LA LETTERA
Lettere – Una riflessione sulla pace

Ci scrive Enrico Altran, rievocando il lungo passato di guerre che hanno interessato Monfalcone e lanciando l’idea di rendere la città un luogo attivo di memoria, convivenza e monito.
Le voci più sincere su che cosa sia la guerra e l’indicibile sofferenza che causa sono quelle di coloro che la vivono in prima persona. Proprio dalle parole della lettera scritta oltre cent’anni fa da un giovanissimo soldato alla sua mamma comincia questa riflessione di Enrico Altran sulla storia e sul futuro di Monfalcone: da area colpita nel corso dei secoli da differenti, sanguinosi conflitti, oggi può diventare «città di convivenza, pace e prosperità», raccontando testimonianze che ne facciano un luogo di memoria e monito. Tutto questo, suggerisce Altran, attraverso una sinergia tra cittadini, enti e organizzazioni del territorio che porti alla creazione di spazi ed eventi a tema che vadano oltre le «commemorazioni formali e di protocollo». F.D.G
«CIAO MAMA... TE SCRIVO IN STO MOMENTO, FINCHÉ E BOMBE E TASE... E NON SE SENTE EL MOSHETO FISCIARE SORA A TESTA... XÈ SILENSIO DESSO, MAMMA ... MA MI A GO PAURA.... N'ARIA GELIDA ME STROPA A GOLA E I OCI SE SARA PAR A STANCHESA, PAR A PAURA... TE PENSO SEMPRE, MAMMA, EL TO SORISO L'È SEMPRE NEA ME MENTE...... ANCA QUA, IN MEZO A STO INFERNO EL XÈ A ME FORSA ... ME RICORDA EL TO AMORE E QUEO DEA ME GENTE.......
SI MAMMA, A GO PAURA.... PARCHE NON SO E NON CAPISO EL ME DESTIN.... NON CAPISO TUTI STI MORTI.... NON CAPISO EL PARCHE I OMANI SE COPA ... PAR AVER RASON ... PAR AVER DEA ME TERA N'ALTRO TOCHETIN......
SI MAMMA... A GO PAURA... PARCHE NON SO SE EL ME SACRIFICIO NEL TEMPO EL DURA.... SE A ME VITA E QUEA DEI ME COMPAGNI A SERVIRA QUALCOSA ... SE TUTO STO SANGUE CHE ORMAI SE SMISIA AL ME PIANTO ...PODARA' UN GIORNO FAR NASERE DEI FIORI IN STA TRINCEA... PAR FAR CAPIRE QUANTA SOFERENSA GO VISUO... QUANTA DISPERASION GA DESFA' I ME SOGNI DE TOSO CHE EL VEDE A SO VITA SVANIRE COSÌ MISERAMENTE...
DESSO TE SALUDO MAMMA.... E BOMBE SE XÈ SVEJA.... MI VADO VANTI... COL SEGNO DE CROCE CHE TI TE ME GHE INSEGNA'......NON O SO... SE VEDARO' RIVAR MATINA....TE ASO CO STA PREGHIERA.... FIN CHE TE GHE VOCE E DOPO CON LE LACRIME DEI TO OCI... DIGHE AL MONDO CHE TO FIOLO XÈ MORTO INSIEME A TANTI...TANTI ALTRI... PARCHE' A NOVA GENERASION I PODESE VIVARE IN PACE.... »
Questa lettera, scritta da un soldato alla sua mamma durante la Prima Guerra Mondiale, testimonia la sofferenza che l'uomo è capace di infliggere ad altri uomini per assecondare prepotenze e disegni oscuri, volti a ottenere ricchezza e potere che non gli spetterebbero. La sofferenza vissuta dai soldati è ancora più crudele, troppo spesso, anche oggi, in tante parti del mondo, per i civili. Bambini, donne, uomini e anziani, privati di tutto, costretti a sopravvivere nel terrore di essere uccisi e nella fame, o di rimanere soli perché i loro parenti più stretti sono stati uccisi, ci richiama all’azione.
Monfalcone è sempre stata interessata da guerre sanguinose, violente e dirette. Questa area è stata teatro di sanguinose battaglie contro i Turchi (1470-1499), gli Austriaci e i Germanici (1508-1521). Inoltre, la città ha subito gravi danni durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, tanto che di edifici e tesori storici è rimasto ben poco.
Da qualche decennio abbiamo riportato alla luce le trincee della Prima Guerra Mondiale. In esse hanno cercato rifugio e, purtroppo, spesso trovato la morte centinaia di giovani che avrebbero potuto vivere una vita dignitosa se solo le potenze distruttive non avessero avuto la meglio. Con il sole cocente, sferzati dalla gelida bora, inzuppati dalla pioggia battente, tanti ragazzi, poco più che maggiorenni, hanno provato sofferenze difficili da immaginare, lontani da casa, in luoghi sconosciuti e "nemici" per ragioni a loro incomprensibili.
Con queste testimonianze, credo che la nostra città possa e debba diventare un luogo di memoria e monito per ciò che la guerra determina e quanto invece la pace degli ultimi ottanta anni abbia portato. Dalle trincee, dal Carso, alla città, alle sue industrie e alle sue aree di svago, si dovrebbe far trasparire quanto preziosa sia la pace e il dialogo in contrasto con la guerra e i soprusi.
Si potrebbero ospitare convegni, eventi e spazi multimediali in cui turisti e visitatori possano vivere un'esperienza unica, coinvolgente e impegnativa per diventare testimoni di pace al ritorno nelle loro case. Vorremmo passare dalle commemorazioni formali e di protocollo alle testimonianze di quanto possa essere bello il mondo se in pace e prosperità. Camminare tra il sommaco in fiore, ascoltare i rumori del bosco che abbraccia la città e riflettere su quanto sacrificio hanno sopportato coloro che ci hanno lasciato il Paese in cui viviamo, quando questo piccolo paradiso era un inferno in terra, potrebbe scuotere le coscienze molto più di tante chiacchiere e discorsi.
Anche cercare sinergie di cittadini e cittadine di buona volontà, con le aziende, gli Enti e le organizzazioni del territorio ed il porto, per sviluppare una rete logistica per l’assistenza ed il conforto a chi la guerra la sta subendo, nell’ambito di organizzazioni mondiali di assistenza potrebbe essere un settore su cui investire.
Monfalcone, città di convivenza, prosperità e pace, è possibile.
Foto archivio
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