La lunga giornata di Monfalcone, dai presidi al corteo no Green Pass

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La cronaca

La lunga giornata di Monfalcone, dai presidi al corteo no Green Pass

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 15 Ott 2021
Copertina per La lunga giornata di Monfalcone, dai presidi al corteo no Green Pass

Prima del sorgere del sole, sono iniziate le manifestazioni e apparsi i primi striscioni. Nel mezzo, la protesta del porto.

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Una giornata particolarmente lunga per Monfalcone. Dalle cinque del mattino fino al primo pomeriggio costante attesa per gli eventi in continua evoluzione dallo stabilimento Fincantieri al porto fino alla piazza. Ma andiamo con ordine. Sono da poco passate le cinque del mattino quando compaiono i primi striscioni e i primi manifestanti di fronte ai cancelli dello stabilimento Fincantieri. Piano piano, qualcuno si aggiunge mentre il gazebo allestito comincia ad animarsi.

Una cinquantina le persone che sostano di fronte ai tornelli, sorvegliati dalle forze dell’ordine così come davanti all’ingresso dell’area di via Terme Romane, dove un gruppo di contestatori ha atteso pacifico sorvegliato da alcune camionette della polizia e dagli agenti della Digos. Non si sono verificati tafferugli o disordini ma si attende lo spostamento della manifestazione che in mattinata dovrebbe raggiungere piazza Cavour, nel centro storico della città dei cantieri.

“Non possiamo accettare discriminazioni di questo tipo – spiega Paride Simoni, presidente di Vivere o Sopravvivere, sodalizio che organizza la protesta – e c’è anche una sentenza della Corte di giustizia europea che parla chiaro. Non si possono discriminare i lavoratori non vaccinati. Anche il ministro Brunetta ha detto che ciò è una maniera coercitiva per far desistere chi non vuole vaccinarsi, un ricatto definito ‘geniale’. Sono parole che ci fanno rabbrividire”. Simoni auspica che anche altre maestranze si uniscano alle rivendicazioni, anche tra coloro che hanno già ricevuto le dosi.

Oltre a Fincanteri e la limitrofa Nidec, scioperi sono attesi in altre realtà. “Parliamo di grande distribuzione organizzate e piccole aziende – sottolinea – perfino partite Iva che scioperano contro i loro stessi interessi”. Incontrando Cisint – nell’attesa di ricevere risposta anche dal prefetto di Gorizia – saranno esposte le proprie posizioni, insieme a una rappresentanza di varie professioni: “Porteremo il nostro disappunto, per far capire qual è la realtà dei fatti. Faremo esempi pratici, perché o non è vero che c’è una pandemia, o è gestita male”.

Insieme a Vivere o sopravvivere, presente anche il Fronte del dissenso, movimento diffuso in tutta Italia. Dall’Unione sindacale di base (Usb) di Monfalcone, Alessandro Perrone spiega che “siamo contrari al green pass ma non al vaccino, anzi. Però non prenderemo parte alla manifestazione, tanti in questi giorni ci hanno chiesto indicazioni su come comportarsi”.

Le prime conseguenze, però, già si vedono: due crociere, Msc Orchestra e Msc Magnifica, che avrebbero dovuto attraccare a Monfalcone nel fine settimana, hanno annullato lo scalo. Annullate anche le escursioni previste che avrebbero dovuto coinvolgere le guide turistiche non senza ripercussioni per il settore.

A tal proposito, interviene Francesca Pitacco, presidente dell'Associazione guide turistiche del Friuli Venezia Giulia attraverso un post pubblicato sul profilo Facebook: “Voglio semplicemente poter lavorare e fare il lavoro che ho scelto e mi piace. Sabato e domenica, periodo già di bassa stagione, che prelude al nulla nuovamente dell’inverno, le guide non lavoreranno e non per volere loro, ma perché qualcuno ha deciso che deve combattere per la mia libertà".

"Lo so che chi sciopera perde una giornata di stipendio - conclude la Pitacco -. Lo so che chi decide di scioperare ad oltranza perderà tanti soldi. Ma quando deciderà di smettere troverà il suo lavoro pronto ad attenderlo. Noi, già scarsamente tutelate, no. Com’è la storia? La mia libertà comincia dove finisce la tua? Bene, i portuali hanno inficiato la mia libertà molto più del green pass”.

Nel frattempo, iniziano, già poco prima delle sei del mattino, i tamponi alla Farmacia comunale 2: un centinaio le prenotazioni nel primo mattino mentre altre se ne attendono pomeriggio e, con lo stesso ritmo, fino a venerdì e a sabato mattina. L’offerta, calmierata a 10 euro, è stata nei giorni scorsi presa d’assalto dalle prenotazioni.

La protesta, nel frattempo, continua con il corteo di oltre un migliaio di manifestanti che raggiunge piazza Cavour. Alcuni rappresentanti raggiungono il sindaco, Anna Maria Cisint, direttamente di fronte al municipio. Ma non possono entrare, stante il divieto normativo di accesso a chi sprovvisto di certificazione verde. E mentre gli esponenti, con un capannello di sostenitori, discutono con il primo cittadino, l’area risuona con un migliaio di manifestanti al grido di: “libertà“. Allo sciopero aderiscono anche alcuni lavoratori del porto.

Il gruppo di portuali raggiunge il municipio, sotto il cui portico incontra il primo cittadino e con il quale scambia problematiche e dubbi soprattutto dei colleghi non vaccinati, che da oggi non hanno potuto accedere ai posti di lavoro in quanto senza la certificazione verde o apposito test. Poco dopo le due, il comizio cessa e i manifestanti, lentamente, si dissolvono così come il capannello di protestatori e di curiosi che si era formato di fronte al palazzo del Comune. Si conclude così una giornata non facile, anche se ben più semplice di quella vissuta da Trieste e dal proprio porto, ma ugualmente faticosa. 

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