Alla guida dell'Alfa di Ragazzoni, un 65enne di Cormons protagonista della Mille Miglia

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Alla guida dell'Alfa di Ragazzoni, un 65enne di Cormons protagonista della Mille Miglia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 13 Lug 2021
Copertina per Alla guida dell'Alfa di Ragazzoni, un 65enne di Cormons protagonista della Mille Miglia

Sfidando la malattia che porta con sé fin da ragazzo, Fabrizio Zugliano si è lanciato nella sfida. Il plauso di John Elkan.

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La passione per i motori è un qualcosa che accumuna milioni di persone in tutto il mondo. In questo universo, il 65enne Fabrizio Zugliano (nella foto) non solo è riuscito a realizzare un sogno, ma lo ha fatto con un veicolo che definire unico è poco: guidare l’Alfa Romeo di Clay Ragazzoni alla Mille Miglia. Residente da quasi vent’anni a Cormons, Zugliano ha infatti avuto la possibilità di correre sulla 1900ti che l’asso dei motori utilizzò alla Carrera Panamericana del 2002. Un’esperienza resa possibile dalla Scuderia del Portello e dal progetto Barrier-Free Mobility, dedicato proprio al rimuovere gli ostacoli alla guida per le persone con disabilità.

Il friulano è affetto dalla Sma, malattia degenerativa progressiva che lo accompagna fin da quando era ragazzo. Una condizione, però, che non lo ha mai fatto abbattere, anzi proprio l’amore per le quattro ruote gli ha spesso dato la forza di andare avanti. In otto stagioni disputa 48 rally come navigatore e nel 1984 dà il suo contributo a vincere il Trofeo A112 a fianco di Pietro Corredig. Lasciato il sedile da corsa si avvicina alla Scuderia Red White di Cividale del Friuli e, come direttore sportivo, è chiamato a seguire una quarantina di piloti, tra cui il futuro campione del mondo Endurance Luca Cappellari. È anche una delle anime della Cividale-Castelmonte, corsa per eccellenza in regione e proprio qui conosce per la prima volta la compagine del Portello e Clay Ragazzoni.

Le giornate e gli anni trascorrono tra un impegno e l’altro, quando arriva una chiamata inaspettata. A contattarlo sono Michela Dal Col e Monica Ciani, entrambe molto conosciute nel settore del rally e legate al 65enne da una vera amicizia. Gli vogliono proporre di correre nella più famosa competizione automobilistica d’epoca italiana e una delle maggiori del mondo, partendo da Viareggio fino a Bologna, passando per Roma. Il tempo di realizzare e arriva subito il sì. “Dubbi? - ricorda Zugliano - Tantissimi, dovuti alle riserve con cui nelle mie condizioni possa essere in grado di affrontare questa avventura. Ce la farò? Non lo so, ci provo. Sarebbe veramente il coronamento di una passione nata per caso, ma che è parte della mia vita”.

Ad agevolare il pilota è stato il sistema di guida per disabili sviluppato da Guidosimplex, lo stesso installato all’epoca di Ragazzoni, diventato paraplegico dopo un terribile incidente a Long Beach nel Gran Premio degli Stati Uniti del 1980. Fu dai suoi sforzi che anche i motori si aprirono alle persone disabili e, con l’impresa dell’appassionato cormonese, hanno fatto un ulteriore passo in avanti. A riconoscerlo è stato anche John Elkan, numero uno della Fiat, che ha incontrato Zugliano e Dal Col lungo il tracciato, congratulandosi.

Conclusa questa avventura, che lo ha portato in giro per l’Italia dal 16 al 19 giugno, l’esperto di auto ha voluto ringraziare tutto il team che lo ha sostenuti: “Grazie a queste persone ho scoperto che nulla è impossibile, basta crederci, magari metterci anche un po’ di sana incoscienza (che giovanile non lo è più), ma assieme si riesce a superare obbiettivi insperati. Mi ha sostenuto l’affetto di tantissimi amici che mi spronavano a non mollare, gli Amici del Trofeo 112, quelli della Corte dell’Avvocato, i parenti, i pochi a cui avevo comunicato, nel timore di non farcela, questa opportunità. Grazie a tutti. Fosse per me, su quell’auto ci salirei di nuovo anche domani”.

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