Gli incontri
Lingua e cultura degli italiani d'Austria-Ungheria, il convegno arriva a Gorizia

Due regioni geograficamente distanti tra loro, Trentino e costa adriatica, dialogheranno con esperti e studiosi da tutta la Mitteleuropa 11 e 12 aprile.
Nel pomeriggio di venerdì 11 aprile e nella mattinata di sabato 12 aprile si svolgerà a Gorizia nel Polo Universitario di Santa Chiara il convegno di studio «Gli italiani d’Austria-Ungheria al tramonto dell’Impero: la lingua e la cultura». La manifestazione rientra nell’ambito degli eventi per GO! 2025 ed è finanziato nell’ambito di un progetto triennale, “Ics”, dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il convegno è promosso dall’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia, dalla Fondazione Museo storico del Trentino di Trento e dall’Università di Vienna. Responsabili scientifici dell’iniziativa sono Maddalena Guiotto (Fondazione Museo storico del Trentino) e Gualtiero Boaglio (Università di Vienna). Saranno due giornate di studio focalizzate sulle dinamiche linguistiche e culturali che hanno caratterizzato il Litorale e il Trentino negli ultimi decenni dell’Austria-Ungheria.
In quegli anni gli italiani d’Austria-Ungheria vivevano in territori geograficamente diversi e lontani tra di loro, il Trentino e la costa adriatica, e si trovavano in una situazione amministrativa, economica, nazionale e politica molto differente. Anche a livello culturale e linguistico la situazione dei due territori era molto diversa.
Il convegno proposto a Gorizia l’11 e il 12 aprile evidenzierà queste particolarità, riflettendo sulle lingue e sulla peculiarità della cultura che caratterizzavano la vita quotidiana degli austro-ungaro-italiani, mettendo in risalto le specificità delle due regioni. Alla fine delle due giornate di studio dovrebbe emergere un quadro variegato e complesso molto lontano dall’ormai superata leggenda dei territori austro-italiani del tutto irredentisti e oppressi da una dominazione straniera che la popolazione rifiutava.
Va sottolineato che, ad eccezione della parte veneziana dell’Istria e della Dalmazia, tutti gli altri territori abitati dagli austro-italiani rientravano già da diversi secoli, più o meno direttamente, nell’area di influenza austriaca e gli Asburgo non rappresentavano per i loro abitanti un dominio straniero. Si trattava di regioni inserite da secoli nel sistema plurinazionale mitteleuropeo, che avevano sperimentato istituzioni politiche ed esperienze culturali molto differenti da quelle dei territori del Regno d’Italia. Questo spiega come l’appartenenza alla Monarchia asburgica non venisse posta in questione dalla grandissima maggioranza delle popolazioni italiane del Litorale e del Trentino.
Durante gli ultimi decenni della duplice monarchia nella vita degli italiani austriaci il confronto si faceva più acuto e conflittuale con le confinanti nazionalità austriache – nel Trentino con i tedeschi (tirolesi) e nel Litorale con gli sloveni e i croati. Al tempo stesso, dopo la nascita del Regno d’Italia, parte delle élite culturali adriatiche e trentine guardava con curiosità a quanto vi veniva prodotto sul piano culturale e linguistico. Proprio l’inasprito confronto con le altre nazionalità rafforzò il senso di appartenenza alla nazione culturale italiana all’interno della monarchia austriaca e trasformò le due regioni in territori di conflitto continuo.
Le relatrici e i relatori presenti al convegno provengono da centri di ricerca austriaci, italiani, croati e sloveni: le Università di Vienna, di Trento, di Padova, di Lubiana, di Fiume/Rijeka, l’Accademia austriaca delle Scienze, l’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia, la Fondazione Museo storico del Trentino, l’Istituto storico austriaco di Roma, il Museo di arte moderna e contemporanea (MART) di Rovereto.
«Si tratta della seconda tappa di un percorso che è partita l’altro anno a Trento e dove il focus era la politica – così il presidente dell’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia, Ivan Portelli – e che vorremmo continuasse una volta l’anno. L’idea è proprio quella di proseguire trovando idee sempre nuove e diverse. Ci aspettiamo di riuscire a far il punto della situazione sugli studi degli italiani d’Austria creando dialoghi e facendo partecipare studiosi da tutta l’area Mitteleuropea».
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