L'OPINIONE
Monfalcone, Cisint commenta gli 1,4 miliardi di euro inviati in Bangladesh dai residenti in Italia nel 2024: «Emorragia economica»

La consigliera comunale si esprime sulle cifre provenienti dalla Banca d’Italia con un occhio di riguardo per il contesto di Monfalcone, «fenomeno che priva il territorio di risorse fondamentali».
Provengono dalla Banca d’Italia e sono stati elaborati dalla Fondazione Leone Moressa i dati, pubblicati qualche giorno fa, sulle rimesse all’estero dei cittadini stranieri residenti in Italia (ovvero le quote di denaro che le famiglie immigrate inviano nel loro Paese d’origine) relative al 2024.
Complessivamente, a livello nazionale, tale cifra si aggira per quanto riguarda l’anno scorso tra 9,5 e 12 miliardi; di questi, 174 milioni (pari al 12,5% del totale) provengono dal Friuli Venezia Giulia, con 44 milioni di euro rimessi all’estero dalla provincia. Cifre che la consigliera comunale di Monfalcone Anna Maria Cisint ha definito «una vera e propria emorragia economica che drena ricchezza dal nostro sistema e la riversa all’estero, mentre nelle nostre città i Comuni si fanno carico di servizi, sussidi e spese legate a queste famiglie».
È così che comincia la nota dell'ex sindaca di commento ai dati sul fenomeno, calandoli poi nel contesto della città bisiaca e della sua consistente comunità straniera, in larga parte bengalese. Proprio i cittadini del Bangladesh «figurano a guidare questa fuga di capitali» a livello nazionale, cita Cisint, poiché «nel solo 2024 hanno inviato a casa 1,397 miliardi di euro». Una cifra che da sola, testimoniano tabelle e grafici della Fondazione Moressa, rappresenta «la fetta più importante di tutte le rimesse estere partite dall’Italia».
I dati del documento a livello nazionale riportano inoltre che nel 2024, la quota pro-capite mensile di denaro inviato in Bangladesh da cittadini originari del Paese asiatico si attesta a 604 euro: una cifra di gran lunga maggiore alla media di 131 euro mensili calcolata sulle famiglie provenienti dai primi venti Paesi per residenti stranieri in Italia. Numeri «sconcertanti», secondo l’ex sindaco, specie «se messi a confronto con i bilanci sempre più in sofferenza dei nostri Comuni».
«A Monfalcone, città che ho amministrato – prosegue il commento di Cisint – la situazione è eloquente: il 64% dei beneficiari dei contributi per il servizio scuolabus è di origine straniera (in larghissima parte bengalese), così come il 66% dei fruitori del servizio mensa scolastica; e, più in generale, circa il 95% del bilancio su welfare e bonus del Comune viene assorbito da stranieri». A fronte di ciò, fa però notare la consigliera, «questi stessi nuclei familiari esportano denaro in maniera sistematica, privando il nostro territorio di risorse fondamentali e di una reale ricaduta economica».
Il fenomeno delle rimesse – va precisato, relative qui a tutta la cittadinanza di origine straniera residente nel territorio e non a una sola tra le varie nazionalità - è oltretutto cresciuto esponenzialmente negli ultimi dieci anni per quanto riguarda la sola provincia di Gorizia: l’incremento in percentuale rispetto al 2014 è infatti del +168,2% e rappresenta la variazione più alta fra tutte le province d’Italia.
La lettura dei dati da parte dell’europarlamentare di Monfalcone fa pure emergere che «il Friuli-Venezia Giulia contribuisce con il 12,5% delle rimesse bangladesi a livello nazionale» . Tale percentuale, però, corrisponde alla frazione delle rimesse di tutti i cittadini stranieri residenti in regione - cioè 174 milioni di euro - sul totale nazionale delle sole rimesse verso il Bangladesh pari a 1.397 milioni di euro. Se si volesse invece fare una ragionevole e più attenta stima del rapporto tra rimesse verso il Bangladesh dal Fvg sul numero totale nazionale, la percentuale si aggirerebbe attorno all’1,2% qualora - come riportato nel documento fornito da Cisint - i 604 euro già citati fossero inviati mensilmente da ciascun nucleo familiare. Si attestano invece attorno al 4%, qualora tale stima mensile viene – come indica invece il report della Fondazione Moressa – calcolata in maniera pro capite.
«Siamo di fronte a uno squilibrio intollerabile, che erode le finanze degli enti locali e rende sempre più pesante la presenza straniera e in particolare bengalese nel nostro Paese» è quanto conclude allora Cisint, sostenendo la necessità «di un piano nazionale di controllo sui flussi di denaro verso l’estero» e di «nuove regole che limitino l’accesso al welfare per chi non restituisce nulla alla comunità».
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