il vertice
Monfalcone chiede lavoratori locali in Fincantieri, patto con il governo
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La riunione a Roma tra viceministro Gava, Comune, Fincantieri e ministeri. Cisint: «Non c'è più la sostenibilità urbana e sociale, cambiare modello».
Si prefigura come un "Piano Monfalcone", quello che vede coinvolti Comune, governo e Fincantieri. Il tema è stato al centro dell'incontro a Roma tra la sindaca, Anna Maria Cisint, e la viceministra dell'Ambiente Vannia Gava. L'obiettivo è intervenire sulla forza lavoro del cantiere, con la revisione del sistema dei subappalti e un programma di formazione e di incentivazione per l’assunzione di manodopera locale, nonché sulle norme sui ricongiungimenti e il controllo delle presenze temporanee. Al vertice c'era anche il vicesindaco Antonio Garritani, i rappresentanti dei ministeri dell’Interno, del Lavoro e dell’Ambiente e i vertici di Fincantieri.
Per Gava, è stata “una riunione importante tra governo, società e amministrazione di Monfalcone, con tante proposte messe sul tavolo per trovare una sintesi tra mondo del lavoro e della produzione, che va salvaguardata perché ha un impatto importante nel nostro Paese". L'obiettivo è anche la "tutela del Comune di Monfalcone, che si trova a farsi carico di diverse problematiche legate all’aumento dei residenti di paesi stranieri, con criticità legate spesso alla mancata integrazione. Questo sarà un tavolo strutturale per la verifica puntuale delle azioni che si metteranno a regime".
“È la prima volta - sottolinea Cisint - che si realizza un confronto congiunto ai massimi livelli che vede coinvolta l’amministrazione comunale, il governo nei dicasteri più direttamente interessati e Fincantieri e nel quale si assumono decisioni destinate a influenzare progressivamente l’assetto dei fabbisogni di manodopera dello stabilimento monfalconese. C’è una stretta correlazione fra il sistema di produzione dell’azienda e le ricadute nei confronti della nostra città, che ha pagato un prezzo pesante da tutti i punti di vista, compreso quello del mercato del lavoro locale, per l’indiscriminata presenza di stranieri che rifiutano spesso ogni processo di integrazione".
La prima cittadina rileva come, per la prima volta, "le richieste che abbiamo posto in questo senso sono state comprese e recepite appieno dagli interlocutori, che hanno assunto l’impegno di affrontarle nelle relative sedi decisionali, politiche, legislative e operative, sia nell’ambito del piano industriale di Fincantieri, sia nell’ambito dei provvedimenti normativi. Per quanto ci riguarda, si apre un percorso decisivo per le sorti di Monfalcone: saremo determinati nel verificare passo a passo e quotidianamente le scelte che ne conseguiranno”. Ora, il tavolo dovrà riunirsi periodicamente e sarà coordinato dalla stessa viceministra.
I punti fermi del percorso concordato sono stati presentati da Cisint: “Monfalcone è il maggior stabilimento della società, ma negli ultimi vent’anni è stato caratterizzato da una delocalizzazione all’incontrario, con una vera e propria invasione di immigrati musulmani che hanno creato gravi problemi sociali e che rischiano di snaturare la realtà cittadina. Monfalcone non ha più la sostenibilità urbana e sociale per perpetuare questo modello, che include anche il problema della crescita smisurata dei ricongiungimenti familiari senza avere sufficienti condizioni di reddito e di stabilità nel lavoro, con conseguente impoverimento della città e delle casse comunali".
"Non si possono più tollerare altri arrivi del genere - attacca la sindaca -. Questa condizione è stata condivisa dagli interlocutori sia per quanto riguarda il radicale contenimento di questi flussi, sia per le disposizioni che saranno emanate per obbligare la denuncia delle cancellazioni delle presenze temporanee, sia per promuovere una nuova norma sui ricongiungimenti”. Cisint ha quindi riportato l'assicurazione dai vertici del colosso "di confrontarsi rapidamente con il sindacato per dar corso all’impegno assunto proprio a Monfalcone dall’Ad Folgiero per una riqualificazione complessiva della risorsa lavoro".
Un ricambio della manodopera che necessiterà interventi "sugli stipendi, che devono essere competitivi, e sul sistema dei subappalti, dove si concentrano le forme di sfruttamento salariale e contrattuale, che vanno ridotti. Questa è la sfida essenziale del cambiamento da portare avanti nel nostro stabilimento. Del resto, valorizzare le professionalità, dar corso a un piano di riqualificazione e invertire l’attuale sistema di forza lavoro generica e malpagata è interesse stesso della società chiamata a realizzare navi di eccellenza da tutti i punti di vista". Cisint riporta quindi "la volontà di tutti di procedere per perseguire questi obiettivi, sono ottimista".
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