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Monfalcone aderisce allo Sportello Amianto Nazionale, Moretti: «Vuota propaganda». Cisint a Milazzo: «Noi testimoni in Europa»

La minoranza consiliare, «adesione superflua». L’europarlamentare al Comitato Permanente Esposti Amianto e Ambiente in Sicilia, «in UE interrogazione parlamentare per chiedere più finanziamenti e bonifiche».
«L'adesione, superflua e ordinaria, del Comune di Monfalcone al network dello sportello nazionale amianto è l'ennesima puntata di una propaganda che cela invece pesanti omissioni su altre questioni aperte». Lo affermano i consiglieri comunali di centrosinistra Diego Moretti, Lucia Giurissa e Sani Kamrul Hasan Bhuiyan (Pd), Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo (Mcs) e Michela Percuzzi (Insieme con Moretti). Per gli esponenti dell’opposizione consiliare «Sindaco e Giunta si attardano in un inutile trionfalismo per un'iniziativa superflua proprio perché fatta in una regione che da tempo è all'avanguardia in Italia sull'amianto, prima con una legge specifica del 2001, poi con interventi e linee di finanziamento specifiche sulla tutela dell'ambiente in vigore dal 2015. E ancora, dal 2017 con il monitoraggio aereo delle coperture, temi mai esistiti prima di allora, e altrettanto per la parte sanitaria, con un Crua che andrebbe assolutamente potenziato e invece rimane del tutto a languire, legato esclusivamente all'impegno e alla dedizione del personale a esso dedicato».
Ma la prontezza del territorio s’è riscontrata anche «con un lavoro che, sulle sostituzioni delle tubazioni d'amianto dell'acqua potabile la Regione, ha finanziato proprio su sollecitazione del centrosinistra e su cui l'Isontino, dal 2015, grazie all'opera dell'allora amministrazione provinciale Gherghetta e dei Comuni soci di Irisacqua, ha un piano di interventi sulle tubazioni interamente finanziato». «Invece - continuano gli esponenti dell'opposizione - assistiamo agli ennesimi silenzi della Giunta monfalconese: non una parola sul “Decreto vergogna”, degli 80 milioni in quattro anni a Fincantieri, decreto che va profondamente modificato togliendo alla società il risarcimento che il Governo Meloni ha loro concesso. Poi c'è il totale silenzio sulla necessità di un Centro ricerca universitario e di un Crua transfrontaliero proposto da un ordine del giorno del Pd regionale, accolto dalla Giunta regionale nel 2022 e mai realizzato».
Per gli esponenti del centrosinistra monfalconese, l'elenco continua con il «silenzio assoluto sulle fibre artificiali vetrose, la possibile nuova frontiera, per pericolosità e rischio, dell'amianto, sulle quali l'Ad di Fincantieri ha annunciato la costituzione di una task force per evitare che si ripeta un'analoga situazione. E infine, zero parole sul fatto che il tavolo dell'amianto è stato chiuso nel 2018 e mai più ricostituito». «La decima Conferenza Regionale Amianto tenutasi a Gorizia – concludono - ha trattato tutti questi temi: bastava ascoltare gli interventi e non fermarsi, come ha fatto il sindaco, qualche minuto, per andarsene dopo i primi interventi, per conoscere quanto il Friuli Venezia Giulia, non da oggi, sta facendo su tale tematica».
Intanto da Milazzo, in Sicilia, l’europarlamentare leghista Anna Maria Cisint riferisce di aver portato la testimonianza del territorio per richiamare un’azione forte sul tema da portare avanti anche in Europa. L’ex sindaco di Monfalcone ha partecipato al convegno nazionale dedicato alla fibra killer, organizzato dal Comitato Permanente Esposti Amianto e Ambiente. Si è trattato dii una grande tavola rotonda con i tecnici, esperti e rappresentanti delle principali associazioni impegnate da anni nella lotta contro questo dramma sanitario e ambientale.
«Ho portato l’esperienza di Monfalcone, città che ha conosciuto una delle pagine più dolorose legate all’amianto: centinaia di lavoratori del cantiere navale e dei loro familiari hanno perso la vita a causa dell’esposizione e ora ancora oggi si ammalano, spesso indiretta, attraverso i cosiddetti “terlis”, le tute da lavoro intrise di fibre tossiche» dichiara Cisint secondo la quale la città e la Regione Fvg «rappresentano invece un modello positivo di buon governo del fenomeno» dove sono state realizzate mappature, bonificati tutti gli edifici pubblici, attivati contributi comunali e regionali per lo smaltimento nelle abitazioni private, intensificata l’attività sensibilizzazione, sostenuta la ricerca scientifica e rafforzata la parte assistenziale e sanitaria.
«Con la stessa tenacia – prosegue – sto portando avanti questa battaglia anche in Europa, dove ho depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere più finanziamenti e maggiore attenzione sulle bonifiche, in linea con gli obiettivi ambiziosi che l’Unione Europea si è recentemente posta».
Cisint ha inoltre sollecitato un maggior coinvolgimento delle associazioni nelle sedi istituzionali europee ponendo l’attenzione su una contraddizione evidente: «In un’economia globalizzata non possiamo ignorare il tema degli scambi commerciali con Paesi che ancora oggi non hanno inserito divieti e norme contro l’amianto».
«Serve un’azione politica più forte in Europa nei confronti delle nazioni che usano tale materiale, con strumenti normativi penalizzanti per questi Paesi. Sono solo 62 gli Stati che al mondo hanno vietato l’utilizzo dell’amianto. In quei Paesi difatti è ancora oggi possibile che i nostri figli, spostandosi, possano entrare in contatto con le fibre d’amianto» specifica l’onorevole. «Con il viceministro all’ambiente Vannia Gava stiamo lavorando per la riapertura del tavolo Interistuzionale amianto attraverso, e sto già da tempo portando avanti, insieme al vicepresidente del Senato Giammarco Centinaio, un emendamento per modificare radicalmente la destinazione del Fondo Amianto. È una battaglia di giustizia che continuerò a fare con tutti coloro che vorranno collaborare» conclude Cisint.
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