Mezzo secolo di Centro pastorale sloveno, fedeli in festa a Gorizia

Mezzo secolo di Centro pastorale sloveno, fedeli in festa a Gorizia

l'anniversario

Mezzo secolo di Centro pastorale sloveno, fedeli in festa a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 11 Nov 2022
Copertina per Mezzo secolo di Centro pastorale sloveno, fedeli in festa a Gorizia

Il 20 novembre la messa con l'arcivescovo, appello a trovare foto storiche per una mostra nel 2023.

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È un punto di riferimento non solo spirituale, ma soprattutto di comunità. Quest’anno, cadono i 50 anni del Centro pastorale sloveno di Gorizia, che coordina le attività presso la chiesa di San Giovanni nell’omonima via. Oggi, questa è l’unica in tutta la città a mantenere le funzioni in lingua slovena, proseguendo nella tradizione avviata fin dagli inizi del Novecento. All’epoca, fu l’allora parroco di Sant’Ignazio, della quale la chiesa di San Giovanni è sussidiaria, don Ivan Kokošar a incoraggiare qui le funzioni in sloveno.

Il luogo era già molto frequentato dalla minoranza linguistica, venendo per questa colpita dall’odio fascisti. Questi, nel 1942, le diedero fuoco e appena dopo la Seconda guerra mondiale i fedeli sloveni hanno potuto ottenere nuovamente le funzioni in lingua madre, grazie a don Reščič e don Mirko Mazora. Sarà l’arcivescovo Pietro Cocolin a firmare il decreto del 24 ottobre 1972 per formare una parrocchia personale e non territoriale, eretta per la festa di Cristo Re il 26 novembre dello stesso anno. Ancora oggi, è una parrocchia “senza territorio”.

In questo modo, raccoglie tutti i cattolici di lingua slovena altrimenti sparsi per Gorizia. Sono numerose le figure, clericali e laiche, che si sono alternate nel corso dei decenni in questi spazi: da don Mirko Filej, musicista e animatore culturale, a monsignor Franc Močnik, “padre” dell’attuale assetto. Ci sono poi monsignor Cvetko Žbogar, per lunghi anni parroco-delegato arcivescovile; monsignor Carlo Bolčina, attuale vicario per i fedeli di lingua slovena, per alcuni anni coadiutore; don Alessio Stasi, padre Mirko Pelicon e don Marijan Markežič.

Quest’ultimo, da un anno a questa parte, è coadiuvato da padre Jan Cvetek. Ad animare le attività oggi c’è anche il musicista e docente David Bandelj, che proprio insieme a don Marijan ha illustrato le iniziative in programma da qui ai prossimi mesi per l’importante anniversario. Il primo appuntamento cadrà il 20 novembre, quando l’arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli celebrerà la messa di ringraziamento in lingua slovena. “Tutti gli arcivescovi lo hanno imparato un po’ e ci hanno sostenuto” hanno spiegato.

Tra gennaio e febbraio 2023, invece, è attesa la pubblicazione di una brochure della storia del Centro. Questa sarà curata dalla ricercatrice e operatrice culturale Mariza Perat, insieme all’apertura di una mostra fotografica. A tal proposito, è stato aperto l’invito a chiunque avesse foto storiche di poterle condividere con il progetto, che attingerà già da fonti private. Dal 9 al 12 marzo, invece, sono in programma esercizi spirituali di comunità, tenuti da don Stanko Gerjolj, e il pellegrinaggio al santuario di Monte Santo.

Infine, dal 23 al 25 giugno, spazio alla Ivanovanje. Si tratta di una festa già tradizionale di tre giorni, per celebrare il patrono San Giovanni Battista con momenti liturgici, culturali e conviviali che terminerà così i festeggiamenti del 50esimo anniversario di fondazione. Ad arricchire l’anniversario, è anche il nuovo logo ideato dal grafico Walter Grudina: la croce è l'intersezione tra l'orizzontale e il verticale, il terreno e il celeste. I quattro cuori - o frecce - possono ricordare le conchiglie di San Giacomo e ricordare il battesimo.

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