LE PROPOSTE
Monfalcone, approvato il piano di dimensionamento scolastico: «in classe la maggioranza sia italofona»
Ok della giunta al documento con le linee per il triennio 2025 – 2026: «Ridurre il sovraffollamento e aprire tavolo tecnico regionale».
Ridurre il sovraffollamento scolastico per evitare la preponderanza di studenti stranieri e prevedere che in ogni istituto comprensivo la maggioranza dei bambini in ogni classe sia italofona, con la partecipazione attiva del Comune di Monfalcone alla costituzione di un apposito tavolo tecnico territoriale che abbia l’obiettivo di definire una sorta di "area vasta territoriale" per alleviare la costante pressione, in termini di capacità ricettiva, alla quale viene sottoposta da anni la realtà scolastica cittadina.
Sono questi i cardini del Piano di dimensionamento scolastico approvato alcuni giorni fa dalla giunta comunale monfalconese per il triennio 2025-2027, basato sulle attuali esigenze didattiche e sul rispetto delle disposizioni di legge vigenti, che il Comune ha inviato alla Regione, attualmente impegnata a stilare l’analogo Piano regionale.
Va detto che il Piano dovrà “armonizzarsi” a quello della Giunta Regionale con cui viene programmata la rete degli Istituti comprensivi del territorio e l’offerta formativa delle scuole secondarie di secondo grado. Si tratta quindi di una sorta di “istanza di aggiornamento” avanzata dal Comune bisiaco che vedrà – nella misura che verrà ritenuta opportuna – accolte dalla Regione le linee di indirizzo proposte.
«Monfalcone ha saputo rispondere alle nuove sfide demografiche investendo in un sistema scolastico che punta alla qualità e alla stabilità dell’offerta formativa – dichiara l’assessore alle Priorità Strategiche per lo Sviluppo Urbano, Anna Maria Cisint - tuttavia, il grande afflusso di studenti non italofoni nelle nostre scuole richiede un supporto da parte della Regione che tuteli il diritto di tutti gli alunni a una formazione equilibrata e in linea con le altre realtà regionali».
«Esiste già una normativa nazionale che prevede esplicitamente che la maggioranza dei bambini presenti in classe sia italofona, proprio al fine di perseguire un’offerta formativa di valore, che potrà avvenire, stante i dati demografici, solo attraverso una equilibrata distribuzione della popolazione scolastica tra gli istituti che insistono sullo stesso territorio – specifica l’ex sindaco, ora europarlamentare - per averne chiesto il rispetto, anni fa sono finita sulle cronache nazionali, con l’accusa di voler creare classi ghetto, mentre chiedevo soltanto pari dignità e opportunità di crescita ed apprendimento per tutti i bambini, sia italiani che stranieri».Cisint ricorda poi gli investimenti effettuati sull’edilizia scolastica che hanno permesso di rinnovare le strutture esistenti anche attraverso la completa ricostruzione degli edifici delle scuole Poma, Collodi, via delle Mandrie, Cuzzi e Sauro. Ampliata anche l’offerta formativa per far fronte a un aumento demografico del 20% registrato dal 2016, «creando di fatto le premesse per diventare un modello virtuoso da esportare anche al di fuori dei confini comunali».
«Risulta ora necessario intervenire per fronteggiare una situazione che probabilmente non conosce eguali nell'ambito dell'intero territorio nazionale, causata dagli elevati flussi migratori che si sono riversati sulla città e che incidono sia sul numero di iscritti in ciascun istituto comprensivo che ha raggiunto il limite della capacità ricettiva, sia sulla percentuale di alunni non italofoni presenti nelle classi, con ricadute fortemente negative sull’organizzazione dei servizi, compresi quelli di refezione e di trasporto scolastico. Si crea in questo modo una grave alterazione del sistema didattico e relazionale in considerazione anche del fatto che il bagaglio sociale, culturale, relazionale degli studenti non italofoni risulta dominante e incide perfino sulla lingua parlata in classe, che non risulta essere l'italiano».«Anche in considerazione delle recenti interlocuzioni con l’assessore regionale Alessia Rosolen e il suo staff - aggiunge l’assessore comunale all’istruzione, Tiziana Maioretto - riteniamo sia fondamentale un processo di revisione del dimensionamento scolastico regionale per garantire un riequilibrio della popolazione scolastica, riducendo il sovraffollamento e rispettando le normative di sicurezza allo scopo di offrire a tutti gli studenti un’esperienza scolastica che assicuri pari opportunità e standard didattici di alto livello per le generazioni future».
«Chiediamo inoltre l’avvio di un tavolo tecnico di confronto tra Regione e Ufficio Scolastico Regionale che, coinvolgendo anche gli enti locali, possa individuare soluzioni proporzionate e adeguate alle specifiche esigenze del territorio».
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