A Malchina la prima osmiza vende canapa light, coltivata sul Carso

A Malchina la prima osmiza vende canapa light, coltivata sul Carso

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A Malchina la prima osmiza vende canapa light, coltivata sul Carso

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 27 Gen 2023
Copertina per A Malchina la prima osmiza vende canapa light, coltivata sul Carso

L'intuizione del titolare, la semina lo scorso aprile. A giorni otterrà la certificazione biologica.

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Una pianta dai mille utilizzi: secondo il sito Canapa industriale, i suoi semi sono molto ricchi di proteine, dalla sua fibra si può ricavare la carta (secondo un procedimento risalente a 2000 anni fa) ma se ne possono trarre anche materiali utili per la bioedilizia, senza dimenticare il settore tessile, quello cosmetico e le ricerche che si stanno realizzando per la produzione di biocarburanti e persino di automobili. Uno degli utilizzi però più noto e discusso è quello terapeutico. Ed è proprio questo uno dei motivi che ha spinto Franc Fabec a destinare una parte dei propri terreni a tale originale coltivazione nel comune di Duino Aurisina.

La pianta, messa a dimora lo scorso aprile e raccolta a fine settembre, da qualche giorno si trova in vendita nella sua osmiza di Malchina. Tutto legale, ovviamente: le bustine da cinque grammi di canapa si possono acquistare dopo aver assaporato una fetta di salame o aver arricchito gli occhi con la vista delle opere che campeggiano sulle pareti. Forte della formazione classica dei proprietari (Franc è uno storico, il fratello Tomaš un archeologo) sin dalla sua apertura nel 1994, l’osmiza Fabec ha infatti reso l’originalità il proprio punto di forza: mostre d’arti figurative, presentazioni di libri ed esibizioni corali.

A tutto ciò, nel periodo natalizio, si affiancano spesso dei mercatini di prodotti artigianali. Ma la notizia del momento è senza dubbio la nuova proposta commerciale. La notizia, divulgata attraverso i social media, ha subito incuriosito gli avventori del locale, aperto sabato scorso e fino al 12 febbraio per riaprire in aprile. Come è nata l’idea? "In città - spiega Franc - ho visto numerosi distributori di canapa light: avevo dei terreni non sfruttati, mi sono quindi informato da un amico che, nel Goriziano, già aveva avviato questa attività produttiva. In Italia il seme della canapa è certificato, ne esistono circa trenta tipi".

"A darmi un motivo in più è stata la possibilità di uso terapeutico di cui sono a conoscenza perché una nostra parente ne fa uso per sopportare i crampi provocati dalla sclerosi multipla". Di quali accortezze ha bisogno questa coltivazione? "È una pianta molto rustica: va seminata quando è passato il periodo delle gelate, noi lo abbiamo fatto a fine aprile. Poi si sviluppa una pianta bellissima che non ha nemmeno bisogno di molta acqua ma, nonostante questo, eravamo un po’ preoccupati per l’estrema siccità della scorsa estate".

"A fine settembre abbiamo vendemmiato: abbiamo estirpato le piante, le abbiamo essiccate e abbiamo ottenuto circa 15-20 chili di canapa che poi abbiamo diviso in sacchettini. Si tratta di un prodotto a chilometro zero che a giorni otterrà la certificazione biologica. Per noi è un esperimento, siamo fra i primi a produrlo e commercializzarlo qui sul Carso ma abbiamo visto che simili bustine, con analoghe grammature, vengono vendute anche in farmacia".

Al terzo giorno di apertura dell’osmica i risultati si vedono: non è un mistero che in Italia ci sia una grande richiesta di canapa light il cui libero utilizzo è ancora illegale mentre, piuttosto paradossalmente, la legge ne consente la produzione e la vendita. Come detto Faber è comunque un locale che si è sempre distinto tanto che adesso, ospita una mostra di fotografia speleologica, ancor più apprezzabile se osservata con in mano un bicchiere di Terrano, Malvasia o Vitovska tutti rigorosamente prodotti in casa.

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