di stringere relazioni positive, proseguire il percorso scolastico, trovare un lavoro. La composizione delle nostre classi è molto variegata, per età, condizione sociale, istruzione. Abbiamo allieve analfabete nella loro lingua, ma ne abbiamo altre che hanno concluso gli studi superiori e l'università".
L'Ami parla quindi di attività molto frequentate e di una realtà da conoscere, fatta di "donne che hanno come unico desiderio apprendere la lingua e cominciare a decifrare il mondo nel quale si trovano a vivere". Per fare questo, il sodalizio si fa garante delle loro esigenze, riscontra pubblicamente la mancanza di spazi adeguati ad accogliere le donne che hanno bambini sotto i tre anni.
"La nostra sede si compone di un unico spazio - spiegano le organizzatrici - mentre avremmo bisogno di due aule contigue, una per le allieve e l'altra per i bambini piccoli, per la sorveglianza dei quali avremmo la disponibilità di alcune volontarie, ex insegnanti di scuola materna, che hanno già collaborato con noi. Sarebbe davvero un gesto significativo se l'amministrazione ci mettesse a disposizione i locali dove poter lavorare, sarebbe un atto concreto che va nella direzione di una composizione dei conflitti che i monfalconesi denunciano".
Un servizio "a costo zero per il Comune" dicono le promotrici, in quanto la scuola dell'associazione risulta autosufficiente e - a garanzia di tutto questo "la città guadagnerebbe cittadine più consapevoli, maggiormente capaci di relazionarsi con il mondo che le circonda". "Attendiamo fiduciose una risposta, nella consapevolezza che le donne tutte, italiane e straniere, possono essere 'l'anello forte' dell'integrazione" così in chiusura le scriventi.
La replica
Veloce la replica della prima cittadina: "Un po' mi rammarico della forma impropria e dal carattere che pare un po’ strumentale, quella di una lettera aperta, con la quale viene richiesta la collaborazione del Comune per lo svolgimento dei corsi d’italiano per le donne straniere, di fronte a una proposta sicuramente positiva. La porta del mio ufficio è sempre aperta verso chiunque voglia confrontarsi a favore degli interessi cittadini e avrei colto volentieri l’opportunità d’un incontro con le insegnanti volontarie nel quale individuare direttamente le esigenze e le possibili soluzioni".
"La mia azione - rimarca - ha come tratto costante quello di sostenere le realtà della società civile quando si impegnano concretamente per il bene comune perché considero questo apporto come essenziale per affrontare al meglio le problematiche del territorio. Senza clamori particolari, abitualmente il Comune opera per dare risposte ai diversi sodalizi che svolgono un’attività preziosa in questo senso, anche nel campo dell’educazione e della formazione negli ambiti più sensibili. Anche in questo caso, una volta che mi saranno indicate le esigenze in termini di spazi, giornate e orari, non mancherà il mio pieno impegno per trovare la sede comunale idonea allo svolgimento dell’attività proposta".
"Quella della conoscenza linguistica è una delle questioni più rilevanti che incidono sull’emarginazione delle donne straniere rispetto alla vita comunitaria che - per le donne musulmane- si accompagna anche a un altro ostacolo quello dell’esigenza di promuovere quelle condizioni di pari opportunità che sono una conquista rilevante della nostra società e che consentono di assicurare l’emancipazione e l’integrazione più piena nelle professioni, come nello studio. La conoscenza linguistica, peraltro, dovrebbe essere uno dei requisiti di base su cui si dovrebbe fondare il soggiorno e la cittadinanza: l’esperienza diretta mi conferma quanto questo gap sia profondo nella nostra città, non in generale, ma soprattutto per chi proviene dai Paesi musulmani, come il Bangladesh".
"Parliamo di un problema che a Monfalcone riguarda non qualche decina di donne interessate, ma di alcune migliaia di straniere. Proprio per questo il Comune non può che considerare lodevole la disponibilità delle insegnanti volontarie a dare una mano in questo ambito, sperando che possano intercettare nel modo più ampio proprio la disponibilità di quel nucleo più refrattario che maggiormente abbisogna di autonomia linguistica anche come strumento di autonoma promozione sociale nell’ambito della nostra realtà" conclude Cisint.
Foto di archivio
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
