Il riconoscimento
A Lorenzo Gulli il Premio San Giuseppe 2025: Ronchi premia un falegname

Nativo di Vermegliano, dopo un breve periodo di insegnamento ha deciso di aprire 'Il truciolo' seguendo la propria passione.
È Lorenzo Gulli, falegname, il Premio San Giuseppe 2025 che le Acli di Ronchi dei Legionari, circolo Giuseppe Toniolo, hanno deciso di premiare. 39esima edizione per il premio che è stato consegnato dal presidente del circolo, Franco Miniussi, assieme all’assessore alla cultura Monica Carta, al parroco, monsignor Ignazio Sudoso e al presidente di Confartigianato, Ariano Medeot.
Nativo di Vermegliano, Gulli è laureato in storia e, dopo un periodo di insegnamento all’interno di strutture private, ha deciso di proseguire la propria attività in un altra modalità, ritrovando la propria passione per la falegnameria: da quindici anni, dunque, porta avanti l’attività con il proprio laboratorio sito nella zona artigianale di Ronchi. Si tratta de “Il truciolo”.
«Con Gulli ci siamo trovati a novembre perché eravamo alla ricerca di un artigiano che potesse crearci una capanna per il presepe delle Acli che fosse smontabile», ha raccontato il presidente del circolo Toniolo, Franco Miniussi. «Io e Lorenzo ci conosciamo da tanto tempo ma grazie a questo fortuito incontro ci siamo ritrovati».
«Non è facile trovare un artigiano così giovane che decide di lasciare un lavoro per il quale ha studiato e che abbia seguito la propria passione», così ancora Miniussi. Gli ha fatto eco Ariano Medeot che ha lodato Gulli per «la passione con la quale lavora costantemente, mettendo in campo valori,competenze e creatività che, nell’artigianato, dovremmo riscoprire e trasmettere ai ragazzi». Negli ultimi anni «gli iscritti agli istituti tecnici sono in ascesa ed è importante che, delle oltre 28mila imprese in regione, finalmente vediamo un segno positivo». Lavoro è dignità, dunque, e «in ogni comparto».
«Il lavoro di un artigiano è parte integrante non solo dell’economia ma della cultura del nostro paese», ha voluto sottolineare l'assessore alla cultura, Monica Carta.
Un falegname per l’edizione 2025, dunque, proprio come San Giuseppe, ricordato nella celebrazione eucaristica che ha preceduto la consegna del premio: «San Giuseppe – così il parroco, don Ignazio – ci ricorda che il lavoro ha la propria dignità. Si dice che i giovani non abbiano voglia di lavorare e pretendano solo il sabato e la domenica liberi: non è sempre cosi, ormai non ci si identifica più nel lavoro né si ha voglia di vivere solamente per quello e va compreso. Il lavoro ha un valore sociale che aiuta alla relazione. Il fare e creare con le mani poi, dà emozioni uniche ma c’è bisogno di formazione, competenza e capacità di relazione umana».
Gulli, prima di ricevere il premio, ha raccontato le difficoltà di essere artigiano nel 2025: «Spesso si lavora con difficoltà ma lo si fa per passione e per il piacere di vedere il lavoro finito e per momenti come questi in cui viene riconosciuta l’artisticità». A Gulli, oltre al Premio in sé, è stata consegnata anche una bottiglia di vino locale e una dell’olio prodotto dal Gruppo spontaneo Uliu Bisiac con scopi benefici.
Foto di Federico Leban.
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