il ritrovamento
Lupi sul Carso vicino Doberdò, ritrovato morto il primo esemplare dopo anni di studio

Un esemplare di due anni è stato investito sul Vallone. È il primo caso in zona, dopo anni di avvistamenti.
La sua triste fine potrebbe rappresentare un nuovo inizio per gli studi. Ieri mattina, un lupo di circa due anni è stato trovato morto lungo la strada del Vallone, vicino all’abitato di Micoli, nel comune di Doberdò del Lago. A causarne il decesso è stato un investimento, che non ha lasciato scampo all’esemplare. Ora la sua carcassa è al vaglio dei ricercatori del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine, che la esamineranno più a fondo per avere maggiori chiarimenti. In ogni caso, un primo elemento c’è già: la presenza del lupo nel Carso goriziano è concreta. Una tesi già conosciuta, ma che ora ha una prova tangibile.
“È il primo animale trovato morto in zona - spiega Stefano Filacorda, coordinatore degli studi sulla fauna selvatica dell’ateneo friulano -, ma c’erano già stati avvistamenti in zona. Più di dieci anni fa, avevamo ripreso un lupo a Basovizza, che aveva predato delle capre, ma questo è il primo segno importante”. Il ritrovamento potrebbe indicare due cose: la presenza fortuita della bestia in loco o il fatto che fosse lì presente già da tempo. “Questi investimenti danno sempre l’idea di una presenza che è databile ben prima dell’incidente stesso - sottolinea il professore -. C’è poi la presenza di due branchi storici in zona, tra Logatec e il monte Taiano”.
Entrambi questi due punti si trovano in Slovenia ma, tra le idee avanzate, c’è quella per cui qualche esemplare sia partito in solitaria verso altre zone. “Probabilmente, questo esemplare era partito in dispersione, dato che i lupi lasciano il branco tra l’uno e i due anni di età”. Non si ancora, però, se era effettivamente da solo. A ciò, comunque, potrà rispondere l’analisi genetica. L’animale investito - un maschio - pesava 36 chili, una stazza importante che può già dare qualche elemento agli studiosi. Tutto ciò potrebbe avere un’influenza sulla fauna locale? “Sì, anche perché c’è una forte competizione tra lupo e sciacallo dorato, con i primi che possono anche mangiare i secondi”.
Se fosse confermata la presenza di altri lupi, “vedremo un calo della presenza dei sciacalli, con uno spostamento verso le zone di pianura o attorno ai paesi. A cascata di saranno altre conseguenze, con una pressione predatoria dello sciacallo sul capriolo che tenderà a diminuire e un incremento di quella del lupo verso il cervo e dei cinghiali”. Il fatto che l’animale in questione sia stato ritrovato lungo una strada, inoltre, potrebbe essere “fortuito perché si stava spostando verso il Carso sloveno, oppure stava cercando da mangiare come già abbiamo visto nella zona dei magredi del Pordenonese, attingendo da altri animali morti investiti”. Una tecnica usata anche dagli sciacalli.
Sono ancora molti i punti di domanda, a cui solo gli studi e il tempo potranno trovare risposta. Nel frattempo, si fa il punto anche sul movimento transfrontaliero di questo tipo di predatori. “La presenza di un maschio in età riproduttiva crea le condizioni affinché qualcun altro si aggreghi. E forse la femmina c’era già ed è rimasta gravida, ma sono solo supposizioni. Il dato di fatto è che il Carso goriziano ha potenzialità enormi per ospitare queste specie, inclusa la parte slovena”. Il futuro di un loro eventualmente insediamento, però, sarebbe condizionato dal Vallone stesso, che ha già fatto una “vittima” e dal piano di controllo d’oltreconfine.
A parte la zona Tarvisio, infatti, "non abbiamo ancora branchi transfrontalieri. Questo creerebbe una situazione dov'è necessario trovare una quadra, tra normative e status di protezione diversi. In Slovenia, peraltro, è in aumento costante la presenza di lupi, così come la quota consentita per il loro abbattimento. Si aprono quindi degli sviluppi su un ambiente naturale con grandissime potenzialità, come il Carso". Lo stesso Filacorda ha già allertato i ricercatori sloveni, per avere maggiori informazioni in questo senso. A esaminare l'animale investito, invece, saranno il medico veterinario Stefano Pesaro e il dottor Marco Bregoli.
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