Medicina generale nel Monfalconese: tra criticità e prospettive future. Moretti: «Attenzione speciale»

Medicina generale nel Monfalconese: tra criticità e prospettive future. Moretti: «Attenzione speciale»

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Medicina generale nel Monfalconese: tra criticità e prospettive future. Moretti: «Attenzione speciale»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 21 Mar 2025
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Un incontro promosso dal Pd e dai sindacati medici mette in luce le sfide del settore tra carenza di professionisti, investimenti necessari e riorganizzazione territoriale.

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Nel tardo pomeriggio di oggi, si è parlato delle prospettive future della medicina generale nel monfalconese. L’incontro, promosso dal Pd è stato ospitato nella sede elettorale di piazza Cavour alla presenza del candidato sindaco del centrosinistra Diego Moretti e dei sindacalisti Claudio Nardo (Snami), Adriana Fasiolo (Fimmg) e Lorenzo Cociani (Smi). Hanno preso parte all’iniziativa anche la segretaria provinciale del Pd, Sara Vito e quella regionale, Caterina Conti. Come spiegato da Lucia Giurissa, capogruppo uscente del Pd in Consiglio Comunale, la necessità di organizzare un incontro su questo tema è emersa dall’ascolto dei comitati di rione. «Medicina generale non vuol dire parlare solo di ospedali ma anche di assistenza territoriale – sono le parole del candidato Moretti – e questo merita un’attenzione speciale anche da parte di chi in Comune andrà ad amministrare pur avendo delle competenze limitate in materia».

La segretaria provinciale di Fimmg ha parlato di una «organizzazione territoriale ferma rispetto ad altre regioni italiane» facendo appello alla necessità di investimenti in persone e tecnologie. Fasiolo ha pure sottolineato il valore decisivo della diagnostica di primo livello «gestita direttamente dai medici di base e dagli infermieri». Questa andrebbe a garantire risposte adeguate all’utenza e aiuterebbe a combattere le lunghe liste d’attesa. Parole importanti sono state spese anche sull’aumento delle cronicità, «una vera emergenza cui far fronte».

Illustrate anche cifre significative: il Fvg ha meno di 700 medici a ciclo di scelta e sotto le 400 unità di guardie mediche. Nel distretto del Basso Isontino nel quale rientra Monfalcone, rispetto al 2019, si è passati da 50 a 37 medici di base attuali. Non va meglio nell’Alto Isontino dove i professionisti da 53 sono scesi a 30. Nonostante l’attivazione degli Asap nella Bisiacaria, risultano 7 le zone carenti tra Monfalcone e Staranzano, 3 a Grado e complessivamente altre 7 spalmate in altri centri bisiachi. Da parte sua, Nardo ha illustrato le motivazioni che hanno fatto nascere gli Asap e ha riferito delle discrepanze che si presentano tra gli accordi sindacali nazionali e quelli di tipo regionale. Il sindacalista ha pure fatto notare i rischi derivanti dalla perdita di contatto con il territorio. Di «narrazioni che banalizzano sulle mancate risposte del territorio» ha parlato invece Cociani il quale ha lanciato l’allarme su una «sanità sotto finanziata in maniera drammatica». Riorganizzazione sanitaria equa e tavolo – ancora aperto da 2 anni - per l’accordo integrativo con gli operatori sanitari sono stati poi gli altri due argomenti resi noti ai presenti.

Sui pazienti senza medico, secondo Cociani bisogna «stratificare i servizi» cioè «scegliere a chi dare» in base alle esigenze per garantire equità. Come? Rivedendo i modelli organizzativi, investendo sulle Case della Salute, garantendo copertura del personale, contrastando il pericolo dell’esternalizzazione dei servizi e dando garanzie precise sui percorsi formativi. Un’altra questione aperta è stata poi sollevata ancora da Fasiolo: la mancanza di attrattività della professione a causa degli eccessivi carichi di lavoro e di responsabilità. Non si è mancato di discutere su come le carenze di presa in carico multidisciplinari locali si ripercuotono sul sistema ospedaliero. Dall’incontro è anche emerso che sono realtà la richiesta di implementazione dei servizi periferici di prossimità e la richiesta di comprendere la vera natura – e funzione – delle Case di Comunità.

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