Mario Toros: una vita per la libertà e la giustizia sociale

Mario Toros: una vita per la libertà e la giustizia sociale

Il personaggio

Mario Toros: una vita per la libertà e la giustizia sociale

Di Ferruccio Tassin • Pubblicato il 17 Dic 2022
Copertina per Mario Toros: una vita per la libertà e la giustizia sociale

Ferruccio Tassin ripercorre l'opera politica di un uomo che ha dato al proprio territorio richiamando la necessità di una biografia che lo racconti.

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Da bambino sentivo parlare di lui: mio padre, manovale al cantiere di Monfalcone, me lo dipingeva entusiasticamente come sindacalista e politico, quando un democristiano ai Cantieri non era al massimo del gradimento.

Per noi giovani DC - anni Sessanta - lui era diventato un mito. Il politico della Alta udinese ci entusiasmava: era nella sinistra sociale, lo sapevamo “firbint” sindacalista della CISL. Aveva il coraggio di opporsi con le idee alla sinistra marxista e al neofascismo. Parlava con irruenza e la convinzione di chi ci crede. Aveva fisico adatto, paura di nessuno e una bella carriera. Qualcosa sapevo del suo passato e molti particolari li appresi da un articolo di Giannino Angeli, ex sindaco di Tavagnacco. Non aveva avuto la vita in discesa, vi si arrampicò con la determinazione di chi ha i mezzi ideali e di intelligenza. In fabbrica, non ancora adolescente, scuole serali, vita sociale nel modo cattolico. Vita da romanzo, insomma.

La guerra lo sorprende giovanissimo (nato il 9 dicembre del ’22), dopo l’8 settembre ’43, sceglie essere partigiano, con la “Osoppo”, poi il via a una carriera per gradi, difatti si crea una notevole cultura politica. Nei congressi DC, non vedevamo l’ora che intervenisse a dare la carica col suo entusiasmo.

Dappertutto ha portato alto il nome del Friuli e dell’Italia, che lui diceva essere grande anche perché autenticamente democratica, tanto che (riferito a se stesso), un operaio poteva diventare ministro. Quando lo fu e, del lavoro, fece una gran figura in momenti difficili quali il famoso “Autunno caldo”. Abile nelle trattative sindacali, anche per la sua forte resistenza fisica, andava di paese in paese a conoscere le necessità, come aveva fatto da giovane oratore nel 1948, fin nelle zone più ruggenti della Bassa Cervignanese. Vicino agli amministratori comunali e a ogni persona gli si rivolgesse, fu attento al Goriziano (la sua famiglia era originaria di Dolegna).

Ricordo la sua attenzione a monsignor Luigi Faidutti (1861-1931), originario delle Valli del Natisone, leader del movimento cattolico nella Contea di Gorizia e Gradisca. Quando lo commemorai a Scrutto di San Leonardo, venne da Udine ad ascoltarmi (era ben oltre gli ottanta). Raccontò un particolare patetico: da Ministro, in visita a Mosca, nel ritorno, fece tappa a Kaunas per andare sulla sua tomba. La politica con alle spalle robuste basi ideali! Una figura molto bella, Mario Toros, fu pure efficace presidente dell’Ente Friuli nel Mondo.

Per concludere, una sua espressione abituale: “Non occorre essere delle aquile per capire …”. Proprio così, non occorre essere delle aquile per capire che è indispensabile e urgente una ricerca per una sua biografia. Sarebbe un atto di giustizia, senza essere moralisti, potrebbe diventare manuale per non pochi esponenti della politica nostrana e nazionale. 

In foto: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra il Senatore Mario Toros, accompagnato dal nipote Paolo, in Prefettura a Udine il 6 maggio 2016 nel quarantesimo anniversario del terremoto.

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