Luisa Cecere, Intrecci di vita, sapere e passione tra scuola, Medioevo e arte del merletto

Luisa Cecere, Intrecci di vita, sapere e passione tra scuola, Medioevo e arte del merletto

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Luisa Cecere, Intrecci di vita, sapere e passione tra scuola, Medioevo e arte del merletto

Di Redazione • Pubblicato il 17 Ott 2025
Copertina per Luisa Cecere, Intrecci di vita, sapere e passione tra scuola, Medioevo e arte del merletto

La storia che racconta di una protagonista silenziosa ma tenace della cultura goriziana, capace di unire generazioni, saperi e tradizioni in un cammino fatto di dedizione e curiosità.

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Ci sono persone che attraversano il tempo e i luoghi senza clamore, lasciando però tracce profonde. Luisa Cecere è una di queste figure: insegnante per vocazione, studiosa per curiosità instancabile, protagonista silenziosa ma costante della vita culturale goriziana.

La sua storia comincia con un’infanzia itinerante — Umbria, Emilia, Piemonte — prima di approdare a Gorizia all’età di nove anni. È qui che trova nello scoutismo un punto di riferimento, un luogo di appartenenza in una città ancora segnata dal confine. Quell’esperienza segnerà il suo modo di guardare al mondo: spirito comunitario, voglia di costruire, apertura all’altro.

Dopo gli studi alle Orsoline, un incontro fortuito la porta a lavorare con bambini e ragazzi con disabilità, esperienza che la introduce al mondo del CPAR e la avvicina all’insegnamento di sostegno. È l’inizio di una lunga carriera nella scuola dell’infanzia, vissuta con rigore, passione e creatività: «Mi hanno insegnato la pazienza, quella vera», racconta oggi. «E soprattutto la capacità di guardare ogni bambino come un mondo a sé».

Parallelamente nasce un altro percorso, altrettanto significativo: quello dell’Accademia Jaufré Rudel di Gradisca d’Isonzo, fondata nel 1988 insieme al fratello Paolo, e a Fabio Cavalli. Un’avventura culturale che intreccia musica, filologia, storia e vita quotidiana del Medioevo, in un’epoca in cui quella stagione storica era ancora guardata con sospetto e superficialità. Luisa riprende gli studi e dedica la sua tesi di laurea all’intreccio tra medicina e cucina medievale: un’indagine pionieristica che rivela affinità linguistiche e pratiche tra ricettari medici e culinari.

Da lì, il passo verso conferenze, cene storiche e progetti di divulgazione è naturale. Luisa porta le sue ricerche in Italia e all’estero, con momenti memorabili come il buffet in un antico caravanserraglio di Damasco, dove un piatto di pesce riesce a evocare, per un ministro siriano, i ricordi dell’infanzia. «In quel momento ho capito la forza degli scambi culturali medievali», dice.

Negli ultimi anni, dopo la pensione, ha ripreso un sogno d’infanzia: il merletto a tombolo, imparato per la prima volta tra i banchi della scuola elementare a Gorizia. Oggi quel ticchettio ritmico dei fuselli accompagna i suoi momenti di concentrazione e libertà mentale, diventando metafora perfetta di un’esistenza tessuta con pazienza, precisione e creatività.

La voce di Luisa è anche parte della serie podcast Voci dal Confine, dove ha raccontato la sua storia in una conversazione che intreccia memoria personale e collettiva. Il suo percorso dimostra che i sogni non sono mete lontane, ma sentieri che si percorrono giorno dopo giorno. Una frase che riassume bene la sua traiettoria: senza grandi proclami, ma con la forza di chi costruisce, passo dopo passo, ponti tra epoche, saperi e persone.

Il podcast è fruibile tramite Spotify cliccando qui e su YouTube qui.

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