La Festa della Liberazione divide ancora Gorizia: «Iniziarono giorni di terrore»

La Festa della Liberazione divide ancora Gorizia: «Iniziarono giorni di terrore»

la polemica

La Festa della Liberazione divide ancora Gorizia: «Iniziarono giorni di terrore»

Di Redazione • Pubblicato il 25 Apr 2022
Copertina per La Festa della Liberazione divide ancora Gorizia: «Iniziarono giorni di terrore»

Si riaccende la discussione sulla giornata in città, il ricordo dell'Anpi in via Barzellini.

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La cadenza della Festa della Liberazione porta ancora una volta con sé numerose polemiche a Gorizia. La data che segna simbolicamente la sconfitta del nazifascismo ha destato anche quest'anno la presa di posizione contraria della Lega nazionale, che ha rinnovato la propria volontà di non celebrare l'appuntamento, "una giornata che purtroppo divide perchè rappresenta la vittoria di una parte di italiani sull'altra e perchè, subito dopo tale data, a guerra finita, migliaia di italiani innocenti sono stati uccisi per mano di partigiani comunisti" commenta il presidente della sezione goriziana, Luca Urizio.

Ha quindi annunciato che è in corso la realizzazione di un docufilm sul tema, con Eriadorfilm e per la regia di Giulia Belluco dal titolo "Fratelli contro". Il sodalizio ricorda che "in questi ultimi anni, abbiamo appreso e documentato, squarciando il muro di omertà portato avanti in modo improprio da chi chiama eroi degli assassini, che molti partigiani comunisti si sono macchiati di atti efferati anche nei confronti di minori. Anche uno farebbe un caso ma oltre cento bambini come crediamo prima o poi di trovare (a oggi sono oltre 50 tra Friuli Venezia Giulia, Istria e Dalmazia), diventano più di una colpa".

Urizio annuncia quindi anche "un libro su questi eccidi di minori anche infoibati, ma nel frattempo riteniamo sempre più illogico 'festeggiare' una data che ricorda tante tragedie e stragi perpetrate in tutta la nostra Nazione e viene spontaneo chiedersi se si trattò quindi di Liberazione o se invece ci si trovò davanti ad un vero e proprio incubo intriso di violenza". Anche il sindaco Rodolfo Ziberna ricorda che "c'è ancora chi, incredibilmente, si ostina a negare quei terribili 40 giorni che, a guerra finita, travolsero anche la nostra città, con rastrellamenti e deportazioni da parte delle truppe titine di oltre 700 goriziani mai più tornati alle loro famiglie".

"Ed è per questo - aggiunge il primo cittadino - che la storia di Gorizia, quella vera, va ricordata e insegnata nelle scuole perché la nostra città, che volle fortemente rimanere italiana e pagò più di tutti la sconfitta dell'Italia, perdendo metà del suo territorio, con tutto ciò che ne seguì merita rispetto, senza se e senza ma". Rimarca quindi che "nella Venezia Giulia, diversamente che nel resto del Paese, in questi giorni del ’45 non vi è stata alcuna liberazione, bensì una terribile e brutale occupazione delle truppe comuniste del maresciallo Tito, ancor più condannabile perché avvenuta a guerra finita e per giunta su cittadini inermi".

"Tanto rispettiamo ed onoriamo quei partigiani che combatterono per la libertà, quanto condanniamo quei partigiani che invece combatterono per asservire la Venezia Giulia allo straniero e sanguinario regime comunista titino" conclude il suo discorso. Dall'altra parte, oggi l'Anpi cittadina ha reso omaggio in diversi punti della città alla lotta antifascista, a partire dalla targa fuori dal carcere di via Barzellini. Il Fronte della Gioventù comunista, invece, ha colto la giornata "per ricordare la lotta partigiana e i suoi valori, attualizzandoli nell'opposizione al Governo Draghi e alla guerra in cui i padroni vorrebbero trascinare il nostro paese. Ora e sempre partigiani della pace".

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