I ragazzi tornano in piazza per il clima, «ignorati dal sindaco di Gorizia»

I ragazzi tornano in piazza per il clima, «ignorati dal sindaco di Gorizia»

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I ragazzi tornano in piazza per il clima, «ignorati dal sindaco di Gorizia»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Mar 2022
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Il corteo lungo corso Italia con 200 ragazzi. Le accuse alla Nato sulla guerra in Ucraina.

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Sono tornati in piazza per chiedere soluzioni, seppur con un seguito minore rispetto all’ultimo Sciopero per il clima. Questa mattina, i ragazzi dei Fridays for future di Gorizia si sono ritrovati al Parco della Rimembranza per partire in corteo fino a piazza della Vittoria, marciando contro gli effetti del riscaldamento globale e le disuguaglianze ambientali. Una manifestazione che ha toccato anche gli aspetti della guerra in Ucraina, puntando il dito sull’Occidente e la Nato come co-responsabili del conflitto armato, nonché il ruolo dei combustibili fossili in quanto sta accadendo in questi giorni.

Ad aver aderito all’appuntamento sono stati circa 200 studenti, insieme alla Cgil, Legambiente, EkoŠtandrež, Greenpeace e altre associazioni locali. Dopo aver percorso corso Italia, il gruppo - seguito dalle forze dell’ordine - ha quindi deviato per via XXIV maggio, passando poi via Sauro e sotto il municipio e arrivando nel cuore della città, dopo aver attraversato via Roma. La stessa organizzazione ha voluto rinnovare le richieste all’amministrazione comunale: “Da dicembre le nostre proposte sono ignorate - accusa Anna Postorino, esponente del gruppo - e speriamo che questa volta ci invitino in giunta”.

L’obiettivo è poter esporre davanti a sindaco e assessori “le nostre proposte per Gorizia, perché anche le amministrazioni locali, nel loro piccolo, devono fare il massimo”. Sull’affluenza, è innegabile che ci si aspettasse più affluenza, visto che diverse sigle sindacali avevano annunciato lo sciopero. “Solitamente gli appuntamenti di marzo sono meno partecipati di quelli di settembre - rimarca Postorino - però ci aspettavamo più gente. Non so cosa sia successo ma comunque non ci arrenderemo, siamo comunque riusciti a portare in piazza un gran bel numero di persone e in questa città è importante”. Proseguiranno poi gli appuntamenti.

Il sodalizio si ritrova infatti ogni mercoledì alle 18.30 in via delle Monache, presso l’ArciGong, mentre dalla prossima settimana riprenderanno anche i presidi in corso Verdi. “Cerchiamo di essere presenti, anche sui social, e abbiamo scritto anche un manifesto con cui chiediamo iniziative alle amministrazioni, scuole e studenti”. A portare i colori di Legambiente c’era la presidente Anna Maria Tomasich, che ha ricordato - visti gli ultimi sviluppi - come l’associazione “porta avanti da anni la tematica dell’Isonzo. Serve un coordinamento transfrontaliero, dobbiamo chiederci quali sono le soluzioni per una gestione equa”.

Sempre sull’aspetto locale, “anche a Gorizia possiamo e dobbiamo accelerare molto - hanno rivendicato i ragazzi durante i vari interventi -: molte misure anche a costi bassi sulla mobilità per ridurre le emissioni. Il comune deve prendere posizione sugli aumenti delle bollette di A2A, e accelerare molto anche sull’efficientamento. Fare una seria transizione ecologica ed energetica, con rinnovabili e risparmio energetico, permette di tagliare velocemente le emissioni, ma è anche l’arma più efficace per non finanziare guerrafondai e dittatori, smettere di dipendere da loro e ridurre la nostra bolletta energetica”.

Nucleare e gas sono stati al centro delle accuse dei giovani, condannando anche le recenti dichiarazioni di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, per il quale “‘bisogna allungare i tempi della transizione ecologica’. Certe uscite non dovrebbero essere più tollerate. Sapremo a chi guardare quando capiterà l’ennesimo disastro climatico, come super-cella tropicale nel bresciano o quando affronteremo la prossima ondata di calore. Per l'interesse di pochi, sono i molti più fragili a rimetterci”. Diverse anche le scuole elementari presenti, con i ragazzi accompagnati dalle docenti al corteo.

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