Mlaj, Slovenska skupnost contro Ziberna. Il rito a Mossa e Capriva

Mlaj, Slovenska skupnost contro Ziberna. Il rito a Mossa e Capriva

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Mlaj, Slovenska skupnost contro Ziberna. Il rito a Mossa e Capriva

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 11 Mag 2022
Copertina per Mlaj, Slovenska skupnost contro Ziberna. Il rito a Mossa e Capriva

Rinnovata la tradizione nei paesi, la minoranza attacca il sindaco: «Non poteva non sapere».

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Anche quest’anno, Mossa ha festeggiato il Maj seppur in un contesto e con un umore ben diverso dal passato. La vicenda dell’albero caduto a Piedimonte nella notte del 30 aprile, travolgendo la 30enne Michela Sgubin, è ancora tristemente impressa nella coscienza di tutti ma l’amministrazione locale ha voluto comunque portare avanti la tradizione. Il tutto senza issare il consueto tronco alto diversi metri, ma semplicemente un piccola quercia in segno di prosperità e fiducia per il futuro, simbolo dei neodiciottenni della classe 2004 che hanno preso parte ai festeggiamenti.

In tutto, sono stati 23 i ragazzi che hanno preso parte all’attività, inclusa la consegna della Costituzione da parte del sindaco Emanuela Russian il giorno prima. Di questi, 19 sono mossesi e altri 4 sono strettamente legati al paese, avendo fatto le scuole qui o avendoci vissuto per diverso tempo. Per la prima volta dopo circa 30 anni, inoltre, la tradizione si è spostata da via Blanchis, dove si teneva su un terreno privato, all’area pubblica di via dello Sport, davanti al campo sportivo. È stata la stessa amministrazione ad acquistare l’albero, simbolo storico peraltro del Comune.

È stata anche predisposta una targhetta con i nomi dei giovani che hanno tagliato quest’anno il traguardo della maggiore età. “Speriamo che qui troveranno posti anche gli alberi delle annate successive” l’auspicio del primo cittadino. In parallelo, anche Capriva ha voluto rinnovare il rito, nel primo sabato di maggio, con il pensiero rivolto alla giovane cormonese. È stato così piantato l’albero nel pomeriggio insieme al parrocco, don Maurizio Qualizza, sotto i 10 metri. È stato collocato nella struttura predisposta in piazza, dove trova posto anche quello di Natale.

Qui, erano una quindicina i ragazzi presenti, tutti caprivesi. “Abbiamo passato le forze metaforicamente a Michela” il commento del sindaco, Daniele Sergon. Nel frattempo, a Gorizia, la Slovenska skupnost punta il dito verso l’amministrazione comunale, che aveva spiegato di non aver ricevuto alcuna comunicazione preventiva dei festeggiamenti tra il 30 aprile e primo maggio. La sezione di Sant’Andrea, in una nota, ha sottolineato che “il moncone del tronco che spunta in piazza a Sant’Andrea ci ricorda che il mlaj è stato piantato in una buca appositamente prevista nell’ormai lontano 2007”.

Quell’anno, infatti, "la piazza fu interamente riqualificata grazie al contributo regionale per il quale si era speso il compianto Mirko Špacapan. Il progetto, condiviso con la comunità di Sant'Andrea, è ovviamente passato al vaglio dei competenti uffici comunali che avvallando la presenza della buca ne hanno implicitamente riconosciuto la bontà e destinazione d'uso. A scanso di equivoci: quel buco serve solo per l'albero del mlaj e non ha altra finalità né destinazione d'uso. In questo caso il sindaco uscente non può pertanto nascondersi dietro gli uffici comunali”.

“Soprattutto - conclude il partito della minoranza slovena -, da primo cittadino, non poteva non sapere. Il mlaj di Sant'Andrea era posto non solo al centro del paese, ma in una zona nevralgica per il traffico in entrata e in uscita dalla città”.

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