Libertà di stampa sotto attacco in Slovenia, l'esperto di Nova Gorica spiega perché

Libertà di stampa sotto attacco in Slovenia, l'esperto di Nova Gorica spiega perché

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Libertà di stampa sotto attacco in Slovenia, l'esperto di Nova Gorica spiega perché

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 14 Giu 2021
Copertina per Libertà di stampa sotto attacco in Slovenia, l'esperto di Nova Gorica spiega perché

Da mesi, il primo ministro Janša attacca i media. Le ragioni spiegate dal professore della Nova Univerza, Jernej Letnar Černič.

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Negli ultimi mesi, si è intensificato il dibattito sulla libertà di stampa in Slovenia. Il primo ministro Janez Janša, infatti, si è scagliato più volte contro i media, tanto che la questione è finita all’attenzione anche del Parlamento europeo a fine marzo. In quell’occasione, il capo del governo abbandonò la sessione di lavoro del gruppo di monitoraggio della democrazia, dedicata proprio al suo Paese, accusando gli eurodeputati di voler censurare un video che aveva preparato. Come sottolinea Jernej Letnar Černič, professore di Diritti umani e Diritto costituzionale alla Nova Univerza di Nova Gorica, però, tutto ciò non è una novità.

“In Slovenia ci sono pochi giornali - spiega il docente - e la maggior parte è di proprietà di grandi gruppi economici e industriali. Questi li hanno acquistati per i propri interessi”. Le influenze esterne non mancano anche nel mondo televisivo, a partire dalla tv pubblica, la Radio Televizija Slovenija, che come la Rai è controllata da dirigenti nominati dalla politica: “I cambiamenti nel governo si riflettono subito in questo contesto”. Dall’altra parte, anche le emittenti private sono schierate: “La più famosa è Pop Tv e da un anno a questa parte contrasta la figura di Janša”. A dicembre, inoltre, c’è stato un drastico taglio dei fondi all’Agenzia di stampa nazionale.

L’accusa del governo è che questa non riporti oggettivamente i fatti, essendo ancora legata al passato socialista. “Janša ha un modo di rapportarsi con i media molto personalistico, attacca direttamente i giornalisti che lo criticano sui social. Non rispetta la loro integrità”. Anche per questo, la piccola repubblica si colloca al 36esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa elaborata da Reporter senza frontiere (Rsf), anche se è comunque più in alto di cinque posizioni rispetto all’Italia. In ogni caso, “le fonti d’informazione slovene non sono pluraliste, quelle a sinistra controllano l’80% del panorama. Ciò non giustifica il comportamento del primo ministro, però”.

Guardando a livello locale, invece, questa situazione non provoca particolari effetti secondo l’esperto. Tantomeno nella regione della Goriška, dove alcune pubblicazioni - come il magazine Razpotja - sono molto avverse nei confronti dell’esecutivo. Guardando all’Europa, sono arrivati dei richiami dalle istituzioni, come a febbraio quando la Commissione ha condannato gli attacchi su Twitter dello stesso Janša alla redazione belga di Politico: “Conosco molto bene l’impegno e la professionalità dei giornalisti che lavorano a Bruxelles” aveva sottolineato la portavoce Christian Wigand. In ogni caso, “negli ultimi sei mesi - prosegue Černič - la tv slovena non ha risparmiato critiche al governo”.

Le posizioni del suo vertice, collocato all’estrema destra, sono però nuove rispetto a quando rivestiva lo steso ruolo tra il 2004 e 2008 e tra il 2012 e 2013. “Lui è cambiato nel tempo, negli ultimi anni si è avvicinato molto al presidente dell’Ungheria Orban. Non sono solo colleghi ma anche amici. Diverse aziende ungheresi hanno investito in Nova24Tv”, fondata nel 2015 proprio dall’attuale primo ministro. Un rapporto tra i due Paesi che appare strano storicamente, visto che Budapest ha avuto un ruolo complesso nella storia slovena. Tornando alle tensioni tra potere e stampa, si può fare un paragone con il Ventennio di Berlusconi? “Sono due persone diverse, anche se hanno punti di contatto”.

“Berlusconi era più populista di Janša - sottolinea il docente - e quest’ultimo ha una vita molto più privata. All’indomani dell’indipendenza slovena, peraltro, lui era un socialdemocratico e oggi è molto più a destra, si potrebbe fare un confronto con Matteo Salvini”. Per Černič, il leader del Partito democratico sloveno (Sds) “è figlio della società e delle divisioni già presenti nel Paese”. L’allarme sulla situazione nazionale l’ha lanciata anche Rsf e altre Ong, scrivendo direttamente alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “L'uso degli organi statali per ampliare l'attacco ai media sfavorevoli sta gradualmente aumentando”.

Nella foto: Janez Janša e, nel riquadro, Jernej Letnar Černič.

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