L'incontro
La ministra slovena Vrečko in visita a Nova Gorica: sei carenze principali

Gli obiettivi strategici sono invece tre, cultura per una società coesa, arte e cultura come bene pubblico e cultura per un futuro sostenibile.
Nel pomeriggio di venerdì 14 aprile, presso il Teatro nazionale sloveno di Nova Gorica, si è tenuta una consultazione regionale del ministero della cultura della Repubblica di Slovenia sulla visione delle politiche culturali, per preparare la prevista riforma del modello culturale. La ministra della cultura Asta Vrečko e il segretario di Stato Marko Rusjan, originario proprio di Nova Gorica, intendevano ascoltare le sfide e le proposte di tutti i soggetti interessati alla cultura (lavoratori autonomi e altri operatori del settore, istituzioni pubbliche, ONG, appassionati, pubblico), dei rappresentanti dei comuni (servizi professionali e responsabili delle decisioni), delle agenzie di sviluppo e di altri dipartimenti. Durante l’evento, denominato “Cultura per il futuro”, sono stati inoltre presentati i punti chiave delle nuove linee guida della politica culturale e le prossime modifiche al programma nazionale per la cultura.
L'evento si inserisce all’interno di una serie di consultazioni, che hanno avuto inizio lo scorso 15 marzo, in cui i vertici del dicastero visiteranno tutte le 12 regioni della Slovenia. Finora erano stati vistati Celje, Kranj, Trbovlje, Maribor, Murska Sobota, Novo Mesto, Postumia, Krško, Slovenj Gradec. Nova Gorica è stata la decima tappa di un viaggio che terminerà a Lubiana il 21 aprile. Questa è stata una scelta precisa, ha ribadito con orgoglio Vrečko, si è scelto infatti di non partire dalla capitale che già gode di notevoli finanziamenti in ambito culturale, ospitando le principali istituzioni culturali del paese, ma di tenerla per ultima.
Dopo una presentazione introduttiva dei piani del ministero, Vrečko e Rusjan hanno ascoltato con interesse le proposte e le idee dei partecipanti, che operano in diversi campi della cultura. Tutti hanno sottolineato la necessità di una cooperazione tra il ministero e i comuni e di garantire lo sviluppo della cultura al di fuori delle grandi città, specialmente della capitale. Gli operatori del settore hanno evidenziato soprattutto le difficoltà economiche, la sempre maggiore mancanza di spazi di fruizione della cultura e il progressivo impoverimento culturale dei piccoli centri. Secondo i due rappresentanti del ministero, con la Capitale europea della cultura nel 2025, Nova Gorica e le aree circostanti hanno la grande opportunità di sviluppare un ecosistema culturale locale sostenibile che continuerà ad evolversi anche dopo quell’anno. Il responsabile del programma dell’Istituto GO!2025 Stojan Pelko ha lodato il piano del ministero e ha assicurato di seguire già le linee guida in fatto di sostenibilità economica e ambientale, di uguaglianza di genere e di accessibilità per tutti. La ministra ha inoltre sottolineato l’importanza di un turismo sano, non di massa, che sia legato alla cultura e contribuisca a sostenerla e darle nuova linfa.
Il ministero ha individuato sei carenze principali che dovranno essere affrontate: l’integrazione non sistematica nello spazio internazionale, il divario tra gli sviluppi sul campo e le misure di supporto al sistema, la precarietà, deprofessionalizzazione e disuguaglianza di genere, l’inaccessibilità finanziaria, il fatto che la cultura non sia vista come importante dal pubblico (i suoi effetti positivi non sono riconosciuti adeguatamente) e l’accessibilità disomogenea. Gli obiettivi strategici sono invece tre: cultura per una società coesa, arte e cultura come bene pubblico e cultura per un futuro sostenibile.
Tutti i processi previsti dal piano del ministero dovranno avere un impatto significativo sulla politica culturale del futuro ed è per questo che secondo il ministero è importante che venga coinvolto il pubblico più ampio possibile. Attraverso questa serie di consultazioni, i vertici del ministero intendono ascoltare e cercare soluzioni alle sfide comuni, e creare assieme un ecosistema sociale in cui la cultura e le arti possano contribuire a una società coesa, a un futuro sostenibile e a lavorare per il bene pubblico.
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