I molti tavoli aperti tra Villesse e il Tiare, le sfide per il futuro nell'agenda del sindaco Viola

I molti tavoli aperti tra Villesse e il Tiare, le sfide per il futuro nell'agenda del sindaco Viola

Alla scoperta del territorio

I molti tavoli aperti tra Villesse e il Tiare, le sfide per il futuro nell'agenda del sindaco Viola

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 22 Dic 2020
Copertina per I molti tavoli aperti tra Villesse e il Tiare, le sfide per il futuro nell'agenda del sindaco Viola

Dai rapporti complicati con il Tiare ai progetti in cantiere per i prossimi anni, il racconto del territorio e degli obiettivi dopo il Covid.

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Posto come anello di congiunzione tra la Bassa Friulana dell'ex provincia di Udine e il Goriziano, il comune di Villesse è certamente famoso per il suo "residente" più noto: il centro commerciale Tiare. Non è comunque l'unico tratto caratteristico del territorio, a partire dallo svincolo autostradale e passando per le diverse realtà industriali importanti che hanno sede qui.

A capo dell'amministrazione siede da qualche mese Flavia Viola (nella foto), 55 anni, succeduta a Claudio Deffendi nella tornata elettorale del 20 e 21 settembre, con la pandemia ancora in corso. Una situazione che aveva già vissuto in prima fila come vicesindaco nei mesi precedenti, segnati anche da una campagna elettorale non facile da portare avanti. "Non pensavo che la pandemia riprendesse in questo modo - ammette la prima cittadina -, a livello psicologico non è facile affrontare la cosa. Però, per ora, ci stiamo riuscendo tutti insieme".

Per scelta della precedente amministrazione e confermata dall'attuale, le attività culturali sono state sospese per evitare assembramenti e relativi contagi. Un luogo però dove le folle ci sono state è il già citato Tiare, anche se la situazione è rimasta sotto controllo: "Ho avuto modo di parlare con la dirigenza del centro e non sono emerse grosse difficoltà in questo senso, se non lo scorso 7 dicembre ma è stato risolto. Ovviamente, però, i negozi al suo interno sono in sofferenza, avendo dovuto chiudere per un periodo. In più, diverse iniziative sono state rinviate". Problemi che certamente sono comuni anche ad altre realtà, fuori e dentro la struttura.

Pandemia a parte, i rapporti tra amministrazione e centro commerciale sono stati storicamente "non facili", come confermato dalla stessa Viola. "Stiamo cercando di ricucire le cose - ammette il sindaco - ma le nostre risorse sono limitate rispetto al lavoro richiesto dal Tiare. Soprattutto per quanto riguarda le attività commerciali e i servizi del Suap (Sportello unico per le attività produttive, ndr), il nostro ufficio tecnico è oberato di queste pratiche”. Si è già cercato quindi di trovare una quadra, ma le trattative non sono semplici. A gennaio si tornerà al tavolo.

Problemi analoghi si ritrovano per l’esterno dell’area, dove da anni c’è ancora il cantiere dell’autostrada A34: “Il discorso è complesso e riguarda la Regione, Tiare, la ditta Arco immobiliare - che è fallita - e i comuni di Villesse e Romans”. Il tutto rimane ancora fermo, anche a causa della pandemia, e dalla vicenda non si riesce a trovare una soluzione. “Sono cinque anni che combattiamo, così come per le luci che non ci sono lungo la strada”. In ogni caso, “la presenza del Tiare non ha influito più di tanto sul tessuto economico locale, se non a beneficio di qualche azienda che ora lavora per Ikea”.

Quando l’area era in costruzione, ne hanno tratto vantaggio chi aveva camere in affitto per i lavoratori del cantiere, ma oggi sono pochissimi gli abitanti del paese che lavorano lì. “Non è che il Tiare ci abbia portato molta ricchezza” chiosa il sindaco. Viceversa, il collegamento autostradale è stata sicuramente una boccata d’ossigeno per le realtà locali, che sono riuscite a superare le varie crisi. Tra le opere pubbliche, invece, l’agenda vede già delle voci segnate: dalla ristrutturazione del municipio, con il progetto già approvato, al completamento dei lavori per le elementari, con l’efficentamento energetico. Progetto già pronto anche per i nuovi fari dell’impianto sportivo.

Come detto in apertura, Villese fa da cerniera tra il Goriziano e la Bassa, ma economicamente dove si colloca? “È un paese che ha ormai raggiunto lo sviluppo idea, non andrei oltre. Abbiamo la richiesta per un progetto faraonico ma non lo vedo né per noi, né per le stesse Gorizia e Gradisca. I bacini di utenti sarebbero troppo ristretti. A livello industriale, quindi, siamo ormai quasi saturi, ad eccezione di una zona ancora da lottizzare. Ma richieste di acquisto non ci sono. Ora un’industria tra recuperando un vecchio capannone ed è un buon segno”. L’auspicio, quindi, è di recuperare delle aree verdi, in particolare in relazioni alle piste ciclabili che dovranno sorgere affianco dell’Isonzo.

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