Un mondo tra magia e colori, Il ragazzo e l'airone conquista il pubblico a Gorizia

Un mondo tra magia e colori, Il ragazzo e l'airone conquista il pubblico a Gorizia

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Un mondo tra magia e colori, Il ragazzo e l'airone conquista il pubblico a Gorizia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 10 Gen 2024
Copertina per Un mondo tra magia e colori, Il ragazzo e l'airone conquista il pubblico a Gorizia

L'ultimo film di Hayao Miyazaki vola al botteghino anche nelle due sedi del Kinemax, con quasi 1500 biglietti staccati nei primi sette giorni in sala.

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È un viaggio allegorico nell’aldilà, sorta di romanzo di formazione mediato dal cinema d’animazione. Parliamo dell’ultima fatica di Hayao Miyazaki, che con “Il ragazzo e l’airone” vola al botteghino anche al Kinemx di Gorizia. Ben 550 biglietti staccati dal primo al sette gennaio, exploit parallelo all’uscita in Italia al quale è seguito un andamento pressoché costante nei giorni successivi. Numerosi i premi finora ottenuti, dal Florida Film Critic Circle, Los Angeles Critic Association e dall’Association of Women Film Journalists.

Il più importante dei riconoscimenti è il Golden Globe - assegnato qualche giorno fa a Los Angeles – con cui Joe Hisaishi è stato candidato all’oscar per miglior colonna sonora. «Ovviamente è andato molto bene il primo gennaio, mantenendosi bene anche nei giorni successivi – commenta il direttore del Kinemax Giuseppe Longo. A Gorizia Miyazaki ha il suo pubblico, un successo che la Lucky Red sta riscuotendo un po’ in tutto il mondo». E se il delicato “Perfect days” di Wenders viene proiettato in concomitanza, il genio ottuagenario di Tokyo ha consacrato lo Studio Ghibli al successo mondiale, conservando con costanza il record d’incassi.

«Anche a Monfalcone, che ha un bacino d’utenza maggiore, sta andando molto bene. Sono molto soddisfatto», prosegue Longo nel riferirsi ai 932 biglietti venduti nella sede gemella. Contraddicendo l’esito sfavorevole di pignarûl e fugarele sul nuovo anno, la prima settimana di gennaio ha registrato grande affluenza di pubblico nelle sale cinematografiche, con un incasso più che positivo. Nella sola Gorizia – dal primo al sette gennaio – sono stati staccati più di duemila biglietti. «Vuol dire che la città ha un pubblico preparato – sottolinea Longo - Anche i precedenti di Miyazaki sono andati bene, ma questo in particolar modo è stato lanciato in maniera eccellente dalla Lucky Red. È un capolavoro del cinema d’autore».

Un film in bilico fra la vita e la morte, incentrato sul protagonista Mahito, orfano della madre. Richiamo costante e autobiografico – la dolorosa mancanza della mamma - già presente nel grande “Totoro”. Del resto, lo stesso regista durante l’infanzia dovette affrontare l’assenza materna, a causa della tubercolosi ossea che costrinse la donna a una lunga degenza ospedaliera. Mahito ha in realtà il coraggio e le fattezze di Conan, l’anime televisivo prodotto a fine anni Settanta. Mentre Conan vive nel futuro post-apocalittico di una Terza guerra mondiale, Mahito si muove fra cunicoli e passaggi segreti di una torre abbandonata.

Guidato da un airone cinerino – che nel folclore giapponese appare in prossimità della morte – il ragazzo infrange il divieto di entrare nell’edificio, calcando il tradizionale schema della fiaba di Propp e dando inizio a una serie di peripezie che lo condurranno nell’Aldilà.
«Il livello di gradimento da parte del pubblico è molto alto – commenta l’addetta alle vendite Martina Pizzamiglio - Perché nel film si ritrovano tutti i suoi mondi, dal tema dell’ambientalismo e della natura, al forte senso civico, alla responsabilizzazione che intende sollecitare attraverso il suo messaggio». Un mondo magico dove il passato si confonde con il presente, in uno spazio sconfinato in cui i vivi dialogano con i morti.

Nella torre incontrerà Himi - in grado di domare le fiamme - che cela sotto le proprie sembianze la madre divorata da un incendio. Luoghi metafisici di una dimensione parallela, in cui il tempo si è fermato o corre vertiginosamente all’indietro. Non mancano citazioni ad “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Caroll, o alle sue precedenti produzioni, come “La città incantata” e il “Castello errante di Howl”. Sophie viaggia tramite una porta magica come i protagonisti che attraverso diverse porte torneranno indietro al futuro oppure al passato.

Un lungo viaggio interiore che rappresenta un’interrogazione intorno al significato stesso dell’esistenza e della morte. Il cui simbolo più evidente è quel cancello dorato che Mahito è costretto a varcare, in un’operazione non dissimile dall’incipit del “Citizen Kane” di Welles. Il cancello sorge in un immenso prato, nell’isola di cipressi che richiama l’“Isola dei morti” e il misterioso mondo di Böcklin. Si tratta di un’interrogazione presente nello stesso titolo originale, che in giapponese recita: “E voi come vivrete?”. Domanda con la quale l’anziano regista sembra rivolgersi a quanti avranno il difficile compito di portare la pace nel mondo.

Sono sentieri intersecati, quelli che si dipanano da una realtà all’altra, infinite possibilità a rispecchiare le riflessioni filosofiche di Heidegger sull’autenticità dell’esistenza. Dalle grandi tematiche relative alla tutela delle creature e alla biodiversità ambientale, Miyazaki passa con disinvoltura al mondo degli spiriti, all’amicizia, all’amore. Mahito ritroverà sua madre in Himi, ma dovrà rassegnarsi a lasciarla tornare nell’Aldilà, in un’accettazione cosciente del ciclo della vita. Un’opera profonda che insegna a vivere con intensità e consapevolezza, per sopravvivere alle macerie e rinascere a nuova luce.

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