Lettere - Tubature in cemento amianto e salute pubblica, è giunta l’ora di risposte

Lettere - Tubature in cemento amianto e salute pubblica, è giunta l’ora di risposte

LA LETTERA

Lettere - Tubature in cemento amianto e salute pubblica, è giunta l’ora di risposte

Di MARINO VISINTINI • Pubblicato il 12 Mar 2025
Copertina per Lettere - Tubature in cemento amianto e salute pubblica, è giunta l’ora di risposte

La segnalazione di Marino Visintini richiama l’attenzione sulla portata regionale del problema, spronando istituzioni e personalità qualificate ad attivarsi per fare chiarezza.

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Ci scrive Marino Visintini, referente dell'Osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli Venezia Giulia, per richiamare l’attenzione di istituzioni e personalità qualificate sull’argomento delle tubazioni di acquedotto in cemento amianto. Una questione emersa recentemente in politica locale nel goriziano e sulla quale, in nome della salute pubblica, è quantomeno urgente che chi di competenza si attivi per fornire risposte chiare alla collettività. (F.D.G.)

Siamo in attesa che qualche persona responsabile e di buona volontà avente titolo (Azienda Sanitaria, Arpa, Regione, ecc.) possa illuminarci dando risposta ai quesiti da noi posti da tempo in merito all'uso ed alla dismissione delle tubazioni di acquedotto in cemento amianto, e qui ne aggiungiamo altri unitamente a perplessità e timori di vario titolo.

Il fatto che nel goriziano ci siano più voci, di cui una quella del signor Raffaele Panarito che ha posto in Consiglio Comunale di Staranzano la richiesta affinché in quella sede un rappresentante istituzionale esponga con chiarezza lo stato normativo ed applicativo relativo all'uso di tubi in cemento amianto, all'assenza di rischi per la salute dei fruitori e alle norme per il mantenimento e la dismissione degli stessi, ci spinge a rinnovare la sua stessa richiesta in ambito udinese dove, come in precedenza segnalato, le situazioni (via Europa Unita, via Poscolle, etc.) paiono evidentemente simili.

Ed altrettanto si potrà, a questo punto, ipotizzare anche per il pordenonese.

Risponderà questa volta il gestore per chiarire come ha proceduto nell'esecuzione delle operazioni a Udine, seguendo quali procedure autorizzative? Oppure manterrà il silenzio come d'abitudine o ancora si limiterà a dire che è stato fatto tutto a regola d'arte secondo le norme?

Se, come pare, il problema è diffuso in tutta la Regione Friuli Venezia Giulia, come mai adesso che si parla di finanziamenti multimilionari per opere di ogni tipologia (più o meno necessarie) non pare si siano sentite le voci di due alte figure politiche quali un viceministro, attivissimo ad ogni livello, e di un europarlamentare che ha affrontato con passione e successo una battaglia su un argomento attinente (ovvero l’uso di amianto nei cantieri di Monfalcone)?

E poiché il segretario provinciale udinese della Lega ha evidente contiguità con le due autorità citate poco sopra, conoscendo la sua passionalità, a lui affidiamo il compito di sensibilizzarle sul tema e di aiutarci in questa battaglia per la trasparenza nell'interesse dell'ambiente e della salute pubblica.

A tale proposito ricordiamo che il signor Graziano Bosello ha già speso la propria persona contro l'ipotesi di costruzione di un'acciaieria a San Giorgio di Nogaro e non ha avuto remore quando, in una chat con l'allora consigliere regionale Cristian Sergo in merito al depuratore di Lignano Sabbiadoro ha dichiarato: «Non comprendo perché Noe, Nas o chi altro non intervenga. C'è una cupola che copre questa situazione e gli anni passano, il cafc non fa quello che gli spetta, e la merda galleggia».

Speriamo che il silenzio venga rotto e che qualcuno abbia il senso della propria responsabilità oltre al senso civico e morale, voglia rendere edotta la popolazione e chi ha il potere politico amministrativo intervenga per risolvere questo gravissimo problema.

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