Marco Paolini e il mondo dove tutto cambia, il suo Boomers arriva a Gorizia

Marco Paolini e il mondo dove tutto cambia, il suo Boomers arriva a Gorizia

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Marco Paolini e il mondo dove tutto cambia, il suo Boomers arriva a Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 29 Gen 2024
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Una ballata teatral-cybernetica sul palco del Verdi, con un nuovo album di racconti portato in scena dal surreale Marco Paolini.

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Ha senso proiettare sulle generazioni il conflitto tra chi vuole il mondo come adesso e chi ne immagina uno diverso? Quali sono le cose che hanno lasciato il segno e quali no? Questi alcuni dei quesiti da cui prende le mosse Boomers, lo spettacolo di e con Marco Paolini in scena martedì 30 gennaio alle 20.45 al Teatro Verdi di Gorizia, nell’ambito del cartellone di Prosa.

Una ballata teatral-cybernetica, un nuovo album di racconti dove la memoria collettiva di una generazione è trasformata in scenari da videogioco in realtà virtuale “vietato ai minori di 48 anni non accompagnati”, all’interno del quale Nicola - alter ego/avatar di Marco Paolini - ritorna di nuovo giovane nel suo posto-rifugio, il famigerato bar della Jole, per poter rievocare e rivivere avventure, primi amori, faide politiche e un caleidoscopio di 50 anni della storia d’Italia mischiati alla rinfusa da un algoritmo ancora in fase sperimentale.

La musica ha un ruolo molto importante, con un piccolo ensemble di musicisti guidato da Patrizia Laquidara, una delle voci più intense e liriche della musica “leggera”, figura inafferrabile, poliedrica e brillante della musica d’autore contemporanea.

La biglietteria, in via Garibaldi 2/a (telefono 0481 383601) è aperta da lunedì a venerdì dalle 17 alle 19 e sabato dalle 10.30 alle 12.30. La vendita on line dei biglietti è attiva sul circuito Vivaticket.

Spiega lo stesso Paolini: «Boomers è il nome comune della generazione più vecchia oggi in scena ed è anche un luogo comune dell'immaginario. È sia racconto di memoria che gioco, è mescolanza di virtuale e reale, ballata ribelle al destino e al “così va il mondo”, narrata e cantata a due voci. Il bar della Jole è un pianeta di periferia, di una stella periferica di una galassia che passa sopra il bar, il bar sta sotto il pilone di un ponte autostradale che unisce l'Italia, ma trema, vibra, scuote».

«Le cose corrono veloci lassù ma sotto sembrano ferme - rimarca - Nel bar si gioca, si impara il mondo, si spara e si canta. Ballate e canzoni sono una mano di antiruggine, un tentativo di manutenzione alla cinghia di trasmissione dell’esperienza, a quel che di buono c'è e va tenuto nella grande accelerazione che tutto cambia, il resto è già passato».

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