LE DICHIARAZIONI
Monfalcone, Cisint: «Chiusa la terza moschea abusiva». La dem Serracchiani, «Governo e Regione inerti con l’eurodeputata»
L’esponente leghista rivendica il ruolo del Comune nella lotta alla radicalizzazione, mentre Serracchiani accusa gli esecutivi di inazione e denuncia un clima di tensione crescente.
«Monfalcone, ancora una volta, si conferma un Comune pilota nella lotta alla radicalizzazione islamica in Italia: è stata chiusa la terza e ultima moschea abusiva e ripristinata la legalità». Ad affermarlo è il consigliere comunale della Lega con delega alla sicurezza e alla lotta alla radicalizzazione, Anna Maria Cisint.
«Si tratta dell’ennesimo centro islamico camuffato da associazione, con destinazione d’uso commerciale e direzionale, quindi del tutto inidonea a ospitare l’esercizio del culto – specifica l’europarlamentare - nonostante le sentenze lapidarie del Consiglio di Stato, che hanno fatto storia, alcuni islamici hanno preferito continuare a infrangere le regole e aprire un’altra moschea abusiva: l’ennesima enclave dove troppo spesso si predica all’odio verso l’Occidente e si porta avanti l’indottrinamento filo-islamista che ci vuole sottomessi, per governarci annullarci e infine sostituirci».
Facendo eco al richiamo del sindaco Fasan sulla mancanza di un’intesa con lo Stato e facendosi ancora una volta promotrice di regole rigide e chiare, Cisint ribadisce che «non è più tollerabile che questi luoghi continuino a esistere». «Proprio su questo nuovo impianto normativo sto lavorando a livello nazionale, con il mio partito al governo del Paese, e lo presenteremo nei prossimi mesi – annuncia - ma da Monfalcone nel frattempo, parte ancora una volta un altro segnale chiarissimo: già oggi i sindaci possono agire a tutela dei cittadini e della legalità e pretendere la chiusura dei centri islamici abusivi»
Per tutta risposta, a definire Governo e Regione «inerti con Cisint» sul tema, è la deputata del Pd, Debora Serracchiani.
Per l’esponente dem, gli esecutivi nazionali e regionali «non prendono in mano la situazione di Monfalcone, prima che degeneri e diventi una bomba a orologeria pronta a esplodere, con danni collaterali per i cittadini e per Fincantieri». «Anche perché stavolta nel mirino dell'europarlamentare Cisint sono finiti cittadini musulmani di Paesi europei» aggiunge commentando l'ordinanza che vieta i raduni per la preghiera collettiva alla comunità macedone di religione musulmana nei locali gestiti dall'associazione Dzemat, richiamando il ripristino della destinazione d'uso prevista dal Piano regolatore.
«Sono di fatto disattese tutte le assicurazioni del Governo e della Regione Friuli Venezia Giulia che – ricorda deputata dem - recentemente riferiva di colloqui di intermediazione in corso con il Comune di Monfalcone».
«Cisint continua a rendere il clima invivibile creando deliberatamente situazioni di tensione» conclude la dem rilevando che «appellarsi al rispetto delle regole non è sbagliato ma compito di un amministratore è dare soluzioni, non creare problemi e poi farne megafono».
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