Monfalcone, il Centro Darus Saalam blinda il suo ricorso:  «Decisione del Comune atto di grave ingiustizia»

Monfalcone, il Centro Darus Saalam blinda il suo ricorso: «Decisione del Comune atto di grave ingiustizia»

LA VICENDA

Monfalcone, il Centro Darus Saalam blinda il suo ricorso: «Decisione del Comune atto di grave ingiustizia»

Di F.D.G. e S.F. • Pubblicato il 08 Mag 2025
Copertina per Monfalcone, il Centro Darus Saalam blinda il suo ricorso:  «Decisione del Comune atto di grave ingiustizia»

L’associazione ritiene che l’ordinanza emanata nel 2023 dall’ente vada a privare i cittadini islamici di «uno spazio fondamentale, fulcro della vita comunitaria».

Condividi
Tempo di lettura

È stato di difficile comprensione il principale punto all'ordine del giorno discusso durante il penultimo Consiglio comunale a Monfalcone prima della tornata elettorale. In data 26 febbraio, momento non sospetto, si era infatti dibattuto a lungo in aula su quale dovesse essere l’“interpretazione autentica” da dare all’articolo 7 comma 2 delle Norme Tecniche di Attuazione contenute nel vigente Piano Regolatore Monfalconese, inerente il concetto di "pubblico interesse" riferito alla destinazione d'uso di superfici e aree urbane. Un argomento «di carattere quasi esclusivamente tecnico»: così lo definì in apertura di seduta il vicesindaco reggente Garritani; sostennero invece che si trattasse di una modifica sostanziale al Piano le opposizioni, con gli interventi dei consiglieri Giurissa e Frisenna.

Quell'addentrarsi in una questione così tecnica è sembrato "criptico" e "poco nitido" dal punto di vista cronachistico ai giornalisti che hanno seguito i lavori in Aula, soprattutto per il trattamento di una simile tematica all’avvicinarsi delle elezioni comunali, ma ieri - e, più nello specifico, oggi inizia a chiarirsi nel suo totale significato e senso. Le più recenti notizie dal capoluogo bisiaco sono infatti il ricorso presentato al Tar dal centro islamico Darus Salaam per chiedere l’annullamento della delibera fin qui ricapitolata e la conseguente decisione della giunta di costituirsi parte.

Ciò che ha spinto il Darus Salaam a presentare il ricorso è il rinforzo all'ordinanza dirigenziale del Comune n.03/EP dell'ottobre 2023, rientrata in vigore dopo la sentenza definitiva del Consiglio di Stato e ulteriormente corroborata dal passaggio della delibera al consiglio comunale del 26 febbraio. Se per il consigliere incaricato alla lotta alla radicalizzazione islamica Anna Maria Cisint tutto ciò dimostra che «i centri islamici vogliono porsi al di fuori del rispetto delle norme e dei criteri stabiliti per tutti i cittadini, che peraltro sono stati sempre seguiti imparzialmente dalle diverse amministrazioni comunali», per il Darus Saalam invece «la decisione unilaterale del Comune di acquisire al proprio patrimonio l'immobile di via Duca D'Aosta sede del Centro rappresenta un atto di grave ingiustizia che rischia di compromettere ulteriormente il già fragile tessuto sociale della nostra città».

Tale decisione va, secondo il centro presieduto da Bou Konate, a vanificare «gli sforzi della comunità islamica di Monfalcone per costruire un dialogo costruttivo e rispettoso con l'amministrazione». «L'acquisizione del nostro centro di aggregazione, fulcro della nostra vita comunitaria, non solo ci priva di uno spazio fondamentale, ma rappresenta anche un segnale di chiusura e intolleranza che respingiamo con forza» dichiara ancora la nota stampa. Secondo gli esponenti del centro, infatti, la scelta «genererà un profondo senso di alienazione, rischiando di alimentare pericolose fratture sociali» soprattutto «nelle seconde generazioni di giovani musulmani nati e cresciuti a Monfalcone», alle quali non può che arrivare da tutto ciò un «messaggio devastante: il loro senso di appartenenza è messo in discussione, la loro identità ignorata».

«Di fronte a questa chiusura da parte dell'amministrazione - conclude il comunicato del Darus Salaam - rivolgiamo il nostro appello alla società civile di Monfalcone: alle associazioni, ai sindacati, alle forze politiche democratiche, ai cittadini tutti che credono nei valori dell'inclusione e del rispetto reciproco». Ciò che il centro chiede è un «sostegno per promuovere un confronto aperto e democratico sul futuro del Centro Culturale Islamico e sul futuro della convivenza nella nostra città: non possiamo permettere che l'intolleranza e l'esclusione prevalgano».

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione