La battaglia sui numeri nei centri islamici a Monfalcone, linea dura del Comune

La battaglia sui numeri nei centri islamici a Monfalcone, linea dura del Comune

LE REAZIONI

La battaglia sui numeri nei centri islamici a Monfalcone, linea dura del Comune

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 06 Mar 2024
Copertina per La battaglia sui numeri nei centri islamici a Monfalcone, linea dura del Comune

Non si sblocca la situazione, ribadita dal sindaco Cisint ieri a La Zanzara. Haq: «Abbiamo proposto 50 posti. Non capiamo posizione del Comune»

Condividi
Tempo di lettura

Mancano pochi giorni all’inizio del mese di Ramadan, un tempo sacro importantissimo per le persone di fede musulmana, in tutto il mondo. Anche a Monfalcone c’è attesa per vivere questa festa all’insegna della condivisione e della fraternità. Le comunità islamiche dei Centri Baitus Salat e Darus Salaam si dicono «in attesa di poter capire quando potranno ripartire le salat» previo quell’accordo «di leale collaborazione» stabilito nel decreto del Consiglio di Stato che – ricordiamolo – sulle note vicende, entrerà nel merito il prossimo 19 marzo. Intanto, attraverso un secondo comunicato stampa, la posizione dell’amministrazione comunale viene ribadita ed è sostanzialmente la stessa.

«Il Comune di Monfalcone esprime incredulità per la decisione assunta dai rappresentanti dei due centri islamici di richiedere l’ottemperanza del decreto del Presidente della seconda sezione del Consiglio di Stato, in quanto ribadisce le considerazioni già evidenziate in risposta alla nota inviata dal legale patrocinante» si legge nella nota. Dunque, si tira dritto e si richiama quanto già stabilito nel tardo pomeriggio di ieri.

«Alla luce delle ordinanze emesse dall’amministrazione comunale e dal pronunciamento intervenuto – continua il testo - non si comprende, infatti, quale veste debba assumere il termine "confronto" in relazione a tutte le iniziative e le misure adeguate e idonee ad evitare ogni possibile pericolo alla incolumità delle persone e delle cose, riferite ad un fabbricato». Contattato dalla nostra redazione, il referente del Centro Baitus Salat di via don Fanin, Rejaul Haq Raju, parla del Consiglio di Stato come «istituzione superiore al Comune». «Non comprendiamo questo atteggiamento – dichiara Haq – da noi c’è sempre la massima disponibilità a ragionare. Cosa possiamo fare di più?».

«Attraverso la consulenza dei nostri tecnici – aggiunge l’esponente di via don Fanin - abbiamo proposto di far pregare nel nostro centro 50 persone alla volta anche se la capienza, indicata dal Comune nelle ordinanze emesse, indicava un massimo di 116 presenti alle preghiere». Il Comune è proiettato all’udienza del prossimo 19 marzo, nella quale l’ente rappresenterà le motivazioni dei propri provvedimenti. Nel frattempo, l'avvocato difensore dei centri, Vincenzo Latorca, ha spiegato che questa mattina è stata presentata un'istanza di esecuzione al presidente della seconda sezione del Consiglio di Stato.

Il sindaco Anna Maria Cisint, a sua volta, ha nuovamente sottolineato «il valore che assume l’applicazione delle leggi che attengono alla sicurezza e l'ordine pubblico e, di conseguenza, il rispetto dello stato di diritto di questo Paese nell’interesse generale della comunità». Tutti temi cui ha fatto riferimento anche ieri sera nella trasmissione radiofonica “La Zanzara” di Radio 24 dove ha ringraziato anche gli uomini della scorta che le è stata affidata a seguito delle minacce di morte ricevute. Non è mancato il riferimento alla presentazione del suo libro “Ora basta, immigrazione, islamizzazione, sottomissione”.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.


Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×