Lettere – Quella via Bellinzona a Gorizia, che ci fa? Simbolo di irredentismo postbellico

Lettere – Quella via Bellinzona a Gorizia, che ci fa? Simbolo di irredentismo postbellico

LA LETTERA

Lettere – Quella via Bellinzona a Gorizia, che ci fa? Simbolo di irredentismo postbellico

Di Christian Fortunato • Pubblicato il 01 Set 2025
Copertina per Lettere – Quella via Bellinzona a Gorizia, che ci fa? Simbolo di irredentismo postbellico

Ci scrive il lettore Christian Fortunato dalla Svizzera con una riflessione su identità, culture e tolleranza di ieri e di oggi, partendo da una mera domanda curiosa.

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Ci scrive Christian Fortunato dalla Svizzera. In una sua e-mail di qualche giorno fa chiedeva spiegazioni circa la presenza di una via Bellinzona in pieno centro a Gorizia. Trovandomi in viaggio per lavoro con una delegazione goriziana alla Kulturkirchenfest di Chemnitz, in Germania, altra Capitale Europea della Cultura 2025 assieme a Nova Gorica e Gorizia, con l’amico Vanni Feresin, ho approfittato per chiedergli lumi. Ecco che via Bellinzona risulta essere una delle tante vie “appioppate” dopo l’annessione di Gorizia all’Italia post Prima Guerra Mondiale. Di fatto, storicamente, Bellinzona non ha contatti con Gorizia, mi spiega Feresin, ma è uno dei luoghi “irredenti”, così come Fiume, che la popolazione deve ricordare. E così il mistero, in poco, è risolto. Evidentemente la risposta che diamo al nostro lettore elvetico è piaciuta tanto da sollecitare una sua riflessione che ci ha autorizzato a pubblicare in forma di lettera. Qui quanto ci ha scritto. I.B.

Gentile direttore, la ringrazio molto per la risposta e per aver indagato attorno al nome della via Bellinzona. Quanto mi scrive aggiunge un tassello per me importante per capire il confine orientale. Insomma il nazionalismo italiano aveva messo gli occhi anche su Bellinzona! Io sono figlio di italiani emigrati in Svizzera, cresciuto negli anni Settanta come 'straniero' in un Paese che ci guardava un po' dall'alto in basso (semplifico un po', naturalmente). Ci ho messo anni a formarmi un'identità ibrida, perché tutto attorno a me era contraddittorio. Perciò mi identifico molto in chi vive situazioni di questo tipo, come gli sloveni in Italia. Storia complicata, scoperta solo qualche anno fa con il racconto di Sofri 'Il martire fascista'. Poi Raoul Pupo con 'Il lungo esodo' mi ha aiutato a contestualizzare il tutto. E ho inquadrato la vicenda insieme a tutte le tragedia Balcaniche, dall'esodo dei Greci espulsi dalla giovane Turchia (e relativo contro-esodo di turchi greci), a tutti gli spostamenti folli di popoli nei Balcani (e oltre). Compreso quello degli italiani dalla neonata Jugoslavia.

La mossa dei 'patrioti' di additare Bellinzona come città irredenta (quindi prima o poi da 'redimere' riconquistandola?) mi ricorda molto altri nazionalismi: 'ovunque vive un serbo è Serbia'... Sarà un paragone stiracchiato, ma a me mette i brividi... Questo tipo di nazionalismo è spento da parecchio in Italia, ma poco lontano da noi fa ancora danni e quindi mi fa scattare un riflesso di difesa. Non sono certo 'imperialista': considerando i tanti connotati negativi degli Imperi. Ma una cosa mi piace: agli Imperi non dà fastidio la diversità. Magari non la ama e un po' la tollera, ma sa conviverci. Ai tempi dell'impero austro-ungarico a Trieste c'erano comunità slovene, croate, greche, ebraiche e serbe. 

Ho visto le loro 'case del popolo', chiese e sinagoghe belle in vista: nessuno doveva nascondersi. Oggi il narodni dom è stato ricostruito, ma non si affaccia più sulla piazza, gli hanno costruito attorno altri edifici per metterlo in secondo piano. L'omogeneizzazione della nazione è stata portata a termine. L'Italia non vuole l'integrazione, ma l'assimilazione. Stesse dinamiche che io ho vissuto in Svizzera - dove la realtà e la storia, per questi aspetti, è stata meno drammatica. Insomma nessun legame fisico con Bellinzona, ma un'ideologia per me inquietante. Io sono contro la canel culture, per cui spero che la città di Gorizia manterrà tutte queste vie 'irredentiste'. Trovo però che sarebbe utile abbinargli delle targhe che spieghino la loro origine. L'educazione civica parte dalla conoscenza. Non immaginavo che via Bellinzona avesse un retroscena tanto ricco di storia. E la storia va raccontata, se vogliamo evitare di ripetere eventuali errori del passato

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