Le mille anime di Bowie, Morgan porta la storia del rock a Gorizia

Le mille anime di Bowie, Morgan porta la storia del rock a Gorizia

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Le mille anime di Bowie, Morgan porta la storia del rock a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 09 Gen 2022
Copertina per Le mille anime di Bowie, Morgan porta la storia del rock a Gorizia

Ieri la star avrebbe compiuto 75 anni, l'omaggio nello show iniziato in ritardo.

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È stato il simbolo di un’era, tra rivoluzioni musicali e dei costumi. In questi giorni, David Bowie avrebbe compiuto 75 anni, se non fosse venuto a mancare nel 2016 a New York. Domani sarà il quinto anniversario di quella triste data e ieri, sul palco del Teatro Verdi di Gorizia, Morgan ha ricordato il mito del pop mondiale in un concerto attraverso le tappe professionali ma soprattutto iconiche. Un percorso fatto insieme alla The White Dukes, tribute band guidata da Andrea Fumagalli, già cofondatore dei Blue Vertigo con lo stesso Morgan.

Uno show iniziato nel modo più classico per le rockstar, co un ritardo di circa mezz’ora del protagonista. Lo stesso cantante, al secolo Marco Castoldi, è tornato sulla cosa nel corso della serata: “Chi è che da deciso che i concerti devono iniziare alle 20.45? La gente mangia ancora a quell’ora”, chiudendo la vicenda con un applauso generale. Alla fine, l’ex giudice di X-Factor si è fatto perdonare con le più belle note nate dal genio di Bowie, personaggio nato con la passione per le voci inglese degli anni Cinquanta e diventato l’emblema della trasgressione.

Sul palco del Verdi succede di tutto, con la corda della chitarra di Morgan che salta all’amplificatore che tuona, mentre un quartetto di clarinetti ha accompagnato il pianoforte su Ziggy Stardust. Il tutto accompagnato con un brindisi dalla bottiglia di una celebre cantina locale, “mecenate” dell’esibizione. Scene che hanno catturato la piena attenzione della platea, in un vortice di musica e colori che hanno fatto rivivere a molti le sfumature di decenni ormai passati, quando il Duca Bianco faceva la sua comparsa su tv e rotocalchi, spesso con il volto del cattivo.

“Bowie voleva interpretare solo ruoli di cattivi che morivano” racconta Morgan, indagando anche il profilo più cinefilo dell’artista. Una notorietà arrivata sul grande schermo frutto anche delle sue sperimentazioni, come quella che lo portò in America per scoprire il funk. Contaminazioni che hanno poi trovato sintesi nella sua opera, destinata ancora oggi ad essere una pietra miliare della storia musicale internazionale. Sfogliando le pagine delle sue canzoni, Castoldi ha fatto rivivere le immagini di eroi, alieni, viaggiatori che riflettono i sogni di chi ha amato il rocker londinese.

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